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Le nostre ricchezze
di Giulia Di Nola

Nelle sue bellezze artistiche e culturali, la nostra nazione non ha nulla da invidiare agli altri paesi essendo, quel patrimonio, una ricchezza inestimabile.

Non sempre valorizzato, è anzi spesso lasciato all’incuria e all’abbandono soprattutto da parte di chi, invece, non ha capito l’importanza dei nostri beni culturali.

Valorizzarli e custodirli adeguatamente, potrebbe, infatti, dare nuovo slancio allo sviluppo regionale non solo economico, ma anche estetico incentivando i secolari livelli di bellezza nel paese, il nostro, “bello” per definizione e culla della cultura occidentale.

Anche se alle emergenze monumentali il MiBACT, con sede a Roma, ha fatto fronte con sostanziosi finanziamenti atti a rendere la distesa culturale italiana agibile, ancora c’è tanto da fare in termini d’investimento.

Così il destino di strutture straordinarie, come Villa Romana del Casale, in Sicilia, è decisamente dubbio.

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Villa Romana del Casale

Ma l’Italia ha tanto altro da offrire alla miriade di turisti, a volte maleducati, che ogni anno affollano le nostre più rinomate città; sono, infatti, molteplici i capolavori d’arte e naturali da poter visitare nei centri minori.

Essi, proprio perché sfuggiti ai grandi circuiti, rischiano d’essere, tuttavia, obliati, sepolti dallo scadimento, “griffati” dagli affronti di alcune teste calde e da un erosivo inquinamento.

Ultimamente, poi, alluvioni e terremoti, spesso causate dall’uomo, hanno raso al suolo molte di queste roccaforti dell’arte che avevano custodito, per secoli e da secoli, sapienza e tradizioni.

Dulcis in fundo, l’archeomafia, quel mostruoso mercanteggiare, naturalmente rubando, pezzi d’antiquariato non catalogati sfuggendo a ogni controllo, consente ai truffatori di siti archeologici di riciclare denaro sporco e armi mediante attestazioni contraffatte sulla “merce” da piazzare.

Napoli, 20 giugno 2018