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ITINERARI PARTENOPEI
La Chiesa di S. Giovanni a Carbonara
di Assunta Guida

Ciao Amici Lettori,

rieccomi a Voi entusiasta di presentarVi il secondo rilevante monumento in “scaletta” all’interno della mia anzi della nostra Municipalità S.Lorenzo-Vicaria-Poggioreale.

Trattasi della mirabile Chiesa di S. Giovanni a Carbonara sita nell’omonima strada del centro storico. Seppur trecentesca di fondazione, le opere scultoree e pittoriche ivi presenti la rendono una delle chiese rinascimentali artisticamente più interessanti dell’intera città. La costruzione della chiesa con l’adiacente convento agostiniano ebbe inizio nel 1339 grazie alle donazioni del patrizio napoletano Gualtiero Galeota che donò un suo orto ed alcune abitazioni all’abate del piccolo dormitorio degli Agostiniani Frà Giovanni D’Alessandro affinché vi costruisse un convento dedicato a San Giovanni protettore della famiglia Galeota. Il progetto iniziale fu attribuito a Masuccio II e l’esecuzione ad Angelo Criscuolo.

L’ampliamento dell’inizio del 400 voluto dal Re Ladislao, che qui desiderava essere sepolto, portò alla costruzione di un nuovo chiostro a fianco di quello preesistente e l’abbellimento al suo interno con marmi pregiati. I lavori proseguirono per volontà della sorella del Re, Giovanna II di Napoli, che, in onore di Ladislao, commissionò il grande monumento funebre dell’abside. Durante il periodo rinascimentale il convento divenne famoso cenacolo artistico culturale frequentato dai grandi “eruditi” del panorama partenopeo come Giovanni Pontano e Jacopo Sannazaro.

Il monumento a Re Ladislao

A cominciare dal XV secolo prende corpo un profondo legame tra il complesso agostiniano e il casato di Caracciolo che perdurerà sin tutto il XVI secolo. Grazie alla famiglia napoletana nacquero le due cappelle absidali, una alle spalle dell’altare voluta da Sergianni Caracciolo, amante della Regina Giovanna, l’altra sul suo lato sinistro voluta dal ramo dei Caracciolo di Vico.

Alla metà dello stesso secolo si riconduece la nascita della Cappella Somma alle spalle della controfacciata che costrinse la Chiesa a privarsi della facciata principale e a chiudere l’ingresso primario organizzando un nuovo punto di accesso dall’Arco Monumentale laterale alla navata che sarebbe poi avvenuto tramite lo scalone monumentale ridisegnato nel ‘700 da Ferdinando San felice. I lavori per lo scalone inclusero anche quelli di adeguamento della sottostante Chiesa della Consolazione e di collegamento della stessa con la Chiesa Superiore.

Ahimè gli anni aurei del convento agostiniano durarono sino alla soppressione dell’Ordine avvenuta intorno al 1729 quando gran parte degli ambienti che lo componevano furono destinati ad uso militare.

Napoli, 22 febbraio 2017