ven 26 APRILE 2024 ore 01.58
Home Cultura Teatro Diana Napoli : “Signori in Carrozza”

Al Teatro Diana di Napoli un viaggio tra sogni,  emozioni e ricordi in ” Signori in Carrozza”

di Domenico De Gregorio

Grande prima al teatro Diana di Napoli per l’opera “Signori in carrozza” di Andrej Longo, dove lo spettatore prima di entrare in platea ha già potuto godere di un’anteprima di quello che sarà, uno spettacolo corale, originale, curato nella regia puntuale di Paolo Sassanelli, che per sé ha ritagliato volutamente un ruolo minore, onde meglio tirare le fila di un gioco scenico, in cui  nulla è stato lasciato al caso. Una messinscena senza cadute di ritmo, difficile da allestire e da gestire, a metà fra il musical ed il racconto, per narrare il fronteggiarsi di due compagnie in gara per salire sul treno, “La Valigia delle Indie”,  Londra-Brindisi-Bombay ed allietare così il viaggio dei passeggeri. Due filosofie e due stili diversissimi, incarnati, nelle complicate simmetrie delle scene di gruppo, dai leader dei due schieramenti artistici, il Direttore, convinto testimone della tradizione del teatro partenopeo, a cui ha dato vita un Ernesto Lama in stato di grazia, con voce potente e caratterizzazioni indovinate, da Nino Taranto in poi,  e la disinvolta Margherita Vicario, che ha regalato al pubblico gustose performances, fra il jazz e lo swing, con brio e naturalezza da attrice navigata. E’ stata Marit Nissen,  la bella attrice e doppiatrice tedesca,  compagna di vita e di scena di Sassanelli, qui nei panni di Frida, a fare all’inizio da “trait – d’ – union” fra i due modi di concepire lo spettacolo,  lasciando intendere esperienze dolorose alle spalle,  e  quindi disposta,  nonostante i modi rudi,  all’accoglienza del diverso.  E’ un attimo e i due gruppi,  i “signori” e gli “zingari” dopo ripetute schermaglie, trovano un’intesa. A suggellare l’unione, l’esecuzione  congiunta dei brani più diversi, fino all’irresistibile “Rumba degli Scugnizzi”, ove la melodia e le parole di Viviani hanno dato vita ai minuti più coinvolgenti dello spettacolo, con l’irrinunciabile apporto di  Ivano Schiavi e  Sergio Del Prete.  L’Ensemble “Musica da Ripostiglio” , in una performance nei toni e nei ritmi vicinissima alla tradizione  dell’Orchestra di Piazza Vittorio e a quella “Wedding and Funeral” di Bregovic, ha confermato la classe che l’ha distinta in quest’ultima stagione, in “Servo per Due”,  con Pierfrancesco Favino. I due “capocomici”,  nella storia,  finiscono per sognare insieme un futuro a Broadway,  in una rinnovata alleanza,  stretta ancor di più dalla passione e dalla paura per un fantasma che si aggira nell’antico teatro in cui fanno le prove, tale Pasquale Cafiero, attore fallito, che vorrebbe che le due compagnie rinnovassero la tradizione della sala in disuso nella quale si trovano, pena la maledizione di non lavorare più in futuro, e per questo lascia loro in eredità un baule pieno di costumi di scena.  Nessuno ci casca, però.  Il “fantasma” altri non è, “en travesti”,  che il gestore del teatro,  l’irresistibile Giovanni Esposito,  il quale davvero in ogni modo prova a trattenere gli artisti,  improvvisando divertentissimi siparietti che hanno appassionato e divertito il pubblico.
Le audizioni per salire sulla “Valigia delle Indie”,  si comprende alla fine,  sono solo un pretesto per fare in modo che la sala teatrale chiusa ritorni alla vita. Nulla di tutto quello che si è detto, dunque, è vero. In chiusura, sullo schermo in fondo al palcoscenico, proiezioni ricche di emozioni mostrano le performances degli attori, i loro lavori, una sorta di gioco che trova la sua ragione in un puro e sentito atto d’amore verso il teatro, ambiente magico dove i sogni possono diventare, anche se per poco, realtà.