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Fateci, invece, i ponti.

di Giulia Di Nola

Fateci casa”, ci consiglia la pubblicità.

Il cemento, elemento naturale che ha origine dalla pietra e dal fuoco, è uno dei materiali più versatili e più utilizzati dall’estro umano sin dai tempi dell’antica Roma quando esso veniva utilizzato per la messa in opera di edifici spettacolari come il Pantheon.

Per quanto, però, il cemento possa essere rinforzato con altre sostanze, è possibile che vada incontro a deterioramento e a lesioni dovuti a fattori chimici interni ed esterni che possono portare al crollo di qualunque edificio. Attraverso le crepe l’acqua può infiltrarsi e intaccare la struttura in acciaio presente, ad esempio, nel cosiddetto cemento armato.

La messa a punto d’un nuovo tipo di cemento, innovativo, ecologico e durevole, ci viene fornita dall’Olanda, dove l’edilizia e la microbiologia hanno dato vita ad un “connubio verde” che rappresenta la miglior soluzione, ad oggi, alla fragilità dello stesso.

Il Prof. Jonkers, universitario di Delft, dopo un lavoro di ricerca di tre anni, ha provato ad aggiungere alla miscela base del cemento, dei batteri, i bacilli per la precisione. Auto riparanti e capaci naturalmente di sopravvivere all’azione distruttiva degli habitat alcalini e secchi come appunto quelli del cemento, i bacilli sanno vivere senza acqua , né cibo.

Poiché, questa, non era una condizione eterna, il Prof. ha pensato anche di unirvi dello zucchero che avrebbe, però, potuto indebolire la struttura. Così, ha scelto di amalgamare i batteri al calcio lattato, dentro micro sfere degradabili nell’impasto iniziale. Nel caso di ferite la pioggia scioglierà le capsule attivando i microrganismi che prolificheranno e il lattato di calcio si trasformerà in calce risanatrice.

L’invenzione è ancora da perfezionarsi; in ogni caso se dovesse rivelarsi geniale, com’è, non sarebbe solo un’idea eco o biologica, ma andrebbe a ridurre pure i costi di manutenzione a zero e forse anche le tragedie dovute, in genere, al disinteresse delle autorità pubbliche e private.

Napoli, 26 novembre 2018