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CHAROSCURO NAPOLETANO….

Struffoli indigesti per il Napoli….

di Carlo Gimmelli

L’ultima del girone di andata e dell’anno solare si chiude come peggio non si potesse immaginare: il Napoli saluta il 2021 al Maradona Stadium così come lo aveva aperto il 6 gennaio, una sconfitta contro il modesto Spezia, ormai bestia nera, volenteroso e poco più ma capace di battere per la seconda volta gli azzurri in una gara surreale.

Eppure tutto lasciava presagire un Natale sereno per gli azzurri dopo la vittoria di Milano e la notizia del rinvio a settembre della coppa d’Africa che avrebbe impegnato i cinque nazionali azzurri fino a metà gennaio; la gara con i liguri, con una difesa colabrodo e impegnati nella bagarre per non retrocedere, sembrava una formalità per chiudere al secondo posto un anno difficile, in attesa di recuperare al meglio gli infortunati.

In campo si è vista fin dall’inizio una squadra lenta, supponente, incapace di produrre gioco, quasi convinta che prima o poi il golletto sarebbe venuto per inerzia, in controcampo uno Spezia volitivo, ordinato, non rassegnato a fare la parte del tacchino natalizio che si è difeso senza eccessivi affanni, almeno nel primo tempo, e trovando l’insperato vantaggio alla fine della prima frazione di gioco con uno spettacolare autogol di Juan Jesus che con un poderoso colpo di testa in mischia infilava l’esterreffato Ospina.

Nella ripresa Spalletti sostituiva l’inconsistente Mertens con Petagna per mettere fisicità in campo e inseriva il fantasista Ounas per creare più dinamismo in area spezzina, ma in realtà avrebbe dovuto sostituire mezza squadra a partire dall’inguardabile Lozano, sempre più corpo estraneo, capace di divorare un gol a porta vuota calciando addosso al difensore, disperato e fortunato, che salvava sulla linea di porta il suo tiraccio sbilenco.

L’assalto finale al fortino spezzino con palloni gettati in area nella speranza di una palla sporca o un colpo di testa dell’ avvilente Petagna produceva solo confusione e qualche inutile corner, con l’ultimo brivido di un colpo di testa del solito Elmas, inserito troppo tardi, che scheggiava la traversa: ma forse anche un pareggio, oltreché inutile, sarebbe stato troppo per questo Napoli.

Si chiude, dunque, un anno in chiaroscuro, partito con la sanguinosa mancata qualificazione Champions, la frattura tra squadra e società, il freddo benservito al modesto Gattuso; poi il colpo di teatro di De Laurentiis che ripesca il disoccupato Spalletti, ex Inter che, con pazienza e sapienza tattica, ricompatta lo spogliatoio, recupera psicologicamente giocatori messi ai margini e in lista di sbarco e manda il Napoli in vetta per due mesi mostrando gran calcio e risultati; ora la risacca rischia di
ritrascinare gli azzurri, terzi, lontano dalle prime posizioni ma Spalletti può e deve ridare compattezza e fiducia allo spogliatoio contando, soprattutto, sul recupero dei big infortunati.

Contro i liguri per lunghi tratti è sembrato di rivedere il Napoli svogliato e confuso di Gattuso e questo è forse l’aspetto più preoccupante per Spalletti chiamato ora a lavorare sulla testa del gruppo che nelle ultime otto gare su ventiquattro punti ne ha racimolati otto, finendo da + 7 a -7 dall’Inter: una involuzione di gioco e risultati che solo in parte si può giustificare con la lunga serie di infortuni degli ultimi due mesi.

Resta da risolvere innanzitutto il caso Insigne, ieri assente per Covid, dopo aver saltato le ultime quattro partite per problemi muscolari e pseudo affaticamenti apparsi più diplomatici che fisici.

In realtà il capitano azzurro sembra sempre più lontano da Napoli, le trattative, per adesso, sono arenate su posizioni inconciliabili: il calciatore chiede il rinnovo di 4 anni alle condizioni attuali, 5 milioni netti più bonus, De Laurentiis è fermo a 3,5 milioni, offerta già rispedita al mittente e da Gennaio, il fantasista di Frattamaggiore potrebbe accasarsi altrove a parametro zero.

Gennaio decisivo, dunque. Non è un mistero che il presidente del Napoli, che sprovveduto non è, sta consumando la lenta “vendetta” di riprendersi i milioni persi a maggio nella sciagurata gara pareggiata con il Verona e costata la qualificazione Champions, quasi certa, e i tanti soldi UEFA, tagliando gli stipendi dei big e portando il tetto ingaggi sotto la soglia psicologica dei cento milioni di euro.

Toccherà a Spalletti gestire frizioni e malumori ed evitare che i mesi decisivi per le sorti di campionato e coppe siano avvelenati da problemi di spogliatoio e dal capitano, separato in casa.

Si riprende il 6 gennaio con la classica Juventus – Napoli e sarà ancora una volta un crocevia per gli azzurri: vietato sbagliare.

Buone vacanze a tutti.

Napoli, 23 dicembre 2021