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Cardinali, sì, ma servi umili

di Manlio Maglio

Il Papa, nel recente concistoro, ha nominato 19 nuovi cardinali. Il Santo Padre si è premurato però di invitarli ad accogliere tale nomina con lo spirito di servi umili, secondo gli insegnamenti del Vangelo.
Questi alti dignitari sono stati creati poco dopo l’anno 1000 ed hanno avuto il ruolo elettivo del pontefice nel 1059. Il titolo di cardinale è sempre stato molto ambito dei vescovi ma anche da vari nobili, disposti a versare ingenti somme nelle casse vaticane, per assicurare il titolo di cardinale ad un figlio cadetto. Per molti secoli, i cardinali sono stati considerati i Principi della Chiesa.
Gli eminentissimi cardinali sono detti anche “porporati”, dal colore purpureo dell’abito che indossano, a significare che essi sono pronti anche a versare il proprio sangue per difendere la Chiesa. Questi sono i più stretti collaboratori del Papa nel governo della Chiesa e, quindi, il loro prestigio e la loro autorità non sono stati mai messi in discussione da alcuno.
Papa Francesco, peraltro, ha voluto loro ricordare l’ammonimento di Gesù: “chi vuol essere il primo fra voi, si faccia servo di tutti”. Queste le parole di Francesco: “Il Cardinalato non significa una promozione, né un onore, né una decorazione; semplicemente è un servizio che esige di ampliare lo sguardo e allargare il cuore. E, benché sembri un paradosso, questo poter guardare più lontano e amare più universalmente con maggiore intensità si può acquistare solamente seguendo la stessa via del Signore: la via dell’abbassamento e dell’umiltà, prendendo forma di servitore (cfr Fil 2,5-8). Perciò vi chiedo, per favore, di ricevere questa designazione con un cuore semplice e umile. E, sebbene voi dobbiate farlo con gaudio e con gioia, fate in modo che questo sentimento sia lontano da qualsiasi espressione di mondanità, da qualsiasi festeggiamento estraneo allo spirito evangelico di austerità, sobrietà e povertà”.
Il Papa ha poi raccomandato loro la preghiera che, specialmente per chi è investito del sacerdozio, è la linfa vitale dell’anima.

27 febbraio 2014