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Catalogna, situazione bollente

di Raffaele Russo

L’1 Ottobre sarà una data che molti di noi non dimenticheranno, soprattutto in Spagna, visto quello che è accaduto in Catalogna per via del referendum sull’autonomia.

Una giornata storica e triste, in quanto, mentre si votava per l’autonomia, la Guardia Civil, la polizia spagnola, ha attaccato i seggi catalani, generando numerosi feriti ed arresti tra la cittadinanza.

Tutto nasce dalla proclamazione del referendum di secessione da parte della Generalitat catalana, presieduta da Puigdemont, fortemente osteggiato dal governo spagnolo di Rajoy, il quale ha dichiarato, che l’operazione del voto è “incostituzionale”, poiché andava a minare l’unione della Spagna stessa.

Dopo l’esito della consultazione, che ha visto la stragrande maggioranza dei catalani, essere d’accordo sul’’autonomia, sono iniziate una lunga serie di trattative per cercare di evitare un disastro politico tra Madrid e Barcellona.

Sono intervenuti nella difficile opera di mediazione i vari Macron, Merkel e Tusk, ed altri leader europei, i quali, se da un lato hanno appoggiato il Premier spagnolo Rajoy circa l’incostituzionalità del quesito referendario, dall’altro hanno condannato le violenze della Guardia Civil, contro la popolazione catalana. Mediazione che ha prodotto, una richiesta di indipendenza da parte della Catalogna, ed allo stesso tempo la sospensione della stessa, per discutere con il governo centrale e con il Re spagnolo, ad una soluzione immediata.

Intanto il parlamento spagnolo con Mariano Rajoy, potrebbe innescare l’apertura immediata di una trattativa, e invece, dato che il presidente catalano continua a mantenere un atteggiamento ambiguo, il consiglio dei ministri spagnolo a breve potrà decidere di sospendere l’autonomia catalana applicando per la prima volta l’articolo 155 della Costituzione spagnola che pone non poche perplessità del tipo a chi risponderà la polizia catalana al futuro commissario o al presidente e governo destituiti.

Se le cose andranno così, non soltanto Spagna e Catalogna arriverebbero a uno stallo da cui sarebbe difficile muoversi, ma, questa crisi potrebbe rapidamente degenerare nella violenza e Madrid dovrà gestire un movimento di protesta e procedere a nuovi arresti, che rafforzeranno la contestazione infiammando gli animi.

Speriamo che si possa trovare una soluzione al più presto che possa riportare la tranquillità nel popolo spagnolo, ed allo stesso tempo, non diventi un caso- esempio cui i movimenti indipendentisti presenti negli altri Paesi UE potrebbero emulare.

Napoli, 21 ottobre 2017