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Presidente Commissione Ue : Ursula von der Leyen

di Tina Pollice

Con una maggioranza risicata, 383 voti favorevoli, 327 contrari e 22 astenuti, è stata eletta la Presidente della Commissione Ue la democristiana tedesca Ursula von der Leyen. 

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Come ha subito ricordato il neo-presidente del Parlamento europeo David Sassoli (PD) per la von der Leyen gli esami sono appena iniziati: «Adesso inizia una fase molto importante per le istituzioni europee, dovremo prepararci alle audizioni dei commissari designati, che, come saprà, saranno molto scrupolose da parte dei componenti di questo parlamento. Ci aspettiamo che i temi di cui oggi ha parlato davanti all’Aula saranno approfonditi e seguiti anche dai componenti del suo collegio, durante le audizioni preso le commissioni competenti. prossimi anni saranno molto importanti per il futuro dell’Unione e possiamo affrontarli con successo solo se ci sarà una stretta cooperazione tra le istituzioni».

Ursula von der Leyen segue un destino di famiglia: nella capitale belga infatti, suo padre, Ernst Albrecht, fu uno dei giovani pionieri della Comunità europea del carbone e dell’acciaio, partecipò alla redazione del Trattato di Roma, divenne capo di gabinetto del primo commissario alla concorrenza e poi direttore generale.

Madre di sette figli, sempre perfettamente pettinata, vestita con eleganza un po’ demodé, composta anche nelle situazioni più drammatiche, mai uno scatto d’ira, von der Leyen è l’immagine della grazia e dell’autocontrollo in ogni circostanza.

Questione di lignaggio familiare aristocratico, colto e benestante. Quello suo, che la vede discendere da Johann Ludwig Knoop, industriale anseatico, imprenditore del cotone, fatto barone dallo zar Alessandro II. E quello del marito, Heyko von der Leyen, erede di una dinastia nobiliare che fatto le sue fortune con il commercio della seta, sposato nel 1986.  Se c’è una persona che ha fatto la politica per passione questa è Ursula von der Leyen.

La strada per portare a una Commissione europea nelle sue piene funzioni è ancora lunga e, probabilmente, seminata di trabocchetti.

Fa molto discutere il fatto che nell’elezione della von der Leyen abbiano svolto un ruolo determinante gli europarlamentari del Movimento 5 Stelle (mentre i loro alleati della Lega hanno votato no con il fronte sovranista) che hanno tenuto a rimarcare che «La nostra fiducia non sarà mai al buio, non sarà MAI scontata, nemmeno per un minuto. Se i tanti buoni propositi del suo discorso diverranno realtà, potrà allora contare sul nostro appoggio, ma se queste si riveleranno solo parole, troverà nella delegazione del Movimento 5 Stelle la più decisa, feroce opposizione che si possa immaginare».

Una posizione confermata in aula dall’europarlamentare M5S Dino Giarrusso: «La nostra fiducia non sarà mai al buio, non sarà mai scontata, nemmeno per un minuto. Al contrario il nostro supporto sarà un’arma per fare da pungolo alla sua azione politica. L’abbiamo sentita parlare di un’Europa giusta ed equa, di tutela dell’ambiente, delle donne, dei lavoratori. L’abbiamo sentita parlare di Salario minimo orario, dell’obbligo di salvare le vite umane. Bene: l’unione Europea deve prendersi su questo ad altri temi le proprie responsabilità, e non può più scaricare su un solo Stato l’epocale fenomeno dell’immigrazione».

La capodelegazione del Movimento 5 Stelle, Tiziana Beghin, si è rivolta direttamente alla neo-presidente della Commissione europea, ricordandole: «Signora Von Der Leyen, dopo il nostro incontro, Lei ha fatto suoi i punti principali del nostro programma e garantito che si impegnerà a realizzare un salario minimo europeo, un nuovo patto sull’immigrazione, riforme ambiziose per il clima e a garantire finalmente l’iniziativa legislativa al Parlamento europeo. Sono lieta di vedere una donna destinata a presiedere l’esecutivo europeo, ma io mi auguro che il cambiamento non si fermi qui. Per questo il Movimento 5 Stelle intende sostenere la Sua candidatura, ma ogni giorno nei prossimi cinque anni Lei dovrà dimostrarsi degna di questa fiducia. il Movimento Cinque Stelle monitorerà costantemente il suo mandato e sarà, se necessario, molto duro con lei».

Napoli, 19 luglio 2019