dome 5 MAGGIO 2024 ore 00.26
Home news europee e ambiente Agenda Teatrale “Teatro Pubblico Campano” dal 5 all’11 gennaio 2015.

Teatro Auditorium Tommasiello di Teano
info 0823885096 – 3333782429
Martedì 6 gennaio ore 20.45

Teatro Diana di Nocera Inferiore
info 3347009811
Mercoledì 7 gennaio ore 21.00

Teatro La Provvidenza di Vallo Della Lucania
info 0974717089
Giovedì 8 gennaio ore 21.00

Teatro Comunale di Lacedonia
info 3346632836
Sabato 10 gennaio ore 20.45

L’Associazione culturale La Pirandelliana
in coproduzione con Diana OR.I.S.
presenta

Gianfelice Imparato, Giovanni Esposito
Valerio Santoro, Antonia Truppo
in

Uomo e Galantuomo
di Eduardo De Filippo

con
Alessandra Borgia, Lia Zinno, Gennaro Di Biase,
Roberta Misticone, Giancarlo Cosentino, Fabrizio La Marca

scene Aldo Buti, costumi Valentina Fucci
Luci Adriano Pisi, Musiche Riccardo Eberspacher

regia Alessandro D’Alatri

Alessandro D’Alatri
“Io scrivo per tutti, ricchi, poveri, operai, professionisti… tutti, tutti! Belli, brutti, cattivi, buoni, egoisti. Quando il sipario si apre sul primo atto d’una mia commedia, ogni spettatore deve potervi trovare una cosa che gli interessa”.
Eduardo De Filippo si descriveva così parlando del suo lavoro. La lessi ancora ragazzo e mi rimase impressa nel cuore. Ma l’ho sentita ancor più forte quando è nata l’opportunità di poter allestire Uomo e galantuomo. Tutto è nato durante le pause di lavoro di “Tante belle cose” quando in cerca di uno spazio fumatori mi ritrovavo clandestino assieme a Gianfelice Imparato. L’affetto, la stima, il divertimento che mi procurava la sua “napoletaneità” stavano gettando le basi per farmi abbracciare da vicino Eduardo. Valerio Santoro, giovane e meritevole produttore, intuì e agì.
Il mio legame con Eduardo si perde nell’infanzia: ancora bambino, di famiglia umile, ricordo che un giorno alla settimana, quando la televisione italiana era tutta un’altra cosa, veniva programmato il teatro. Tra le mie opere preferite c’erano quelle di Eduardo e per questo avevo il permesso di andare a letto più tardi del solito. Le ricordo in bianco e nero e, a differenza del teatro dal vero, con i primi piani degli attori. Tra tutti, per espressività e capacità interpretativa, mi colpiva l’intensità di Eduardo. Riusciva a divertirmi facendomi credere ai drammi che stava interpretando. Una vera magia.

E’ con questo rispetto che mi sono avvicinato alla regia di Uomo e galantuomo. Un testo giovanile (1922) classificato spesso come farsa. Una definizione che ho sempre sentito stretta. Infatti, seppure caratterizzata da una ricca serie di battute ed episodi irresistibilmente comici, nella commedia emergono una gran quantità di contraddizioni tra l’apparire e l’essere della borghesia contro il dramma proletario di chi ogni giorno affronta la sopravvivenza. Falso perbenismo contro tragedia. Onore da salvare contro fame. E in tutto questo dov’è l’uomo e dove il galantuomo?
Ecco perché considero Uomo e galantuomo una commedia di altissimo livello, forse la più divertente, ma che sicuramente segnò per Eduardo il passaggio dalla farsa al teatro di prosa. E guarda caso al centro della commedia c’è proprio il teatro: una scalcagnata compagnia, nominatasi “L’eclettica” (proprio perché non pone limiti alle proprie attitudini artistiche), porta in scena in una località turistica balneare “Malanova” di Libero Bovio. Attraverso il classico meccanismo della commedia degli equivoci, si scatena così il teatro nel teatro, la follia tra farsa e dramma evocando sapori pirandelliani. Ma si respirano anche profumi di Goldoni, di Skakespeare, e forse anche un po’ di quel teatro dell’assurdo che va da Osborne a Beckett a Jonesco.
L’assenza di talento e l’improvvisazione della compagnia fanno infatti da contrappasso ai drammi borghesi interpretati invece con talento e una vena di follia. Sullo stesso palcoscenico della vita saranno più attori i benestanti, i cui sforzi mirano ad interpretare ruoli d’apparenza che i veri commedianti protesi, senza alcuna esigenza interpretativa, soltanto a sopravvivere al quotidiano.
C’è tutto questo nel mio progetto di regia.
C’è il rispetto per l’imponenza di una figura che considero un protagonista del teatro del novecento che invoca di essere affrontato con il giusto rigore che merita. Lo spazio scenico viene riempito dalle anime di quegli esseri umani mentre l’allestimento è cornice che le libera dal realismo per ricondurre la drammaturgia al centro della rappresentazione. E’ ovvio che si ride molto, ma con quel rigore di cui Eduardo si è fatto ambasciatore della sua arte nella storia.
Un’ultima cosa. Napoli e la sua lingua. Non starò qui ad elencare tutte le profonde radici che mi legano a quella città. Ma Napoli è un luogo che o lo contieni o è difficile da raccontare. Aspettavo da tempo questo appuntamento artistico con lei, con la sua lingua, con la sua ironia, a volte apparentemente eccessiva, ma così densa di umanità e poesia da renderla ogni volta “teatro”.

