sab 27 LUGLIO 2024 ore 09.55
Home Cultura Teatro Diana: “Buena Onda” con Rocco Papaleo e Giovanni Esposito.

Approda al teatro Diana la nave da crociera di Rocco Papaleo e Giovanni Esposito per un viaggio tra le onde delle emozioni.
di Domenico De Gregorio

Diverte, fa riflettere, melanconico quanto basta, Rocco Papaleo, Giovanni Esposito e l’orchestra degli “ Incompresi” debuttano con successo al teatro Diana di Napoli con lo spettacolo “Buena Onda”. Si entra subito nel vivo dello spettacolo conoscendo i simpatici personaggi che vivono tra le immense acque del mar mediterraneo. Giovanni Esposito è il comandante della nave, aspirante attore che non ha avuto il coraggio di affrontare le insidie della vita da teatrante: l’insicurezza, la mancanza di un futuro sicuro, il dover ricominciare ogni volta, e a quella vita ha preferito l’andare per mare, però appena possibile ricerca l’adrenalina del contatto col pubblico, il salire su un palco, affabulatore cantastorie e menestrello marino, nascosto dalla divisa che spesso dà sicurezza a chi ne sarebbe altrimenti sprovvisto. Sulla sua nave da crociera si esibisce la band di Gegè, interpretato da Rocco Papaleo, entertainer di professione, mai arriso dal successo vero, malinconico artista del sud che si guadagna da vivere con la sua arte, e con i compromessi che chi sceglie questa vita bellissima e dura conosce, con quel pizzico di ironia che salva la vita sempre. La quarta parete è infranta da subito, il pubblico entra in sala e ci trova gli attori con i costumi di scena, in piedi ad accoglierli, perchè quel pubblico in sala è il pubblico della crociera pronti a salpare per un lungo viaggio in compagnia degli entertainers che scenderanno nella platea per interagire con gli spettatori e fare di loro parte integrante di questo show di teatro-canzone, malinconico e affabulatorio, allegro e intriso di quella vaga tristezza che chi fa della vita un’arte, o chi fa un’arte nella vita, conosce così bene. La nave, luogo dove si svolge l’azione dello spettacolo è una scelta ben riuscita, simbolo di una vita in bilico, sospesa, lontana dagli affetti cari , quel mondo femminile che resta lontano, in disparte, chiuso nei cuori di quegli uomini di mare, luogo intrigante con il fascino delle terre lontane, dell’andare per mare, la nostalgia e il non poter fare altrimenti, il non poter essere altro che un artista, costi quello che costi, e l’allure che da sempre accompagna chi fa dell’arte il mestiere senza i riconoscimenti della fama e della ricchezza. L’aria che si respira è quella del sud, passionale come un forte vento caldo che in ogni momento dello spettacolo è ricordato grazie alle tante canzoni in dialetto che si alternano durante tutto lo spettacolo. Lo spettacolo corre veloce, come su un mare calmo che non provoca malori ai passeggeri, tutti seduti ed attenti ad applaudire un cast ben affiatato che ha portato in scena uno spettacolo denso di emozioni, come sempre il grande teatro dovrebbe fare.

Napoli, 31 marzo 2016