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Legge antifumo. Per il Governo nel Lazio si può fare, in Campania no

di Giovanna Mirabella

Terra dei fuochi, e pure dei fumi. Sembra questo il destino a cui dovrà arrendersi la Campania. Con una scelta singolare il governo, nell’ultimo consiglio dei ministri, ha deciso di mortificarla di nuovo stabilendo di impugnare una recente legge regionale che, sostanzialmente all’unanimità, aveva predisposto misure concrete per la lotta al tabagismo e la tutela alla salute, sulla scorta di un analogo testo approvato dalla Regione Lazio e mai contestato dall’esecutivo.

Una disparità di trattamento difficile da digerire e anche da comprendere. Le due normative, infatti, hanno la stessa paternità politica, visto che scaturiscono da altrettante iniziative del Movimento 5 Stelle. Sia Lazio che Campania, inoltre, per motivi di bilancio hanno subito il commissariamento della sanità, affidata direttamente ai due rispettivi governatori, entrambi di matrice Pd. Il Lazio, però, ha appena ottenuto l’ok al piano di rientro del disavanzo sanitario, uscendo di fatto dall’impasse, mentre la Campania ancora no.

Il consiglio dei ministri – si legge nel documento ufficiale di Palazzo Chigi – ha deliberato di impugnare la legge campana in quanto “interferisce con le funzioni del commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario e si pone altresì in contrasto con le previsioni di detto piano, in violazione dei principi di coordinamento della finanza pubblica”.

Peccato davvero, perché nel testo sono contenuti principi importanti, come quello che incentiva la riduzione del danno sulla salute come politica sanitaria da implementare a livello regionale, inasprendo le sanzioni per chi fuma una sigaretta nelle vicinanze di una scuola o di una struttura sanitaria, riducendo l’impatto che gli scarti del fumo, cioè i mozziconi ormai inutilizzabili e spesso gettati in terra, hanno sull’ambiente, e agendo attivamente per ridurre il numero dei fumatori. Nel testo, però, figurano anche 50mila euro di fondi stanziati per una campagna che faccia da deterrente a chi ha intenzione di cominciare a fumare. Una cifra che evidentemente è bastata per far scattare il meccanismo di impugnazione da parte del governo. Con la stessa formula, peraltro, il precedente consiglio dei ministri aveva preso di mira un altro provvedimento, in quel caso in materia di neuropsichiatria. In questo modo, mentre le altre zone del paese fanno passi avanti, Napoli vede ogni sforzo vanificato. Questa volta sull’altare di una rigorosa applicazione di principi economici o, più probabilmente, per dare corso alle più disinvolte strategie preelettorali.

Napoli, 13 dicembre 2017