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Il Papa sentenzia su Medjugorje

di Manlio Maglio

Forti reazioni, in vari ambienti, hanno suscitato le parole che Papa Francesco ha pronunciato su Medjugorje durante una Messa celebrata in Santa Marta: “Ma dove sono i veggenti che ci dicono oggi la lettera che la Madonna ci manderà alle 4 del pomeriggio?”. Per esempio, no? E vivono di questo”.
In realtà, le parole del Pontefice – in buona fede e non – sono state fraintese perché Francesco non intendeva attaccare Medjugorje ma piuttosto tutti quei sedicenti cristiani che hanno trasformato Medjugorje in un mito e i messaggi, lo scopo della loro vita: “ che dice il messaggio? E’ buono o è cattivo?”. Tutto questo – ha ragione il Papa – non ha niente a che fare con il cristianesimo.
Ma Medjugorje è tutt’altra cosa, come hanno potuto verificare scienziati, teologi, Vescovi e cardinali che si sono recati in quella terra per toccare con mano e appurare la veridicità del “fenomeno”.

Esaminiamo i fatti: le apparizioni cominciano durante il regime comunista ateo del dittatore Tito che, alla notizia dei fenomeni che avvengono a Medjugorje, scatena la milicia, la polizia segreta e l’esercito per chiudere, il più rapidamente possibile il “problema”. I giovanissimi veggenti vengono arrestati e sottoposti a minacce e vessazioni d’ogni genere. Il parroco, Padre Jozo, viene arrestato e condannato al carcere duro. Il Vescovo – che in un primo tempo si era dichiarato assolutamente propenso a credere alle apparizioni – viene minacciato di arresto e deportazione. Atterrito, cede alle minacce della polizia segreta del regime.
La notizia travalica le frontiere e cominciano ad arrivare pellegrini da ogni parte d’Europa. Cominciano i fenomeni straordinari osservati e fotografati da migliaia di persone. I veggenti, rilasciati, sono costretti a vivere con restrizioni di vario genere.
Come aveva preannunziato la Madonna “pregate e digiunate per la pace perché la pace è in pericolo”, qualche anno dopo scoppia la guerra nella Jugoslavia: serbi contro croati. Morte e distruzioni ovunque. I serbi avviano la “pulizia etnica”. Né l’Europa, né l’O.N.U. riescono a fermare il conflitto che sembra non vedere la fine. Ma la Regina della pace, grazie alle preghiere, penitenze e digiuni dei tanti gruppi di preghiera che si erano formati in Europa, riesce là dove i potenti della terra avevano fallito. Cessa la guerra, crolla il regime comunista ateo, ritorna la pace.
Con la pace riprendono i pellegrinaggi in massa di pellegrini provenienti da ogni Paese del mondo e, a Medjugorje, oasi della Regina della pace, avvengono prodigi, miracoli e, soprattutto, conversioni di persone che si erano allontanate dalla Chiesa e dai sacramenti da decine di anni. Molte personalità – studiosi, prelati, teologi di fama, vescovi e Cardinali – si recano a Medjugorje per studiare i fatti ed interrogare le persone. Si interrogano i frati, i pellegrini, i veggenti, con interrogatori strettissimi. Questi vengono addirittura sottoposti ad indagini scientifiche, di vario genere, da équipe di specialisti di grande fama che giungo perfino a far uso della Macchina della verità. Tutti gli esami danno esito positivo: i veggenti non sono condizionati, sono sinceri e le estasi sono autentiche.
Ai veggenti la Regina della pace rivela una serie di “segreti” che riguardano il futuro dell’umanità. Ad alcuni di essi ne rivela otto (e sono quelli che continuano ad avere l’apparizione quotidiana) ad altri rivela tutti e dieci i segreti (questi potranno vederla soltanto una volta l’anno). I giovani veggenti hanno saputo conservare i segreti fino ad oggi senza rivelarli ad alcuno.

