“SUD”: il doppio sguardo sulla questione meridionale
“SUD”: il doppio sguardo sulla questione meridionale
“…un paese morto, superstite nel vuoto di un tempo senza vicende, nell’abbandono di una miseria senza riparo”. È così che Pirandello definì il suo “SUD” nel romanzo “I vecchi e i giovani”(1913).
Esce in questi giorni “IL SUD, la Questione meridionale tra storia e letteratura” della studiosa tarantina Luisa Catapano e pubblicato da Bonfirraro editore: un saggio storico che si pregia di un doppio e acuto sguardo sull’atavica ma mai fuori moda “questione meridionale”.
Forte e impellente è, infatti, l’interrogativo secondo cui ci si chiede quanto ancora riescano a raccontarci le pagine della letteratura in proposito e quanti e quali autori si sono occupati di “sentire il polso” della gente attraverso le loro pagine da cui trasuda un’energica e decisa denuncia sociale?
Catapano, docente di Lettere in quiescenza che ha dedicato la propria vita agli studi e agli approfondimenti storico- sociali della sua terra, inizia proprio da queste domande per elaborare un particolare quanto originale collage storico- letterario, ricostruendo un quadro impeccabile degli avvenimenti con la veridicità di chi attinge a documenti storici, a partire dal periodo pre- unitario.
È così che in “SUD” si alternano le pagine più belle dei grandi scrittori del “Sud”: partendo dai classici siciliani come Pirandello, Verga e Tomasi da Lampedusa, fino ad arrivare a varcare lo Stretto con i focus di Ignazio Silone, Carlo Levi e Francesco Jovine, senza dimenticare l’urlo disperato di una letterata per la sua terra, la giornalista partenopea Matilde Serao.
Opere di sensibile fattura le loro, ricche di immagini e di progetti umani, rivelatrici delle condizioni di vita di un intero popolo, tradito e abbandonato alle sue miserie, cui però era stato promesso tanto; attese, del resto, che rimarranno molto spesso inevase, come lo sarà la stessa quaestio, congruamente analizzata qui in tutte le sue sfaccettature.
L’intuizione originale della Catapano, dunque, è quella di realizzare un saggio intelligibile a due velocità complementari: sul piano della ricostruzione storica, ricchi e ariosi sono gli approfondimenti sul brigantaggio, sulla relazione dell’onorevole Giuseppe Massari e sulle disastrose conseguenze della Legge Pica, mentre sul versante della produzione letteraria, immenso e preziosissimo è l’impulso di denuncia di pagine divulgate al mondo e passate alla memoria, che diventano necessità storica, cartine tornasole di quel “ritardo” socio – economico, peraltro rintracciabile ancora ai giorni nostri.
Napoli, 22 marzo 2018