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Matilde Serao. Se le donne che leggono sono pericolose, figuriamoci quelle che scrivono!

di Stefania Di Martino

Matilde Serao nasce in una famiglia agiata e nobile, da padre avvocato e giornalista.

Nonostante fosse priva di titolo di studio, in poco tempo riuscì a ottenere il diploma di maestra. Nonostante buona parte della giornata fosse assorbita dal lavoro, la vocazione letteraria non tardò a divenire prepotente.

Cominciò dapprima con brevi articoli, poi passò a bozzetti e alle novelle.

A 26 anni lasciò Napoli per andare a Roma dove collaborò per cinque anni con il Capitan Fracassa.

In occasione dell’uscita del libro che la rese famosa, “Fantasia”, il commento del critico Edoardo Scarfoglio non fu favorevole.

Successivamente tra Matilde Serao ed Edoardo Scarfoglio nacque un’unione sentimentale, ma anche un sodalizio professionale.

Scarfoglio pensava da tempo di fondare un proprio giornale quotidiano e realizzò il suo progetto insieme a Matilde: nel 1885 fondarono il “Corriere di Roma”.

Tuttavia il giornale non decollò, per la concorrenza de “La Tribuna”, il quotidiano romano allora più diffuso.

Il giornalismo era per Matilde Serao terreno di osservazioni, di costumi, che lei portava poi nei suoi romanzi. Proprio per questo è da riconoscere che «Donna Matilde aveva il giornalismo nel sangue».

A Causa di forti problemi finanziari, Matilde e suo marito furono costretti ad accettare la proposta del banchiere livornese Matteo Schilizzi, proprietario del quotidiano “Corriere del mattino” a Napoli. Il banchiere si accollò i debiti del quotidiano romano e il Corriere di Roma cessò le pubblicazioni. Poco dopo venne fuso con il Corriere del Mattino e dall’unione nacque il Corriere di Napoli. Serao chiamò a collaborare al giornale firme prestigiose come Giosuè Carducci e Gabriele D’Annunzio.

Insomma la Serao ha ottenuto un’altra piccola vittoria che è servita all’emancipazione del genere femminile, piccolo passo per l’umanità, un grande passo per le donne.

Napoli, 31 marzo 2019