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1974: “Qualsiasi cosa tu sia destinato a fare, falla ora”, nasceva l’Ecofemminismo
di Matteo Tafuro

 

 

Per capire una donna è necessario
sognarla, prima; non la si può
capire come tutti gli altri viventi:
è una cosa differente, è
una cosa diversa. Proprio
così Dio l’ha fatta: per essere
sognata, prima.
Papa Francesco

 

1Desidero, bramo, fremo, voglio incontrare e parlare con le donne che nel mondo si battono per il cambiamento e che oggi sono le protagoniste della lotta per la giustizia, la vita e la libertà.

Così vicine a me nel loro desiderio di trasformare l’emarginazione in spinta vitale.

La studentessa campana che alle 6,30 del mattino… è ancora buio… in Vesuviana, raggiunge l’Università.

In un’intervista a “Io Donna”, del 5 Dicembre 2010, Amanda Levete, archistar di fama internazionale, stima l’inaugurazione della fermata della metropolitana a Monte Sant’Angelo per maggio 2012. …”.

La donna afgana che non si rassegna ad essere un fantasma senza pensiero.2

La donna yazida che ha fatto crollare il muro di distrazione dell’Occidente.

La donna africana stretta tra arretratezza e modernità che le nega i diritti.

La donna bambina Yanomani le cui terre sono invase e derubate per la corsa all’oro in Amazzonia.

La donna bambina indiana che ha rifiutato un matrimonio imposto dalla famiglia.

La donna bambina nata in tempo di guerra, migrante invisibile ed esclusa.

La donna combattente con tuta mimetica e armi in braccio.

La donna che lo Stato islamico ha rapito, ucciso o resa schiava.

3Ricominciamo.

Care femmine, donne e sorelle, giuro ufficialmente che mi batterò, con tutte le mie forze, fino a quando ognuna di voi non riceverà giustizia, vita e libertà.

Marzo è il mese delle parole dedicate alle donne.

Non le ho queste parole!

Mi servono parole che sappiano vedere.

Parole che sappiano conservare.

Parole che sappiano realizzare un orizzonte di pace, di giustizia e di salvezza.

Per questo 2024 scelgo la parola Ecofemminismo.

Cinquant’anni fa, nel 1974 Françoise d’Eubonne, attivista francese, nel suo libro: Le féminisme ou la mort coniò il termine ecofemminismo.

L’attivista francese, intendeva riferirsi ad una rivoluzione ecologica, tesa a salvare il Pianeta Terra dalla catastrofe ambientale, guidata dalle donne.4

Siamo tra la fine degli anni Settanta e i primi Ottanta, molte donne che partecipavano alle manifestazioni antimilitariste iniziarono a definirsi ecofemministe.

Nel 1980 ad Amherst (USA), si tenne la prima conferenza ecofemminista, “Women and Life on Earth: a Conference on Ecofeminism in the Eighties”, in cui si tracciarono le correlazioni tra femminismo, militarismo ed ecologia.

Si formarono molti gruppi locali, si organizzarono altre conferenze e dibattiti pubblici, tra cui le “Women’s Pentagon Actions” del 1980 e 1981, molte donne parteciparono ad azioni di 22disobbedienza civile.

Nel 1983 venne pubblicata la prima antologia ecofemminista, Reclaim the Earth: Women Speak Out for Life on Earth.

Nel 1987 alla conferenza organizzata da Gloria Ornstein e Irene Diamond all’Università della California del Sud, “Ecofeminist Perspectives: Culture, Nature, Theory”, si radunarono attiviste e universitarie.

5Con questa Conferenza il termine ecofemminismo cominciò a essere utilizzato per descrivere una prospettiva politica che voleva combinare antimilitarismo, antirazzismo, femminismo, ambientalismo e spiritualità alternativa.

Il pensiero ecofemminista è riuscito a influenzare in modo rilevante scelte e percorsi della politica. La lotta, però, non è ancora finita, resta necessario continuare per sostenere l’adozione di misure che prendano in considerazione sia i diritti delle donne, per decostruire un modello oppressivo e violento e crearne uno nuovo, più inclusivo, equo e sostenibile.

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