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In Bilico Sopra La Follia … Umana
di Martino Ariano

Tra le caratteristiche basi dell’arte, soprattutto di quella contemporanea, troviamo la ribellione e la denuncia.

Sono quest’ultime le caratteristiche principali delle opere apparse pochi giorni fa sul territorio ucraino, la cui firma è del noto Street Artist inglese Banksy.

In mezzo a rovine, case sventrate, dilaniate, simboli di vite, storie sradicate con forza, emergono 7 graffiti, murales.
Stencil in bianco e nero che riproducono attimi di vita quotidiana in uno scenario dove quest’ultima è stata violata.
Ed ecco che:

- a Borodyanka, un quartiere della capitale Kiev, sono apparsi due murales, uno tra le rovine di un asilo, che vede un bambino mettere al tappeto un uomo con una mossa di judo. Un rinvio sia figurativo alla storia biblica di Davide e Golia e sia politico all’espulsione dalla federazione internazionale di judo del presidente russo Putin, in seguito all’invasione dell’Ucraina.
L’altro murales, vede una ragazza intenta a compiere un’acrobazia tra le macerie di un grattacielo.

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- In una delle strade costellata da ferite di guerra, due bambini giocano su un’altalena, che a ben vedere sono due stencil su alcuni blocchi di cemento e l’altalena non è altro che una frisia (un ostacolo difensivo).

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- nella città di Irpin, su di un foro provocato da una bomba, si innalza leggiadra una ballerina che si esibisce con un nastro; – nella città di Irpin, su di un foro provocato   da una bomba, si innalza leggiadra una ballerina che si esibisce con un nastro;

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 - Tra gli edifici danneggiati a Hostomel, su una sedia uno stencil riproduce una donna con i bigodini e in vestaglia che indossa una maschera antigas e tiene in mano un estintore.

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- Un anziano si rilassa, come se nulla fosse, in una vasca, il cui bagno è stato sventrato e di cui resta solo un’idea, data dalla decorazione muro.

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- Infine, troviamo un murales da un valore politico evidente, un’aperta condanna all’operato militare degli invasori russi. Un camion, con la lettera Z, simbolo degli invasori e criminali di guerra russi, trasporta un fallo (un disegno precedentemente realizzato con bombola spray sulla parete).

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A rendere pubbliche le prime foto dei murales fu il fotografo e reporter Ed Ram.
L’artista le ha rivendicate solo qualche giorno più tardi con alcuni post sul suo profilo Instagram.

Su ciò che sta avvenendo in Ucraina l’arte finora è stata in silenzio, impotente.
Banksy ha rotto questo silenzio e, come fece già in altri territori macchiati dal trauma della guerra, ha depositato su brandelli di architetture bombardate le sue opere, le sue denuncie, le sue idee, spesso clandestine, ma crudelmente reali.
Opere da un surrealismo forte e netto, che spiazzano, fanno riflettere e fotografano l’orrenda situazione in cui una guerra fa piombare moltissime persone.
In pochi secondi le vite vendono distrutte e le dinamiche locali e nazionali, storiche, culturali, economiche, politiche vengono scosse, sradicate e spinte alla sopravvivenza e alla ricerca di un equilibrio. Un equilibro non facile da gestire e soprattutto da capire. un equilibrio che si regge grazie ai fili tesi tra le varie Nazioni del mondo.
Ed ecco che subentra l’arte, senza troppe parole, nel pieno silenzio ad irrompere e a rivelarsi chiarificatrice di follie, disumanità ed ingiustizie.
L’arte sa stare in equilibrio sopra la follia.

Madrid, 23 novembre 2022