 

Teatro Verdi di Salerno
Info 089662141
Da giovedì 8 a domenica 11 gennaio
feriali ore 21,00 – festivi ore 18,30

Rama 2000 International
presenta
Massimo Ranieri in

Riccardo III
di William Shakespeare
traduzione e adattamento Masolino d’Amico

musiche Ennio Morricone
scene Lorenzo Cutuli costumi Nanà Cecchi
light designer Maurizio Fabretti
regista assistente Roberto Bani

regia Massimo Ranieri

personaggi e interpreti
Re Edoardo IV - Roberto Vandelli,
Lady Anna, Vedova di Edoardo, Figlio di Enrico Vi, poi Sposa di Riccardo III – Gaia Bassi
Giorgio, Duca di Clarence – Massimo Cimaglia
Sir William Catesby – Roberto Bani
Riccardo, Duca di Gloucester, poi Re Riccardo III – Massimo Ranieri
Il Conte di Rivers, fratello di Elisabetta - Luigi Pisani
Il Duca di Buckingham - Paolo Lorimer
Lord Grey, Fratello di Elisabetta – Antonio Speranza
La Duchessa di York, Madre di Edoardo IV, di Clarence e di Riccardo III – Carla Cassola
Sir Richard Ratcliffe – Marco Manca
La Regina Margherita, Vedova di Enrico VI – Margherita Di Rauso
Il Sindaco di Londra – Roberto Vandelli
Lord Hastings – Paolo Giovannucci
Enrico, Conte di Richmond - Luigi Pisani
La Regina Elisabetta, Moglie di Re Edoardo IV – Giorgia Salari
Lord Stanley - Antonio Rampino
Sir James Tyrrel. Sicario – Mario Scerbo
Sicario – Marco Manca

Massimo Ranieri è Riccardo III ,di cui firma anche la regia: «Uno spettacolo imponente con 18 attori, la traduzione e l’adattamento di Masolino D’Amico, uno dei massimi anglisti al mondo, e le musiche composte appositamente da Ennio Morricone». Una nuova sfida teatrale per Massimo Ranieri,che il 17 luglio al Teatro Romano di Verona,debutterà nel “Riccardo III” di W. Shakespeare. Lospettacolo.di cui firma anche la regia, concepito per grandi spazi all’aperto,andrà poi in tournèe estiva alla Versiliana il 26 luglio e il 7 agosto al Teatro Romano di Ostia antica Perché proprio Riccardo III..? E’ un titolo che ho in testa da vent’anni. Ad inculcarmi quest’idea fu un mio caro amico palermitano, ex professore di filosofia, oggi novantenne, che un giorno mi disse..” saresti un grande Riccardo III….” “…Anche Morricone ,quando gli ho chiesto di scrivermi le musiche, mi ha dato dell’incosciente… Ma sei non sei incosciente non puoi fare questo mestiere.E’ un ruolo con cui prima o poi ti devi scontrare e confrontare…”

Dopo averlo letto e riletto, ho capito chiaramente una cosa: Riccardo III non è soltanto un personaggio straordinario, è soprattutto un grandissimo attore. Riccardo III è il numero uno dei malvagi, è il grande genio della rappresentazione del potere: perciò, io non interpreterò un personaggio, interpreterò un attore. Del resto, non sono grandi attori tutti gli uomini di potere? Non recitano un ruolo che deve suscitare applausi, se non addirittura idolatria da parte di uomini e donne che diventano gli ignari personaggi della sua commedia? Riccardo, poi, indossa i costumi della malvagità meglio di chiunque altro. Via via che continuavo a leggere e rileggere mi è apparso sempre di più in bianco e nero. Anzi, in bianco e noir. Perché se il giallo svela le colpe dalla parte dei buoni, il noir ci fa guardare il mondo con gli occhi dei colpevoli, ci spinge a scoprire fin dove possono arrivare le radici dell’umana cattiveria. Questo Riccardo III l’ho immaginato inquietante e accogliente, proprio come quei grandi fi lm noir che abbiamo profondamente amato. Per provare a intravedere sulla scena l’eterno mistero del male.
Massimo Ranieri

Sinfonia per Riccardo III
Questa musica è stata da me pensata, per la vicenda teatrale, senza esclusione di continuità. La sinfonia concede al regista e protagonista Massimo Ranieri la possibilità di essere usata con libertà, indipendentemente dalla cronologia. Quando il grande del nostro Teatro, l’amico Massimo, mi ha dato l’incarico di preparare per lui questa musica, mi è sembrato giusto offrirgli un grande affresco musicale che vivesse i particolari del racconto ma dentro il quale Massimo si sentisse libero di usare opportunamente i vari brani che compongono la Sinfonia per Riccardo III.
Ennio Morricone

Napoli, 2 gennaio 2015