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A un passo dal cielo…..

Gli Azzurri regolano l’Empoli dopo aver espugnato Bergamo e volano a + 8 sul Milan.
di Carlo Gimmelli

Gli azzurri hanno cominciato ad inserire il turbo già Sabato scorso quando, reduci dalla trasferta di Liverpool in settimana, hanno espugnato anche il complicato campo di Bergamo, annullando le velleità da “grande” di un Atalanta senza impegni internazionali e concentrata solo sul campionato; avevamo detto che questa trasferta poteva essere un crocevia anticipato per gli azzurri e così è stato, al momento gli Spallettiani paiono non avere rivali, nonostante la sfortunata sconfitta (ininfluente) di Liverpool, il temuto contraccolpo psicologico non c’è stato e, pur in campo con la pesante assenza di Kvara, hanno contenuto le iniziali sfuriate dei bergamaschi e compiuto l’ennesima rimonta dopo lo svantaggio su rigore.

E ancora una volta ci ha pensato Re Viktor a fare tutto da solo, protagonista assoluto a Bergamo: illude gli orobici allungando un braccio malandrino in area e provocando il penalty del vantaggio neroazzurro ma dopo 5 minuti, quando il Napoli comincia a fare sul serio, svetta sontuoso su una pennellata di Zelinsky e dopo altri dieci minuti dimostra cosa significa fare reparto da solo: su un lancio defilato di Anguissa, sfida in velocità Demiral, fa a sportellate, se ne libera e mette una palla cadeaux per l’accorrente Elmas che dal dischetto fulmina Musso per il gol vittoria.

Capocannoniere assoluto in campionato, in gol da quattro gare consecutive, un catalogo completo di realizzazioni, di potenza, di rapina, di testa, di classe e pensare che c’era chi metteva in dubbio il suo reinserimento in squadra dopo il lungo infortunio.
Ma se le grandi imprese passano anche attraverso segnali catartici il Napoli è sulla strada giusta.

Ieri ha abbattuto lo spettro Empoli che nello scorso torneo portò via sei punti su sei agli azzurri facendo naufragare la rincorsa sul Milan in una sciagurato suicidio che porto gli Spallettiani dal 2 a 0 al 2 a 3 in dieci minuti.

Ieri è stata altra roba, anche se gli azzurri ( sesta partita in sedici giorni tra campionato e coppa) non hanno brillato come al solito dopo la gara gagliarda di Bergamo, Spalletti ha osato un turnover spinto con cinque cambi e ha riproposto Raspadori al posto dell’infortunato Kvara e Ndombelè per Zelinsky.

Primo tempo sotto ritmo con gli azzurri sempre in possesso del pallone ma incapace di dare velocità alla manovra; l’Empoli ha costruito una gabbia su Osimhen troppo solo in area mentre Raspadori faticava sulla fascia non avendo il passo e gli strappi di Kvara; poche emozioni con l’Empoli impegnato a distruggere le trame azzurre e il Napoli troppo lento per superare il traffico in area.

Solo nel finale proprio su Raspa, dopo un rapidissimo scambio, capitava la palla gol ma l’attaccante sverniciava il palo esterno col portiere immobile.

Nella ripresa stesso copione, comincia ad aleggiare l’ansia della maledizione Empoli, ma questa volta il Napoli è più forte della paura e allora Spalletti fa entrare Lozano e Zelinsky e proprio i due entrati cambiano il destino della partita e forse del campionato, il messicano si impossessa della fascia destra e alla prima occasione mette un cross in area su cui si avventa Osimhen che si fa franare addosso dall’incauto difensore, l’arbitro, ben appostato concede il rigore, accademico ma un po’ generoso, e stavolta il nigeriano dà la palla a Lozano che con brivido buca il portiere e fa esplodere il Maradona nell’urlo liberatorio.

Il resto è pura accademia, l’Empoli tenta di mettere fuori la testa ma la differenza tra le due squadre è troppa; comincia il tiki taka Spallettiano, ma Lozano ne ha ancora e prima fa espellere Luperto che gli arpiona la caviglia e nel finale da destra manda al bar il difensore e pennella un cross per l’accorrente Zelinsky che al volo chiude la pratica.

Decima vittoria consecutiva in campionato con Spalletti che uguaglia se stesso bissando il record con l’inter e la Roma.

Ci eravamo ripromessi di seppellire con una risata spernacchiante i continui segnali di razzismo latente (ma non troppo) provenienti da quasi tutti gli stadi dai frustrati tifosi razzisti, ma Sabato a Bergamo si è decisamente andati oltre, c’è da capire che l’ennesima vittoria dei partenopei contro le velleità da “grande” della “dea” capitanata da un tecnico, per carità di valore, ma che sovente è caduto in “inciampi” linguistici spesso ai limiti dell’intolleranza contro i “terroni”, ha depresso oltremodo i “polentoni” di provincia orobici che hanno sputato il proprio endemico razzismo vomitando tutto il repertorio, dalla buonanima di “Napoli colera” di cinquanta anni fa (ignorando che l’epidemia del ’73 fu provocata non dalle precarie condizioni
igieniche ma da una partita di cozze tunisine che una parte della popolazione consumava abitualmente crude), alle bestemmie contro San Gennaro, il solito Vesuvio e il vilipendio di Maradona che, negli anni ’80, li aveva purgati più volte.

Bene, anzi male! Sotto questo profilo la forza dirompente di questa squadra imbattibile ha risvegliato il rosicamento razzista in quasi tutti gli stadi, Verona, Firenze, Roma, Milano, persino l’insignificante (calcisticamente) Cremona e anche in assenza degli azzurri in campo.

Del resto il fenomeno è da sempre gestito all’italiana, derubricato a sfottò o sfogo tribale di poche centinaia di idioti ma anche nel mediocre ultimo derby Roma Lazio, questi ultimi, con una robusta presenza di scorie antisemite in curva, si sono esibiti in ripetuti slogan contro gli Ebrei “romanisti” e se un grande ex arbitro come Collina, oggi designatore arbitrale F.I.F.A, ha criticato il poco coraggio dei colleghi italiani nel fermare le partire e mandare tutti a casa, significa che il problema c’è ed è significativo: altro che vittimismo!

Sabato prossimo gli azzurri hanno la possibilità di blindare la prima parte di questo anomalo campionato creandosi il vuoto alle spalle, arriva l’Udinese e poi una lunghissima sosta fino al 5 gennaio 2023, Spalletti non si fida e maledice il buco creato dai mondiali più corrotti e prezzolati di sempre, ma probabilmente questo campionato verrà ricordato anche per altri motivi.

Non succede, ma se succede……

Napoli, 9 novembre 2022