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NAPOLI ATP 250 CUP: TOP & FLOP…..

di Carlo Gimmelli

L’ARENA SUL MARE INCANTA ATLETI E TURISTI MA, L’ORGANIZZAZIONE FALLISCE L’APPUNTAMENTO CON IL GRANDE TENNIS.

Il tramonto di Mergellina in questo anomalo scorcio estivo ottobrino incornicia iconicamente la chiusura del Torneo Internazionale Cup Challenger 250 che ha portato sotto il Vesuvio un parterre di alcuni dei top players della classifica Atp.

La finale, sperata, tutta italiana tra il migliore tennista azzurro Matteo Berrettini, numero 14 al mondo e l’emergente ventenne Musetti, al 23° posto nel ranking, amici e compagni in nazionale, si è risolta senza troppi patemi (7\6 6\2) a favore di quest’ultimo in appena 123’ con Berrettini in evidente difficoltà dopo il primo combattuto set per il riacutizzarsi del dolore per l’infortunio al piede che lo aveva costretto a stringere i denti nella sofferta semifinale vinta contro l’americano McDonald.

Secondo titolo vinto in carriera dal giovanissimo carrarese, ancora un talento espresso dal rinato tennis Tricolore, ripartito da un decennio dopo gli anni bui con le nuove nidiate dei millenials Sinner (13°), Musetti oltre ai già affermati Berrettini, Fognini, Sonego e alle tenniste Trevisan, Camilla Giorgi, Bronzetti.

Nel week end del grande tennis, dunque, Napoli risponde da par suo con il sold out dell’Arena da 4.000 posti e grande partecipazione, di chi non ha trovato biglietti, presso i maxischermi allestiti nello storico Tennis club Napoli.

Tuttavia il gran finale ha salvato solo in parte il flop della prima fase del torneo, partito con l’incredibile farsa dell’impraticabilità del campo di gioco in cemento per una mezza giornata di pioggia, giovedì 13 ottobre, ridotto ad un acquitrino di buche e avvallamenti a poche ore dall’inizio della gara inaugurale.

Giocatori increduli e innervositi dallo spettacolo di un manto sintetico ridotto a panno da Subbuteo stiracchiato male: grinze e pezzi di cemento staccati con rimbalzi improbabili; organizzazione nel caos, con le prime due giornate giocate nel Tennis club di Monteruscello a porte chiuse, figuraccia internazionale mentre gli organizzatori si giustificavano tirando in ballo la Mapei, l’azienda allestitrice dei campi.

La corsa contro il tempo per ordinare e allestire un nuovo campo sembrava aver riportato il sereno con l’avvio delle gare in Arena spostato a Martedì 18 con l’arrivo dei big, ma il fato e la disorganizzazione hanno infierito contro Napoli con il rinvio di tutte le gare serali causa eccessiva umidità che rendeva il campo scivoloso e impraticabile.

Inevitabile la contestazione di giovedì 20 quando il non numeroso pubblico rumoreggiava pesantemente alla comunicazione dell’ennesimo stop serale che vedeva impegnato il nostro Fognini, contestazione che si palesava poco dopo presso la biglietteria del Tennis club con una rumorosa richiesta di rimborso dei costosi biglietti, inizialmente negato; solo l’intervento della Polizia aveva consentito l’inevitabile compromesso.

Il meraviglioso disastro organizzativo si concludeva (in)degnamente con la complicata gestione dell’accoglienza che ha creato ulteriori polemiche social del doppista Colombiano Barrientos “sfrattato” dall’hotel dove alloggiava con la famiglia mentre era in campo a giocarsi la qualificazione per un “errore” nella prenotazione della stanza.

Insomma un ritorno travagliato del “grande tennis” a Napoli che ha appannato l’immagine della città che con la politica dei grandi eventi sta faticosamente tentando un rilancio economico e d’immagine in un panorama internazionale complicato.

Napoli era stata inserita nel circuito Atp il 9 luglio con l’annullamento del torneo di Mosca per i noti motivi ma i lavori sono cominciati solo a metà settembre e su una campo all’aperto, a ottobre inoltrato, a 10 metri dal mare, ma il fattore climatico è stato del tutto ignorato dagli organizzatori.

Sul banco degli imputati l’immarcescibile patron del tennis club Riccardo Villari, mitologico personaggio politico di un dimenticabile passato, figlioccio dell’inossidabile Enzo scotti e passato in un trentennio sotto una decina di simboli partitici dalla natia DC, all’UDC, Udeur, PD (poi espulso), radicali, Misto, PDL, per poi finire (momentaneamente?) la variopinta carriera da deputato nelle fila di Forza Italia e quindi nella memorabile compagine Grandi autonomie e Libertà nel 2018.

Assurto agli onori della farsa politica nel 2008 quando fu nominato Presidente della commissione di Vigilanza RAI, con i voti dell’opposizione del PDL (militava in qual periodo nel PD) per fare un dispetto al candidato PD Leoluca Orlando e rifiutando di dimettersi per tre mesi anche dopo l’accordo tra i contendenti.

Soprannominato da chi non lo ama “Vinavil” per l’attaccamento alle poltrona dal 2017 presiede lo storico ed esclusivo Club di Viale Dhorn, al centro periodicamente di roventi polemiche per l’affitto simbolico di 10.000 euro mensili concesso generosamente dal Comune, proprietario del sito, 40.000 metri quadrati, 6 campi da gioco, club house, ristorante, piscina, sul lungomare Caracciolo in uno dei siti più famosi al mondo.

Una vera regalia concessa da uno dei comuni più indebitati d’Italia.

Emblematica la conferenza stampa nei giorni difficili del torneo: “Sono responsabile ma non ho colpe” un sunto della capacità oratoria contorsionistica del personaggio.

Intanto il capo dell’opposizione Catello Maresca ha posto la questione all’ordine del giorno in Consiglio comunale, chiedendo le dimissione di Villari, ma visti i precedenti, sarà una pia illusione.

Ora è tempo di bilanci, come detto, Villari ha riproposto la candidatura di Napoli come sede stabile per il circuito Challenge ATP, magari sulla terra rossa, più congeniale al clima e in un periodo più consono.

Ma l’eco internazionale del pasticcio organizzativo ha reso impervio il percorso di rendere Napoli una tappa fissa nonostante i commenti entusiasti di quasi tutti gli atleti sulla unicità e sul fascino della location, e alcuni di essi, tra cui Fognini e Berrettini non hanno resistito alla tentazione di un tuffo nelle acque della rotonda Diaz dopo le gare.

Napoli incanta sempre, nonostante tutto.

Napoli, 24 ottobre 2022