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Vivere in Campania è a rischio naturale… e non solo in Campania!
di Pasquale Falco

 

Il rischio naturale: gestione dei rischi naturali – metodologia e procedure di analisi dei rischi

Nella catena di interventi in caso di rischi naturali occorre conoscere, in modo generico:

  • le misure preventive, strutturali e non, il ruolo della previsione a breve, medio e lungo termine;
  • gli agenti implicati nei sistemi di allerta;
  • la necessaria educazione del comportamento di fronte al rischio;
  • alcuni aspetti relativi alla legislazione e sistemi di assicurazione in relazione con i rischi naturali.

1Tutto ciò può inquadrarsi negli obbiettivi dell’International Strategy for Disaster Reduction (ISDR), tra i quali occorre sottolineare in modo speciale la necessaria valutazione di pericolosità, vulnerabilità e cartografia del rischio.

La strada, però, per giungere alla creazione di un apparato istituzionale preposto alla tutela della vita e dell’ambiente, in grado di intervenire in caso di emergenza, ma, ancor prima, di mettere in campo azioni di previsione e protezione, non è stata né rapida né agevole.

Dopo il periodo unitario, per esempio, l’unico scenario di azione previsto in caso di calamità naturale era quello di intervenire all’indomani della catastrofe per dare sollievo alle popolazioni sinistrate.

Comunque, dare aiuto alle popolazioni interessate non rientrava tra i compiti prioritari statali, anche se in generale, al verificarsi di un’emergenza, venivano mobilitati ed inviati sul posto del disastro Forze dell’ordine ed Esercito.

Anche dopo l’alluvione di Firenze (1962) e il terremoto del Belice (1968, 236 morti), con la Legge n. 996 dell’8 dicembrefirenze 1970, pur delineandosi la necessità di organizzare interventi finalizzati alla protezione collettiva all’indomani di una catastrofe o calamità naturale, ci si limita ad intervenire al momento dell’avvenuta emergenza.

Predisponendo e coordinando gli interventi finalizzati ad una ottimale organizzazione degli interventi a farsi e a rendere il più rapido possibile il soccorso alle popolazioni colpite.

Solo con la Legge n. 225 del 1992 si sancisce la nascita del Servizio Nazionale di Protezione Civile con il compito di “tutelare l’integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l’ambiente dai danni e dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e altri eventi calamitosi”, che deve muoversi seguendo quattro direttrici principali:

beliceCon questa nuova visione che ha aggiunto alle precedenti ed uniche funzioni di soccorso e assistenza anche la previsione e la prevenzione, la Protezione Civile si occupa di definire anche le cause delle calamità naturali, individuando i rischi presenti sul territorio e di mettere in campo tutte le azioni necessarie a evitare o ridurre al minimo la possibilità che le calamità naturali provochino danni, attraverso l’adozione a vari livelli territoriali di una Pianificazione d’Emergenza, grazie anche al decentramento delle funzioni (a competenze comunali, provinciali, regionali e statali).

Per quel che concerne il rischio naturale e la necessità di stimare la intrinseca pericolosità per l’uomo di un evento eccezionale.

E’ necessario conoscere il rischio, per mitigarlo, grazie ad azioni di previsione e prevenzione

1 euro speso in prevenzione fa risparmiare 100 euro impegnati in riparazione di danni.

 Napoli, 21 settembre 2021