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Fuga per la … Viktoria …

Un gol capolavoro di OSIMHEN piega la Roma, gli Azzurri espugnano anche l’Olimpico e sono sempre più Primi…. .
di Carlo Gimmelli

Da queste parti quella parolina è tabù da 32 anni e una legge non scritta dice che solo pronunciarla porta male, specie dopo i “fatti” di Orsato del 2018, ma oggi i tempi sono cambiati e soprattutto non si ricorda un Napoli così autoritario e consapevole dai tempi di “Lui”.

Avevamo detto che la gara dell’Olimpico poteva essere la svolta di questo anomalo campionato, uscire indenni anche dall’Olimpico avrebbe messo il sigillo di garanzia ad una squadra che, al momento, in Italia non ha rivali e in Europa, già agli ottavi, viene indicata come modello di calcio spettacolo.

Una uggiosa domenica del 9 novembre 1986 un Napoli affamato come questo espugnò il Comunale di Torino dopo trenta anni e avviò la storica cavalcata che portò alla storia del 10 maggio ’87, ieri gli azzurri hanno violato l’Olimpico e Spalletti ha battuto per la prima volta il nemico amatissimo Josè, bella storia, bei segnali!

Mourinho aveva caricato a molla i suoi mandando la squadra per due giorni in ritiro a Trigoria e nel dopopartita ha parlato, da par suo, di “vittoria immeritata e di gara equilibrata”: ma per la capitale della “cazzimma” la “garra” di Mou è stata poca cosa, 60% di possesso palla Napoli , 11 tiri a 6 in porta, un senso di superiorità in ogni zona del campo…..nel secondo tempo i giallorossi non tirano mai in porta, consapevoli di essere inferiori nei singoli e nel collettivo si rifugiano nella carica emotiva sospinti da un pubblico da Colosseo anche se i 10.000 napoletani (a proposito, da rivedere la discutibile norma di reciprocità che vieta da anni la vendita di biglietti ai residenti in Campania in troppe partite) hanno fatto sentire comunque la
loro presenza.

A tal proposito da segnalare anche ieri durante l’intervallo i soliti cori razzisti, che ormai fanno quasi tenerezza, partiti dalla curva Sud contro Napoli e numerosi striscioni apparsi nella notte di sabato che recitavano.: “Roma sogna, Vesuvio erutta su quella fogna”. Insomma roba già vista; probabile la squalifica della curva, già diffidata, in vista del derby contro la Lazio.

La partita: Mou, da vecchio volpone, consapevole di non poter lottare alla pari contro la corazzata spallettiana, punta su un 3\5\2 che assomiglia più a un 5\3\2 con un baricentro basso e una marcatura uomo su uomo sacrificando Pellegrini su Lobotka per limitarne l’azione e preparando raddoppi di marcatura sulla fascia per limitare l’arma letale Kvara, ma anche ieri il georgiano, pur non incantando, è stato intelligente e prezioso con i suoi strappi e i suoi assist, tenendo sempre bassi i suoi dirimpettai.

Primo tempo bloccato con la Roma impegnata a limitare con un pressing asfissiante le giocate dei centrocampisti napoletani (si è fatta sentire l’assenza del dinamico Anguissà) e con il solo Zaniolo a tentare sporadiche ripartenze solitarie, Abraham impalpabile, limitate senza affanni dalla difesa azzurra, l’unica nota saliente il quasi rigore assegnato al Napoli da Irrati per un presunto fallo del portiere su Ndombelè poi revocato dopo l’intervento del Var.

Nella ripresa iniziale copione sulla falsariga del primo tempo, poi gli azzurri acquisiscono autorevolezza e metri, la Roma avverte la fatica di un primo tempo muscolare e allora negli ultimi 20 minuti Spalletti forza il ritmo inserendo il fresco e voglioso Politano (7,5) al posto dell’esausto Lozano (7), e stupisce tutti mandando in campo il giovane e incredulo napoletano Gaetano (6.5) al posto di Zielinsky (6), fioccano le occasioni azzurre, prima Juan Jesus ciabatta malamente una palla d’oro dal dischetto su assist di Osimhen (8.5) poi il nigeriano si divora il gol del vantaggio su assist aureo di Lozano e, dopo essersi bevuto Ibanez in velocità, chiudendo malamente con un diagonale fuori misura un occasione a tu per tu con il portiere; infine ammutolisce l’Olimpico con un gol da fuoriclasse incrociando con un bolide al volo da posizione defilata un lancio lungo linea di prima intenzione di Politano, dopo aver aggirato d’astuzia il lento Smalling: un gioiellino di classe, potenza e velocità che ha fatto impazzire i 10.000 assiepati in curva nord e l’intera panchina un gol di prepotenza che potrebbe rappresentare la svolta per la fuga azzurra.

Ma va anche detto che, gol a parte, il nigeriano è stato tutto ciò che si può chiedere ad un attaccante, ha fatto praticamente reparto da solo (Raspadori e Simeone in panca tutta la gara), si è sfiancato a rincorrere palle lunghe, ha pressato quasi da solo quando la Roma impostava dal basso e dopo una gara sfiancante a dieci dal termine ha sfondato la rete con quella sassata a incrociare.

Il tecnico toscano, fischiatissimo all’Olimpico, per quella arcaica presunta gelosia nei confronti di Totti, ha dimostrato ancora una volta di tirare fuori il meglio da questi ragazzi, cementando il gruppo soprattutto fuori dal campo.

Siamo alla svolte della stagione? Forse si, ma adesso si farà sul serio, Marcoledì contro il Rangers Glasgow al Maradona per il primo posto matematico in Champions e sabato contro lo sbarazzino Sassuolo.

Ci sarà da divertirsi, con buona pace di Mou.

Napoli, 24 ottobre 2022