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Angelus di Papa Francesco, nella XXI Sett. T.O.

Guardiamo all’Ucraina che soffre per una situazione di grave conflitto

di Manlio Maglio

 Domenica 24 Agosto 2014,  Papa Francesco si è affacciato alla finestra del Palazzo apostolico per la recita dell’Angelus.
Prima della preghiera mariana, il Santo Padre ha voluto dare alcuni insegnamenti alla folla dei fedeli, evidenziando che la Chiesa, popolo di Dio, ha un rapporto privilegiato con l’Altissimo, non più fondato sulla discendenza ma sull’amore e la fiducia. Bergoglio ha poi rivolto un pensiero particolare all’Ucraina che soffre per una situazione di grave conflitto, auspicando che, in questo giorno, in cui si celebra la sua festa nazionale, gli animi di quella gente possano rasserenarsi e trovare una via di pacificazione.
Queste le parole del Papa: “Il nostro rapporto con Gesù, costruisce la Chiesa che il Signore ha in mente di costruire, la comunità con l’immagine di un edificio”. E Gesù, “quando sente la professione di fede schietta di Simone, lo chiama ‘roccia’, e manifesta l’intenzione di costruire la sua Chiesa sopra questa fede.” L’apostolo Simone ha professato la sua fede in Gesù come ‘il Cristo, il Figlio del Dio vivente’. Questo – per la sua fede e non per suoi meriti – Gesù gli dice: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa”.
Prendendo poi lo spunto dal Vangelo del Giorno, Francesco sottolinea: “Fermiamoci un momento proprio su questo punto, sul fatto che Gesù attribuisce a Simone questo nuovo nome: “Pietro”, che nella lingua di Gesù suona “Kefa”, una parola che significa “roccia”. Nella Bibbia questo termine, “roccia”, è riferito a Dio. Gesù lo attribuisce a Simone non per le sue qualità o i suoi meriti umani, ma per la sua fede genuina e salda, che gli viene dall’alto.”
Il Papa precisa che “Gesù sente nel suo cuore una grande gioia, perché riconosce in Simone la mano del Padre, l’azione dello Spirito Santo. Riconosce che Dio Padre ha dato a Simone una fede “affidabile”, sulla quale Lui, Gesù, potrà costruire la sua Chiesa, cioè la sua comunità.”
Aggiunge che: “Gesù ha in animo di dare vita alla “sua” Chiesa, Un popolo fondato non più sulla discendenza, ma sulla fede, vale a dire sul rapporto con Lui stesso, un rapporto di amore e di fiducia. E dunque per iniziare la sua Chiesa Gesù ha bisogno di trovare nei discepoli una fede solida, “affidabile”. È questo che Lui deve verificare a questo punto del cammino.”
E, riferendosi poi al tempo in cui viviamo, Bergoglio aggiunge: “Fratelli e sorelle, ciò che è avvenuto in modo unico in San Pietro, avviene anche in ogni cristiano che matura una sincera fede in Gesù il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Il Vangelo di oggi interpella anche ognuno di noi. Se il Signore trova nel nostro cuore una fede non dico perfetta, ma sincera, genuina, allora Lui vede anche in noi delle pietre vive con cui costruire la sua comunità, cioè tutti noi. Tutti noi.”
A questo punto, il santo Padre fa riferimento ai singoli battezzati: “Ma ogni battezzato è chiamato ad offrire a Gesù la propria fede, povera ma sincera, perché Lui possa continuare a costruire la sua Chiesa, oggi, in ogni parte del mondo.” Il Papa tiene poi a rimarcare l’importanza dell’atto di fede e insiste nel chiedere ai fedeli di ripetere, con lui, più volte il Credo.
Dopo l’Angelus, Papa Francesco ha rivolto il suo pensiero “all’amata terra d’Ucraina”, confidando ai fedeli presenti di aver ricevuto una lettera da un vescovo dell’Ucraina che racconta tanto dolore:
“A tutti i suoi figli e figlie, ai loro aneliti di pace e serenità, minacciati da una situazione di tensione e di conflitto che non accenna a placarsi, generando tanta sofferenza tra la popolazione civile. Affidiamo al Signore Gesù e alla Madonna l’intera Nazione e preghiamo uniti soprattutto per le vittime, le loro famiglie e quanti soffrono.”
A conclusione dell’incontro, il suo saluto: A tutti l’augurio di buona domenica e buon pranzo!

25 agosto 2014