Con il crollo del regime, i flussi di pellegrini si incrementano a dismisura e i poveri veggenti, per volontà della S.Vergine e con il parere favorevole dei frati, sono costretti, ogni giorno, a mettersi a disposizione dei pellegrini per rispondere alle loro domande: chi scrive, può affermare che era una specie di stillicidio.
La Madonna, per confermare la sua presenza, opera segni, prodigi e miracoli: il prodigio del sole che gira e cambia colore; segni eucaristici nel sole; la grande croce del Kricevaz che scompare e, al suo posto, appare la Madonna; la collina che brucia in un incendio terrificante che fa fuggire la gente ma, quando arrivano i pompieri, non trovano alcun incendio. A questi segni si aggiungono liberazioni dal demonio e le guarigioni: una donna che da anni era in cura presso vari esorcisti, nel momento dell’apparizione, viene perfettamente liberata. Il dott. Longo, affetto da carcinoma maligno all’intestino, guarisce improvvisamente; la signora Sorgiu, affetta da artrite reumatoide da 17 anni, guarisce immediatamente; la signora Basile, affetta da molti anni da sclerosi multipla, al momento dell’apparizione si alza dalla carrozzella e si mette a camminare con scioltezza. Queste e molte altre guarigioni definite “scientificamente inspiegabili” sono state registrate e custodite nella Parrocchia.
Ma il segno più bello di Medjugorje sono certamente le conversioni. Migliaia e migliaia di persone lontane da Dio e dalla Chiesa si sono riconciliate con il Signore ed hanno cominciato a condurre una vita perfettamente cristiana e veramente edificante. Di questo, abbiamo innumerevoli testimonianze che riguardano anche personaggi famosi (Lola Falana, Claudia Koll, Paolo Brosio, ….). Moltissimi Vescovi e Cardinali hanno testimoniato che i loro fedeli che si sono recati a Medjugorje hanno migliorato il loro stile di vita cristiano.
Come si può già evincere da ciò, Medjugorje è una fonte di grazia per quanti vi si recano con fede. Diversamente, non avrebbe resistito 34 anni. Basti pensare che l’allora Cardinale Ratzinger, Prefetto della Congregazione della Fede (ex Santo Uffizio) dopo le sue indagini, avrebbe potuto bloccare Medjugorje da un giorno all’altro.

Che cosa c’è allora di criticabile in Medjugorje? C’è da considerare il comportamento di molti pellegrini che si recano a Medjugorje con lo stesso spirito di chi va a fare una gita turistica e magari con un abbigliamento del tutto sconveniente per un luogo sacro. Ancora: tanti, specialmente italiani, si recano a Medj nell’intento di assistere a qualche fatto prodigioso , magari, poter vedere la Madonna con i propri occhi; partecipano poco o niente ai programmi religiosi o liturgici della parrocchia e, quando tornano a casa, si lamentano: “io sono andata a Medjugorje ma non ho visto nulla!”. E che dire di coloro che vanno in quella terra benedetta solo per vedere i veggenti, toccarli, strofinarsi a loro o abbracciarli fino a stritolarli: fece notizia l’abbraccio di un grosso americano alla esile Vicka, così violento da romperle alcune ossa e mandarla all’ospedale per un paio di mesi. E poi, l’ansia del messaggio che, una volta ascoltato o letto, viene presto dimenticato come il seme caduto sulla roccia.
Per fortuna, non tutti sono così ma il Papa non può non notare il comportamento di tanti che, pur andando appresso a veggenti e messaggi – che oggi stanno proliferando un po’ dappertutto (ultime, forse, le apparizioni della “Madonna” sul Monte Grappa), hanno perso la propria identità cristiana: “Siamo peccatori ma abbiamo una fede che è un dono di Dio, pegno dello Spirito nei nostri cuori: è Dio che ci dà questo dono dell’identità cristiana e noi dobbiamo essere fedeli a questa identità e lasciare che lo Spirito Santo ci porti avanti nella vita. Gesù dice. “voi siete il sale della terra ma se il sale perde il suo sapore con che cosa si renderà salato?”.
Medjugorje non fornisce un diploma di santità ma solo un’opportunità per ritrovare se stessi, crescere nella Grazia e testimoniare con la vita e le opere la propria appartenenza a Cristo.

Papa Francesco ha personalmente dichiarato che in questi giorni si pronuncerà su Medjugorje. Ovviamente, noi non possiamo sapere quello che dirà e scriverà il Pontefice ma crediamo che non vorrà ignorare tutto il bene che, in trentaquattro anni, è venuto alla Chiesa e al mondo dal “messaggio” della Regina della pace che ha portato alla conversione tante e tante anime. D’altra parte, non potrà neppure ignorare il Diritto che non consiglia un pronunciamento positivo definitivo sulle apparizioni, finchè perdurano i fatti straordinari. Si può quindi presumere che Papa Bergoglio si limiterà, forse, a riconoscere Medjugorje come luogo privilegiato di preghiera e a dare delle indicazioni sui comportamenti da tenere da parte dell’Autorità ecclesiastica, dei Frati della Parrocchia e dei fedeli che si recano in quel luogo.
A noi spetta unicamente pregare e confidare nello Spirito che guida, da sempre, il Vicario di Cristo.

Napoli, 24 giugno 2015