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Iniezione di fiducia e di amore

di frate Valentino Parente


 

In ogni momento della mia giornata
io scelgo se incontrarlo o evitarlo.
Quando scelgo questo posto che
lui tutti i giorni prepara per me, sto bene.
Lui è qualcosa di vicino, solido e affidabile.
È molto di più di una stella polare.

 


 

Mandylion Byzantin Orthodox Icon 1Domenica 10 maggio 2020. Vangelo di Giovanni, cap. 14, versi 1-12.

La pagina del Vangelo, di questa domenica, si apre con quella parola consolante, che mai come in questo periodo di paura, di scoraggiamento e di incertezze per il futuro, capita a proposito. 

Non sia turbato il vostro cuore”.

Sono queste le parole che Gesù, a poche ore dalla sua passione, rivolge ai suoi discepoli, per rassicurarli.

“Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me”.

Con quanta sicurezza Gesù avrà pronunciato queste parole e con quale dolcezza esse sono scese nel cuore degli apostoli, rattristati per l’imminente distacco dall’amato Maestro.

Non sia turbato il vostro cuore!

Ce lo ripete chi può dirlo a ragione, non con vuoti sentimenti consolatori, ma con il potere di chi veramente può distruggere il nostro turbamento e restituirci la pace, la serenità e la gioia.

È Gesù Risorto che torna a insistere: non sia turbato il vostro cuore!

E ci dice anche il motivo per cui non dobbiamo rimanere turbati, anzi dobbiamo avere piena fiducia in Dio e in Lui: perché abbiamo un posto sicuro nella casa del Padre.

Nessuno rimarrà fuori!

Quante volte ci sarà capitato di trovare tutto pieno e di non avere più posto.

Può capitare aspettando un bus o la metropolitana, all’ora di punta, lo si trova così pieno che non si può entrare.

Può capitare anche in chiesa, in occasione di qualche grande festa.

Volevate andare ad uno spettacolo ma non c’è più posto, perché tutto esaurito.

Pensate se anche il paradiso fosse tutto pieno e non ci fosse più posto e dobbiamo restare fuori.

Sarebbe una grossa delusione.

Gesù, oggi, ci dice che è andato avanti a preparare un posto e ci ha garantito che ci sono molte dimore nella casa del Padre suo.

C’è un posto per tutti, un posto che il Signore ha progettato e sta custodendo per noi fin dall’eternità.

Gesù è andato al Padre attraverso la sua passione, morte e risurrezione.

Questo è l’evento che ha aperto la strada, che ci ha dato la possibilità di trovare posto in paradiso.

È la grazia di Cristo, è la sua morte e risurrezione che ci salva. La vita beata è essere con il Signore.

Non si tratta, semplicisticamente di trovare un posto a sedere in paradiso, ma di trovare un posto comodo per l’eternità.

È una vita insieme al Padre, una comunione di vita.campo-e-sole

Si tratta di essere con il Signore. A noi non è chiesto altro che il desiderio di aderire a Lui, di desiderare di rimanere con Lui.

All’inizio del suo Vangelo, l’Evangelista Giovanni, quando racconta dell’incontro di Gesù con i suoi primi discepoli, la prima domanda che questi gli posero fu: “Maestro, dove dimori?”.

Che non significa: dicci l’indirizzo di casa, ma rivelaci il senso della tua vita. 

Dove dimori significa dove poni il tuo interesse, qual è il senso, l’interesse della tua vita.

Gesù rispose semplicemente: “Venite e vedrete”.

Venite con me, fate esperienza, rendetevi conto personalmente.

Adesso, alla fine della sua vita terrena, durante la cena pasquale che prelude alla sua morte e risurrezione, Gesù dice chiaramente ai discepoli: io dimoro nel Padre.

Il senso della mia vita è rimanere con il Padre. E voglio che siate anche voi con me, perché nella casa del Padre mio ci sono molte dimore, c’è posto per tutti.

Gesù dice di andare a preparare ai discepoli una dimora presso il Padre. Ma loro dicono di non conoscere la strada per arrivare a questa dimora, e Gesù risponde con una splendida formula che rivela la sua realtà divina: “Io sono la via, la verità e la vita”.

unnamedIo sono.

È il nome di Dio (il nome col quale si rivela a Mosè, dal roveto ardente). Sulla bocca di Gesù significa anzitutto: Io sono Dio, la mia persona rivela Dio e quindi passando attraverso Cristo è possibile arrivare a conoscere Dio.

Perciò può rispondere a Filippo: “Chi ha visto me, ha visto il Padre”.

Gesù, nel vangelo di Giovanni adopera frequentemente questa espressione: Io sono la porta delle pecore, Io sono la luce del mondo, Io sono il bel pastore, Io sono la risurrezione e la vita.

In questo caso: Io sono la via, molto simile a Io sono la porta.

Io sono la via.

La via è Gesù. È la sua umanità. Lui è la strada da frequentare per arrivare a Dio. Come passare attraverso la porta significa assumere lo stile di Cristo, così percorrere la via che è Cristo, significa seguirne le orme.

Io sono la verità.

Gesù si presenta come Dio che rivela Dio. L’umanità di Gesù è la rivelazione.

Il termine verità, molto importante nel vangelo di Giovanni, equivale al concetto di rivelazione. In greco utilizza una parola che significa rimuovere ciò che è nasconde per portare alla luce ciò che non si vede, quindi far vedere, rivelare. Gesù è la verità, in quanto rivela ciò che è nascosto, fa vedere il Padre.

Io sono la vita.

Gesù è vita in pienezza. Dio è vita. L’obiettivo è la vita. L’evangelista lo dirà alla fine del suo Vangelo: “Vi ho scritto queste cose perché voi crediate e credendo, abbiate la vita” (Gv 20,31). L’obiettivo non è la fede, la fede è un passaggio intermedio; l’obiettivo è la vita. Proprio il vangelo di domenica scorsa, terminava con queste parole: “Io sono venuto perché abbiano la vita, e l’abbiano in abbondanza”.

A differenza di Tommaso, noi adesso sappiamo dove andiamo, dove ci conduce Gesù.

Andiamo al Padre, ritorniamo nelle braccia di colui che ci ha creati per amore e ci vuole nella sua casa, per darci la vita “in abbondanza”.

Siamo in cammino verso la casa del Padre per dimorarvi per sempre, non come servi, non come ospiti, nemmeno come amici, ma come figli.

Ecco che le parole di Gesù: “Non sia turbato il vostro cuore”.

Parole che acquistano, ora, una forza tale che ci infondono fiducia anche nelle situazioni più drammatiche. Non sia turbato il vostro cuore, non abbiate paura, perché avete un posto assicurato nella casa del Padre vostro celeste! Perché siete figli del Padre celeste.

I figli non hanno paura del padre!

Napoli, 8 maggio 2020