Datemi un Biblion (dal greco βιβλίον) e vi risolleverò lo spirito
Datemi un Biblion (dal greco βιβλίον) e vi risolleverò lo spirito
di Giulia Di Nola
La psicologia si è avvalsa, in questi ultimi anni, di nuove tecniche terapeutiche per la cura di pazienti affetti da disturbi psicotici, quali la schizofrenia, e da disturbi depressivi o ansiogeni.
La più riuscita è la libroterapia secondo la quale il terapista sceglie un testo da far leggere al soggetto trattato, a seconda della patologia diagnosticatagli.
Il libro (dal greco βιβλίον), quindi, diventa uno strumento grazie al quale il paziente non solo prende coscienza delle proprie angosce spirituali, ma inizia un iter introspettivo, lento e graduale, che lo porta a riflettere sul sé nonché al recupero dell’autostima.
Il fatto che leggere abbia effetti benefici, e in tutti noi, effetti catartici, ci giunge già dall’antichità essendo, infatti, un tema caro all’Antica Grecia, come importante lo era nell’epoca ellenistica: ancora oggi troviamo la scritta, sulla biblioteca di Alessandria d’Egitto, “Ospedale dell’anima”.
La scoperta attuale dei “neuroni specchio” in ambito neuroscientifico e che ci ha portati sino alla conferma scientifica dei meccanismi empatici umani, è stata una delle precipue motivazioni che ha fatto prendere sul serio l’ipotesi che la lettura sia il mezzo elettivo di guarigione dello spirito e prevenzione futura dalla solitudine e dalla melanconia che dalla prima potrebbe scaturire.
Ma l’ipotesi relazionale esistente tra neuroni e scrittura come specchio della mente, era già stata formulata dallo psicologo russo Lev S. Vygotsky (nato ad Orsa nel 1896, morto a Mosca nel 1934 e definito il Mozart della psicologia), come tentativo di collaborazione tra psicologia dell’educazione e neuroscienze cognitive.
Secondo lo Scienziato, infatti, è nel linguaggio, ovvero nello scambio linguistico (orale, interiore e scritto), che gli esseri umani sanno di esistere, si formano e conoscono se stessi, adattandosi ai cambiamenti e alle rotture di schemi che il mondo e gli altri determinano quotidianamente.
Napoli, 7 febbraio 2019