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Bordello di Mare con città. Un viaggio nell’inferno della coscienza umana

di Domenico De Gregorio

È un filo sottile quello che lega ancora le ex prostitute di un bordello napoletano prigione di corpi ed anime, oggi diventato luogo di pellegrinaggio e miracoli, tutti devoti alla proclamata santa Assunta. Bordello di mare con città di Enzo Moscato per la regia di Carlo Cerciello, in scena al teatro Bellini di Napoli, è un viaggio negli oscuri meandri dell’animo umano, uno scontro tra bassi istinti animanti ed alimentati da un forte spirito di sopravvivenza e riscatto.

Quello che si vede non è reale e quello che si sente e si ascolta è solo la menzogna dettata da donne pronte a tutto per salvare solo se stesse. L’una contro l’altra vivono nella casa, dimora del peccato, Assunta la santa ( Fulvia Carotenuto), Madamina ( Cristina Donadio), Cleò ( Ivana Maione) e Titina ( Imma Villa) tutte intente ad accogliere i malati speranzosi di una guarigione da un male oscuro impronunciabile, ed ad allestire l’oggi santuario per acclamazione della gente e per la tanto attesa venuta del Cardinale ( Lello serao) finalmente deciso ad incontrare la santa Assunta.

Le musiche e le scenografia fanno da sfondo a dialoghi serrati, pungenti, forti, che raccontano vite ai margini, dove il reato, il peccato non fanno più clamore, non fanno più paura, il diavolo è un angelo che ha peccato ma pur sempre un figlio di Dio. Le anime di queste donne sono perse, la truffa ed il raggiro sono l’arma della loro sopravvivenza, ma nulla al confronto dell’orrore della vendetta, all’orrore della morte dell’anima così ben rappresentata in questa opera dove le visioni oniriche di Assunta, o per meglio dire, i suoi deliri, si mescolano alla realtà rendendo tutto buio.

Il dubbio, la consapevolezza che il tradimento è sempre dietro l’angolo, spingono Assunta a leggere la mente della sua amica nemica Titina attraverso Betti ( Sefora Russo) la sua figlia adolescente. Tutti i personaggi di questo dramma dell’animo umano, sono ambigui, non c’è distinzione tra bene ed il male, un inferno in terra che prende corpo nel secondo atto dell’opera , quando l’arrivo del Cardinale rende giustizia alla Santa Assunta, una giustizia malata dal sapore più che amaro che dissolve le maschere fin d’ora indossate dalle ex prostitute.

Lo spettacolo è un susseguirsi di colpi di scena e di sussulti, la tensione sempre alta, fa scorrere veloce le due ore di spettacolo. Grande interpretazione di Enzo Moscato nel ruolo di giornalista, di cronista di una realtà che esso stesso stenta a credere, una realtà difficile da giudicare e da capire fino in fondo. Cala il sipario e gli applausi suggellano un lavoro di grande spessore.

Napoli, 28 ottobre 2016