gio 2 MAGGIO 2024 ore 18.43
Home Sport Rosso di rabbia. Giovanni Della Pietra. Nola

Rosso di rabbia
di Giovanni Della Pietra

 

Inter supercampione allo scadere


8L’Inter guidato da Simone Inzaghi trionfa nella Finale di Supercoppa Italiana contro il Napoli di Walter Mazzarri, tenutasi a Riyadh come culmine di un nuovo torneo a 4 squadre. Decisivo il gol di Lautaro Martinez per alzare il trofeo per la terza edizione consecutiva, pareggiando il record del Milan di Capello (1992 – 1994) e rendendo il proprio allenatore il più vincente nella competizione, a quota 5 trofei conquistati. Un Napoli tutto cuore, che è rimasto con un uomo in meno dal 60’, non riesce a portare la gara ai rigori.

La partita
Le due squadre provengono da momenti opposti: l’Inter cavalca il momentum della fantastica vittoria contro la Lazio in semifinale e del cammino nelle ultime 5 partite ufficiali, in cui è rimasto imbattuto, fermata sul pareggio solo sull’ostico campo di Marassi contro il Genoa. Ultimo inciampo dei nerazzurri è la sconfitta contro il Bologna in Coppa Italia, arrivata però ai supplementari.

Napoli che sembra in ripresa dopo due vittorie consecutive tra Salernitana in campionato e Fiorentina in semifinale di Supercoppa: in questa stagione, la squadra partenopea non è mai riuscita ad arrivare a tre successi consecutivi in tutte le competizioni. Ma questa è una finale, e quindi i punti raccolti finora restano al campionato, per cui fanno statistica i precedenti tra le due squadre: testa a testa a tinte neroazzurre, con 3 vittorie negli ultimi 5 confronti, mentre gli azzurri contano solamente un successo negli ultimi 10 scontri head to head.
Tra i ranghi del Biscione, l’unico assente risulta essere Juan Cuadrado, per un infortunio al tendine d’Achille, ma già sostituito sul mercato con1 l’arrivo del canadese Tajon Buchanan, dal Club Brugge. Per cui confermata la formazione che ha dominato contro la Lazio, con il solo De Vrij a sostituire l’acciaccato Bastoni (comunque disponibile).
In casa Napoli, l’emergenza delle passate giornate non si è affievolita: mancano all’appello il portiere titolare Alex Meret, il difensore brasiliano Natan, il lungodegente Oliveira, al seguito della squadra nella trasferta araba, ma spiccano le assenze dei titolarissimi Frank Zambo Anguissa e del cannoniere Victor Osimhen, impegnati nella competizione continentale africana. Ritorna in gruppo Diego Demme e si aggiunge alla panchina il neo-acquisto Cyril Ngonge, proveniente dall’Hellas Verona. Confermatissimo il 3-4-2-1 con cui il Napoli ha battuto la Fiorentina, con l’unica sostituzione di Mario Rui, non al meglio, con Zerbin.
La prima frazione di gioco è caratterizzata da numerose potenziali occasioni, ma di tiri reali verso lo specchio della porta ce ne sono stati ben 5pochi. Il Napoli va in pressione alta sui calciatori dell’Inter prendendo con gli attaccanti l’intero reparto difensivo nerazzurro, e con Lobotka e Politano a francobollare Calhanoglu, fulcro del gioco dell’Inter, per limitarne lo sviluppo del gioco. Il primo squillo della partita arriva al 15’, quando Dimarco colpisce con un sinistro al volo con la palla che sibila a pochi centimetri dal palo. Nei successivi minuti, l’Inter riesce a trovare più volte la conclusione dalla distanza, prima con Hakan Calhanoglu, poi con Mkhitaryan ed in seguito riesce più volte a superare la trappola preparata da Walter Mazzarri, costringendo gli azzurri ad arretrare il proprio baricentro di gioco. Al 38’, la squadra nerazzurra trova Marcus Thuram alle spalle della difesa napoletana, serve palla al centro per Lautaro Martinez, che pensa di aver segnato il gol del provvisorio vantaggio, ma il guardalinee segnala una netta posizione di fuorigioco, per cui la rete viene annullata. Il primo tempo si conclude con il risultato di 0-0.
La ripresa inizia però inizia con lo stesso canovaccio tattico, ma cambia l’atteggiamento arbitrale in una partita fino ad allora con grandi tratti agonistici, ma mai cattiva. Tra il 45’ e 55’ l’arbitro Rapuano mette a referto ben 5 ammonizioni, alcune anche molto generose come quella di Simeone o quella di Barella. In quei minuti, si osserva l’unica occasione reale avuta dagli azzurri nei 90 minuti: Lobotka, ruba palla a metà2 campo, taglia il campo in corsa e serve Kvaratskhelia, che con un tiro a giro cerca il palo più lontano trovando la pronta opposizione di Sommer. Al 60’, l’episodio che svolta la partita: Simeone, già ammonito, entra in ritardo su Acerbi con un classico step on foot, ormai giallo da regolamento, quindi il giocatore argentino del Napoli viene espulso. Da lì in poi, il Napoli si arrocca nella sua area di rigore cercando di fare densità e di limitare le sortite offensive dell’Inter. Al 66’ e al 72’ due grandi occasioni per l’Inter capitano sui piedi di Thuram, che entrambe le volte non riesce a concludere correttamente verso la porta da pochi passi. L’Inter continua ad accerchiare il Napoli, che ormai non riesce ad uscire dalla propria metà campo e all’84’ solamente un grande intervento del portiere Gollini riesce ad impedisce ad Arnautovic di portare il punteggio sull’1-0, cosa che avviene al 91’, quando Pavard riesce a servire in area di rigore Lautaro Martinez, che da pochi passi non sbaglia. L’immagine conclusiva è l’attaccante argentino dell’Inter che corre sotto lo spicchio di stadio occupato dai suoi tifosi per festeggiare con loro il vantaggio e il trionfo.

