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Economia circolare e Sostenibilità i due pilastri del Piano Europeo per salvare il clima

di Martina Tafuro

 

 

La Commissione Europea ha promesso mille miliardi di euro in dieci anni,
per azzerare l’impatto climatico dell’Europa entro il 2050.

 

La Commissione europea ha adottato un nuovo piano d‘azione per l’economia circolare , uno dei principali blocchi del Green Deal europeo, la nuova agenda europea per la crescita sostenibile.

Entro il 2050 il nostro consumo energetico, di biomasse, di combustibili fossili, l’impiego di metalli e minerali conoscerà una crescita a doppia cifra.

E’ questo lo scenario che ha ispirato, da parte della Commissione europea, l’approvazione di un rinnovato Circular economy action plan, dedicato all’ economia circolare.

L’economia tra il 2012 e il 2018 ha visto crescere di circa 4 milioni i posti di lavoro.

Il Piano pone particolare attenzione, per quanto riguarda i veicoli a trazione elettrica, particolare impegno nel progettare il ciclo di vita delle batterie, incoraggiando la produzione di quelle ricaricabili. Inoltre, attraverso una progettazione che favorisca i materiali riutilizzabili per un fine-vita più sostenibile.

Quindi, l’economia circolare può contribuire a far crescere il Pil di ben il 0,5 per cento, creare circa ottocento mila posti di lavoro ed è un’indispensabile strumento per raggiungere la carbon neutrality .

Con l’adozione dell’Accordo di Parigi sul Clima sempre più nazioni ed imprese si sono impegnate per contrastare i cambiamenti climatici.

Le emissioni mondiali hanno raggiunto il loro massimo storico nel 2010, risultando pari a 49 miliardi di tonnellate di CO2.

La necessità di decarbonizzare completamente le nostre economie è uno dei punti fondamentali del Global Warming of 1.5°C, il rapporto pubblicato dal Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) .

ECO-DESIGN

Obiettivo del piano, poi, è quello di premere sull’eco-design dei materiali, cioè che sia in grado di riutilizzare le materie prime. Aumentare il ciclo vita degli oggetti significa contenere lo spreco di risorse, favorire il riuso, il riciclo e la riparazione degli oggetti e superare la logica del monouso.

Ad esempio, per i prodotti dell’elettronica, quali laptop, tablet, cellulari serve che siano progettati per durare più a lungo, per poter essere, poi, riciclati con più facilità. Per i cellulari serve mettere in commercio un caricatore universale, così si potrà incidere massivamente per un efficace smaltimento delle apparecchiature elettroniche.

Ogni italiano produce quasi 13 kg a testa di rifiuti elettrici. A livello nazionale sono all’incirca di 800mila tonnellate l’anno.

IMBALLAGGI

Altro problema da risolvere, su cui vuole incidere il Piano è quello degli imballaggi. L’ Europa, entro il 2030, si prefigge che gli imballaggi debbano essere riutilizzabili o riciclabili in modo sostenibile.

A regime, il sistema dovrà funzionare anche perché occorre armonizzare il sistema delle etichettature, per rendere, quanto più possibile efficace ed efficiente, la raccolta differenziata. 

Ogni abitante in Europa produce 173 Kg di imballaggi a testa. 

INNOVAZIONE

Nel settore del tessile, l’obiettivo del piano è incoraggiare l’uso di materie prime secondarie, per rendere i capi di abbigliamento più sostenibili, Quindi, serve innovare, considerando che il 60 per cento della produzione è di origine extra-europea. È necessario sollecitare i produttori a sostenere la produzione del settore, innovando per rendere i capi d’abbigliamento privi di sostanze tossiche.

Meno dell’1 per cento di tutta la produzione tessile del mondo viene riciclata.
Il comparto tessile è il secondo più inquinante al mondo, soprattutto per la cattiva gestione dell’invenduto.

PLASTICA

Da una parte si dovrà ridurre l’uso (e l’abuso) delle bottiglie di plastica, lo si potrà fare rendendo l’acqua pubblica più accessibile.

La Commissione europea nella Circular plastic alliance, aveva già assunto impegni per la riduzione della plastica. Il passaggio successivo è l’abolizione dei prodotti monouso, occorre sostituirli con prodotti riutilizzabili e da bioplastiche biodegradabili o compostabili. 

La plastica rappresenta il 20 per cento del consumo di petrolio.

EDILIZIA

La Strategy for a Sustainable Built Environment adottata dalla Commissione ha previsto le seguenti azioni da intraprendere:

inserire requisiti più performanti per favorire l’utilizzo di materiale riciclato per i prodotti edili;

promuovere i principi descritti nella Circular Economy Principles for buildings design;

sviluppare un Giornale dei lavori;

integrare la valutazione del ciclo di vita (LCA) negli appalti pubblici;

riformare gli obiettivi di recupero del materiale da demolizione stabiliti dalla legislazione dell’UE;

promuovere iniziative volte a ridurre l’impermeabilizzazione del suolo;

ripristinare i brownfield abbandonati o contaminati;

aumentare l’uso sicuro, sostenibile e circolare dei suoli scavati. 

Il settore dell’edilizia è responsabile del 35% della totalità dei rifiuti in Europa.

Il Green Deal, “è la nostra tabella di marcia per rendere sostenibile l’economia dell’UE. Realizzeremo questo obiettivo trasformando le problematiche climatiche e le sfide ambientali in opportunità in tutti i settori politici e rendendo la transizione equa e inclusiva per tutti“.

Approfondimenti

 

Napoli, 4 aprile 2020