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Ambiente, Nuovi Strumenti per la Sorveglianza e Protezione

Protocollo d’Intesa tra l’Arma dei Carabinieri e l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale

di Maria Cava

Infrastrutturare le sedi dei NOE con la fibra ottica, anche mediante gli apparati di rete già attivi, promuovere un’attività di collaborazione per integrare ed utilizzare il sistema delle conoscenze disponibili nell’area del Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale, garantire il reciproco supporto nei progetti di interesse comune e predisporre azioni specifiche in aree pilota.

Su queste premesse, e non solo, è stato sottoscritto il Protocollo d’Intesa tra l’Arma dei Carabinieri e l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale.

L’intesa è stata condivisa e firmata dal Comandante del Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale, Generale Maurizio Ferla e dal Segretario Generale del Distretto, Vera Corbelli. L’accordo, oltre ad accogliere sollecitazioni di tutela delle risorse ambientali, di sicurezza sociale, imprescindibili per garantire lo sviluppo e benessere delle comunità, prevede, inoltre, nell’ambito del progetto “Sistema di protezione e sorveglianza degli acquiferi”, di integrare ed utilizzare il sistema delle conoscenze disponibili, garantire la interoperabilità della banca dati dell’arma dei carabinieri con la banca dati in progetto dell’autorità di bacino distrettuale con accessi bidirezionali; mettere a disposizione dell’arma dei carabinieri expertise dell’autorità di bacino distrettuale per l’analisi e l’interpretazione di dati acquisiti con strumentazione in dotazione dell’arma dei carabinieri (magnetometri, laser e georadar) e infrastrutturare le sedi dei NOE con la fibra ottica, anche mediante gli apparati di rete già attivi, assumendone gli oneri di gestione e manutenzione.

La salvaguardia del sistema ambientale richiede sinergie tra istituzioni per tutelare un patrimonio che è parte fondamentale dell’identità nazionale – hanno sottolineato il Gen. Maurizio Ferla ed il Segretario del Distretto Vera Corbelli – Ogni percorso relativo al governo del territorio sia sotto l’aspetto fisico che sotto l’aspetto antropico e sociale richiede un approccio integrato di conoscenze, competenze, istituzioni ed enti, attraverso metodologie condivise innovative/strategiche. Queste sinergie ci consentono di operare al fine di garantire sicurezza sociale, sostenibilità ambientale, sviluppo economico e sociale delle comunità locali equo, pacifico ed armonico”.

L’Accordo sancisce così la stretta collaborazione dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale e del reparto del Comando Carabinieri Tutela per l’Ambiente, permettendo, inoltre, uno sviluppo dell’economia del territorio di distretto, fortemente legata all’impiego della risorsa acqua (es. agricoltura e industria della trasformazione alimentare) e di sovente condizionato da fenomeni di illegalità diffusa.

Il Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale

Il distretto dell’Appennino Meridionale, uno dei 7 in cui è articolata l’Italia, è tra i più estesi d’Italia. Si sviluppa per oltre 68.000 Kmq, e comprende ben 7 regioni (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Molise e Puglia) 25 province, 1663 comuni con un popolazione di circa 14 milioni di abitanti. Si connota come un territorio complesso dotato di sufficienti disponibilità di acqua (oltre 28M di m3tra risorsa idrica superficiale e sotterranea), anche se non omogeneamente allocate e distribuite, e questo ha determinato grandi trasferimenti superficiali tra Regioni (da Molise verso la Campania e la Puglia; da Lazio verso la Campania; da Campania verso la Puglia e la Basilicata, da Basilicata verso la Puglia e la Calabria). I trasferimenti diventano più pregnanti a livello di “travasi sotterranei” che interessano i corrispettivi territori regionali, dove i flussi idrici formano una fitta rete di scambi naturali.

Napoli, 6 giugno 2019