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Rapporto Save the Children. Mamme equilibriste tra casa, figli e lavoro al tempo della pandemia.
di Andrea Tafuro

 

 

 “Il Covid ha messo tutti noi di fronte a un’emergenza prima di tutto sanitaria, ma che presto si è rivelata essere una crisi anche sociale, economica ed educativa. Le mamme in Italia hanno pagato e continuano a pagare un tributo altissimo a queste emergenze. È importante ora indirizzare gli sforzi verso la concreta realizzazione di obiettivi che mirino, oltre che ad incentivare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, ad affrancarle sul fronte del lavoro non retribuito”.

Antonella Inverno, Save the Children

 

 

96mila mamme italiane con figli minori, hanno perso il lavoro.
6 milioni circa, sono le mamme con figli minorenni in Italia.
Le donne italiane sono le più anziane d’Europa alla nascita del primo figlio.
Armonizzare vita familiare e lavorativa è
difficoltoso per le donne italiane.
Nel Belpaese
risulta scarso il sostegno alla genitorialità.

 

copertina_report_le_equilibriste_2021No! Non è un bollettino dell’ultima emergenza nazionale.

Sono i dati del report annuale: “Le equilibriste: la maternità in Italia 2021” di Save the Children, che riporta la situazione delle donne e delle mamme in Italia. Il lavoro di cura, la denatalità, le mamme e il lavoro e i servizi di sostegno all’infanzia nel contesto pandemia.

96mila mamme italiane con figli minori, hanno perso il lavoro. Nell’anno della pandemia, 456 mila posti di lavoro, sono svaniti (-2% rispetto al 2019). Le più colpite ancora una volta sono state le donne con 249mila posti in meno (- 2,5%) rispetto ai 207mila uomini (- 1,5 per cento). Di queste 249mila donne che hanno perso il lavoro nel corso del 2020, ben 96mila sono mamme con figli minori. Quattro su 5 hanno figli con meno di cinque anni, proprio quelle mamme che per seguire i bambini più piccoli, hanno dovuto rinunciare al lavoro o ne sono state espulse. La grande maggioranza degli occupati con un lavoro part time, nel 2020, sono le, quasi 3 su 4 (73% del totale). Spesso sono mamme di figli minorenni: il 38,1% (quasi 2 su 5) hanno un contratto part time a fronte del 5,6% dei padri nella stessa condizione.

6 milioni circa, sono le mamme con figli minorenni in Italia. Il report descrive, così, il fenomeno “Nell’anno della pandemia molte di loro sono state significativamente penalizzate nel mercato del lavoro, a causa del carico di lavoro domestico e di cura che hanno dovuto sostenere durante i periodi di chiusura dei servizi per l’infanzia e delle scuole”. Il divario di genere nei tassi di occupazione, sale moltissimo tra i genitori di figli minorenni. Nel 2020, è aumentato di mezzo punto, arrivando a 30,7% di differenza, con i papà occupati all’87,8% e le mamme occupate al 57,1 per cento.

Le donne italiane sono le più anziane d’Europa alla nascita del primo figlio (32,2 anni contro una media di mamme in Eu di 29,4 educare-figlianni). E fanno sempre meno figli: le nascite sono meno 16mila nel 2020 (-3,8% rispetto all’anno precedente). Secondo l’Istat, negli ultimi mesi dell’anno (novembre e dicembre), a novembre, il calo è del -8,2% e a dicembre tocca – 10,3 per cento.

Armonizzare vita familiare e lavorativa è difficoltoso, soprattutto per le donne. Nel 2019 le dimissioni o risoluzioni consensuali del rapporto di lavoro di lavoratori padri e lavoratrici madri hanno riguardato 51.558 persone, ma oltre 7 provvedimenti su 10 (37.611, il 72,9%) erano di lavoratrici madri e nella maggior parte dei casi la motivazione alla base di questa scelta era la proprio la difficoltà di conciliare l’occupazione lavorativa con le esigenze dei figli: assenza di parenti di supporto, elevata incidenza dei costi di assistenza al neonato (asilo nido o baby sitter), mancato accoglimento al nido, le giustificazioni più ricorrenti.

Madre-figlia-653x362Risulta scarso il sostegno alla genitorialità. Nell’anno della pandemia sono stati approvati i decreti Cura Italia e Rilancio (e successivamente il decreto legge 30/2021) a sostegno dei genitori lavoratori con due misure: un congedo parentale straordinario e un bonus baby-sitter. Nel 2020 le domande accolte per il bonus baby-sitting sono state 1.078.173, da parte di 720 mila richiedenti (una diversa domanda per ogni figlio), per un totale degli importi di quasi 1 miliardo di euro. La maggior parte delle domande è stata presentata da mamme: il 70% nel settore privato/autonomo e il 61% nel pubblico. Per il congedo straordinario, le donne che hanno fatto richiesta sono state quasi 4 su 5, il 78% dei richiedenti. “Un chiaro segnale dello sbilanciamento del carico familiare all’interno della coppia – sottolinea il report – e anche del maggiore peso sostenuto dalle madri lavoratrici nel corso dell’emergenza rispetto ai padri”.

L’ambito lavoro mostra la situazione delle regioni più virtuose con ai primi posti la Provincia Autonoma di Bolzano, la Valle d’Aosta e la103458872-35e60fb6-f889-48d5-a793-42775f8a476c Provincia Autonoma di Trento seguite da Emilia-Romagna e Lombardia. Anche Sicilia, Campania e Calabria occupano rispettivamente il 2, 20 e 19 posto. Dai dati emerge un miglioramento della situazione dal 2004 al 2008, quando si registra un lento declino. Tutte le regioni del Mezzogiorno, eccetto l’Abruzzo nel 2008, presentano per le sette annualità di confronto, valori ampiamente inferiori al 100 di riferimento. Nell’area servizi, al primo posto c’è la Provincia Autonoma di Trento seguita da Valle d’Aosta e Friuli-Venezia Giulia. La Toscana occupa il 4 posto, mentre la Provincia Autonoma di Bolzano perde una posizione e si attesta al 5.

Napoli, 10 maggio 2021