Il punto Della Pietra
6La prima finale del nuovo format della supercoppa è Napoli – Inter: i nerazzurri, partecipano alla competizione in qualità di vincitori della Coppa Italia, ed eliminando in semifinale la Lazio, mentre il Napoli si presenta a Riyadh con i gradi di Campione d’Italia, superando nel precedente turno la Fiorentina. La finale si gioca al Al-Awwal Park di Riyadh, questa volta gremito con la presenza di numerosi ambasciator della Serie A. Fa cronaca e anche scalpore, il minuto di silenzio in memoria di Gigi Riva, leggenda del calcio italiano, deceduta a poche ore dall’evento, sia per l’insolito posizionamento, ovvero prima del secondo tempo, sia perché soverchiato di fischi dell’Al-Awwal Park. Che sia un problema di gestione di orari o di tradizioni inconciliabili, è un vero peccato che il ricordo di una leggenda venga deturpato in questo modo.

Tornando al campo, la sensazione è stata quella di una partita in cui il pallino del gioco è stato sempre in mano all’Inter, che ha gestito tempi e spazi, e soprattutto di un Napoli, che ha concesso campo all’avversario in nome di una manifesta inferiorità tattica e tecnica. Il Napoli non si affaccia mai dalle parti di Sommer, se non in sporadiche occasioni prive di velleità, quasi alla ricerca di un risultato che allungasse la partita fino ai penalty, dove sarebbe stata una lotta maggiormente paritaria. C’è poi da considerare che dal 60° minuto di gioco, l’Inter ha potuto sfruttare una inaspettata superiorità numerica che ha consentito di consolidare palleggio ed azioni, fino a raggiungere una vittoria anche meritata.

Pagelle
Napoli: Gollini 6.5; Di Lorenzo 6, Rrhamani 6.5, Juan Jesus 6; Zerbin 5 (58’ Ostigard 6), Lobotka 7, Cajuste 6 (74’ Mario Rui 5.5), Mazzocchi 5.5 6(74’ Raspadori 5.5); Politano 5.5 (70’ Lindstrom 6), Kvaratskhelia 6 (70’ Gaetano 5.5); Simeone 5. All. Mazzarri: 5.5

Inter: Sommer 6; Pavard 7, De Vrij 6 (62’ Carlos Augusto 6), Acerbi 6; Darmian 6.5, Barella 5.5 (62’ Frattesi 6), Calhanoglu 6, Mkhitaryan 6.5, Dimarco 6 (81’ Arnautovic 6); Thuram 5.5 (81’ Sanchez 6.5), L. Martinez 7.5 (91’ Bisseck s.v.). All. S.Inzaghi 7.5

I migliori
Lautaro Martinez 7.5: Leader in campo e cecchino sotto porta. Combatte, recupera palla, si muove tra le linee e segna. Non ha un numero impressionante di palle gol come al solito, ma l’unica buona che ha la trasforma in oro.

7S. Inzaghi 7.5: È il re di coppa, anzi di Supercoppa. Scrive il suo nome negli annali della competizione: per ora è lui l’allenatore più vincente di sempre. Come uno squalo sente il sangue della preda in difficoltà, e come uno stratega, pedina dopo pedina, cambio dopo cambio, accerchia il Napoli e lo chiude nella sua area di rigore. La sua squadra, in alcuni momenti, assume i tratti della perfezione anche in una delle serate più opache delle ultime: nell’epoca degli highlights, guardare l’Inter giocare e gestire i tempi, ti riconcilia con il mondo. Guardate la sua Inter e ri-innamoratevi del calcio.

Lobotka 7: Testa, cuore e motore della squadra. Torna sui livelli della passata stagione, ma è costretto a fare densità e non si fa pregare. Leggera imprecisione sull’azione che poi porta al vantaggio dell’Inter. Chissà se…

I peggiori
Simeone 5: Si sbatte tanto, ma riceve poco. Guadagna qualche buon fallo per far salire la squadra, ma si muove male in fase offensiva. Inesistente9 la prima ammonizione, ma una volta ammonito deve fare più attenzione.

Mazzarri 5.5: In conferenza ha detto che non avrebbe firmato per il pareggio, ma il campo dice tutt’altro. Apparecchia tutto bene, ma l’Inter è troppo affamato ed esce dalla sua trappola trovando un uomo tra le linee. Sfortunato poi con l’espulsione di Simeone, che gli rovina tutti i piani difensivi. La rabbia gli appanna le idee e sostituisce tutti quelli che avrebbero potuto far rifiatare la squadra. Incompiuto.

Barella 5.5: Tanta corsa come sempre, lucidità nel posizionarsi, ma meno preciso del solito.

Arbitro
10Rapuano 4: Il suo curriculum è avaro di big match: l’ultimo è lo 0-4 del Milan al Maradona e si ritrova a fare una finale. Pessima distribuzione dei cartellini: nella prima frazione gestisce i cartellini e fa bene per l’alto tasso agonistico della partita; nella seconda frazione cambia registro e ogni fallo è un’ammonizione. Generosi il giallo di Simeone e, seppur per proteste, anche quello per Barella perché le proteste, molto labili, derivano da un fallo inesistente. Giusto il secondo giallo di Simeone.

Nola, 24 gennaio 2024

 

Similar articles