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Tutti uniti canteremo….!
di Carlo Gimmelli

Ci risiamo!

napoliTra poco meno di un mese anche nella metropoli più “sgarrupata” d’Italia si voterà per il nuovo sindaco e relativo consiglio comunale.

Era l’altro ieri quando dal nulla era sbucato lo “scassatore” giacobino De Magistris che, sbertucciò i rivali candidati proposti dalla vecchia macchina politica cittadina, seppur auto riciclatasi con nomi nuovi e ammiccanti ed ammaliò una città messa in ginocchio dalla crisi eterna dei rifiuti e dalla sgangherata gestione Jervolino.

L’ex magistrato nato politicamente all’ombra del defunto partito di Antonio Di Pietro, da outsider raccoglieva il voto di protesta di una cittadinanza stremata dall’inefficienza e dai giochetti di Palazzo della politica politicante sfruttando la scia del ciclone Grillo e del rutilante Movimento che stava cavalcando con successo il destriero dell’antipolitica.

Il rampante Masaniello sembrava avere la ricetta per risollevare l’umore e l’amore dei napoletani, precipitati in una pericolosa rassegnazione: i rifiuti? Sarebbero spariti in pochi mesi con una raccolta differenziata al 70% e i siti di compostaggio (?), la viabilità sarebbe stata ripensata con la rivoluzione green, piste ciclabili, isole pedonali, il turismo sarebbe stato il volano economico della città, il sistema di riscossione dei tributi sarebbe stato gestito internamente in armonia con il contribuente, si sarebbe battuta moneta locale: il Napo, per combattere inflazione e potere delle banche, insomma un vero paradiso; la RivoluzioneArancione sanciva la nascita di una Città Stato trasparente ed autosufficiente.
Il logo, fisico ed ideologico, della Rivoluzione divenne il “lungomare libberato”, icona, anche Foneticamente (per il suo marcato slangnapoli2 partenopeo), riconducibile alla immagine del neo narcisindaco.

Il nostro, per la bisogna, aveva allestito una squadra di non politici, ex colleghi magistrati, ex carabinieri, giornalisti d’assalto, professori, tutti con deleghe pesanti, un dream team mai visto a palazzo San Giacomo, peccato che dopo meno di due anni, dieci componenti avessero abbandonato la nave, alcuni in aperto contrasto con il superego del Condottiero. (nel 2016, alla fine del primo mandato si contarono 23
addii).

Durante il primo mandato, va detto, De Magistris, nonostante l’isolamento e i l’utopia di molte promesse inevase, fu per lungo tempo uno dei sindaci italiani più graditi e, col senno di poi, forse non è stato un bene. Complici il terrorismo internazionale e una meticolosa campagna mediatica la città ebbe un importante impulso turistico, beninteso, ben lontano dai numeri stratosferici di Venezia, Roma, Milano e Firenze,
supportato da una politica di grandi eventi, America’s Cup, Giro d’Italia, Coppa Davis.

Una ventata di ottimismo e rilancio economico sembrò per qualche anno rilanciare l’immagine della città.

napoli3Conseguentemente nel 2016, con la complicità di avversari impalpabili proposti da una classe politica locale incapace di proporre un progetto cittadino decente, viene rieletto passeggiando contro Gianni Lettieri e Valeria Valente, ignorando forse il pericolo di un astensionismo senza precedenti che, di fatto, costituiva il primo partito, quello dei delusi: il vento stava cambiando.

Il resto è storia abbastanza recente, il secondo mandato doveva essere nelle intenzioni del reuccio, il completamento della sua rivoluzione, portando al potere i centri sociali (che poi lo hanno abbandonato), i cani da guardia della sua amministrazione, ma si è rivelata una sanguinosa via crucis tra lotte intestine per una poltrona, continui rimpasti in giunta per pagare le cambiali elettorali, e poi la penosa guerriglia
verbale e gli insulti con l’altro reuccio De Luca, mentre inesorabilmente la città ripiombava nella rassegnata indolenza, con un problema rifiuti mai del tutto risolto, una gestione del trasporto pubblico drammatica, un generale decadimento nella cura della città e del disastrato verde pubblico con un’amministrazione isolata e schiacciata da un deficit monstre passato da 800 milioni di euro del 2011 ai circa 3,5 miliardi
di fine mandato.

Il sipario è calato con la fuga mediatica e fisica dell’ex rivoluzionario verso la presidenza della regione Calabria, costretto ad elemosinare i voti dell’opposizione (?) per scongiurare la vergogna di commissariare il comune.

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La sua eredità è costituita dalla fedelissima Alessandra Clemente, assessore da otto anni, candidata sindaco 2021 che ha calato dall’alto e plasmato politicamente fin dal 2013 per dare continuità a ciò che resta del suo progetto.

Gli antagonisti principali del dopo De Magistris sono Gaetano Manfredi, dato per favorito, un prodotto costruito a tavolino da PD e M5s e sostenuto da una lunga scia di liste civiche e partitini, tra cui molti transfughi di Forza Italia, ex rettore dell’Università Federico II (classificata dal Censis nel 2021 all’ultimo posto tra i mega Atenei statali), ex ministro per un anno del Governo Conte II.

Antonio Bassolino, ex sindaco dal 1993 al 1998, fu protagonista della fase del Rinascimento Napoletano che per qualche anno creò l’immagine di città d’arte e turistica, complice il G7 del 1994, ma anche in quel caso l’onda emotiva durò troppo poco mortificata dall’ennesima crisi dei rifiuti.

Catello Maresca, magistrato in aspettativa, simbolo mediatico della lotta alla camorra, noto per la cattura dei superlatitanti boss Casalesi, Zagaria e Setola, corre per la coalizione di centrodestra, accreditato come il competitor principale di Manfredi, ma potrebbe scontare il peccato originale di aver imbarcato tra mille distinguo la Lega di Salvini, mai troppo popolare a queste latitudini, inoltre recentemente il TAR lo avrebbe azzoppato cancellando quattro liste di supporto per presunte irregolarità.

Insomma la Napoli dell’era Covid, riparte di nuovo dall’anno zero, tutti sembrano avere la ricetta nascosta per far ripartire una città smarrita e quasi disinteressata, ingolositi dalla prevista rinascita post Covid e dai miliardi promessi del recovery fund.

piaaz-e-mandolSu tutti l’ombra di un astensionismo record.

Per Voi si va nella città dolente…

Napoli, 15 settembre 2021

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