Silvano Vinceti. Il Furto della Gioconda.Un falso al Louvre?
SILVANO VINCETI
IL FURTO DELLA GIOCONDA. Un falso al Louvre?
Armando Editore
di Raffaella Soldani
In libreria il 28 febbraio
La Gioconda che tutti ammiriamo al Louvre potrebbe essere un falso. Lo sostiene lo studioso Silvano Vinceti nel suo ultimo lavoro Il furto della Gioconda. Un falso al Louvre? in libreria per Armando Editore.
Un libro estremamente documentato in cui l’Autore solleva il dubbio che la Gioconda del Louvre possa essere un falso d’autore realizzato dall’allievo prediletto di Leonardo: il Salai.
Silvano Vinceti capovolge la consolidata narrazione del clamoroso furto della Gioconda avvenuto nell’agosto del 1911 nel museo del Louvre, secondo la quale fu il Peruggia l’ideatore e realizzatore del furto. Per Silvano Vinceti il Peruggia non entrò mai al Louvre, non rubò mai la Gioconda. La nuova ricostruzione del furto compiuto su documenti originali, alcuni dei quali inediti, accende i riflettori sul vero ideatore del furto, un mercante d’arte dedito alla vendita di opere falsificate, di nazionalità francese che fece riprodurre varie copie della Gioconda vendute ad ignari e facoltosi latifondisti americani.Grazie a questa nuova ricerca sono emersi elementi tali da sollevare dubbi sulla autenticità della Gioconda esposta al Louvre e hanno guidato l’autore dell’indagine a raccogliere prove a sostegno di tale ipotesi: per esempio, la perizia realizzata nel 1913, che aveva lo scopo d’accertare l’autenticità del dipinto è risultata priva di fondamenti oggettivi.
L’Autore recupera poi alcune testimonianze storiche e indizi che fanno supporre che il Peruggia portò a Firenze una copia, si auto-denunciò del furto e ne ottenne dei vantaggi finanziari. E Ancora, Pascal Cotte, del prestigioso laboratorio francese Lumiere tecnologie che ha realizzato un’accurata indagine sulla Gioconda del Louvre, commissionata dallo stesso museo, dopo vari anni, scaduto l’impegno di segretezza con il museo, ha reso noto che nell’ultimo strato della Gioconda, quello che precede il dipinto che tutto il mondo ammira, figura una disegno di una donna più giovane e senza somiglianze con la dama dallo sguardo sfuggente e dal sorriso enigmatico. La presenza di tale raffigurazione solleva un interrogativo sull’autore dell’opera. Un quesito che apre una congettura sulla possibilità che un allievo della Accademia di Leonardo, come era prassi diffusa nelle botteghe studio di grandi pittori fiorentini, abbia assunto come modello da riprodurre l’opera realizzata da Leonardo. Altri indizi storici concorrono ad alimentare la possibilità che la Gioconda del Louvre sia una copia realizzata dal suo allievo prediletto: il Salai. Il Salai era un personaggio con pochi scrupoli: lo stesso Leonardo in un dei suoi fogli lo descrive come «ladro, ghiotto e bugiardo». Dopo più di 25 anni vissuti con Leonardo era perfettamente in grado di riprodurre fedelmente le opere del maestro. Nel 1517 riceve una forte somma dalla tesoreria del Re di Francia, presumibilmente per un dipinto venduto. Sicuramente il Re di Francia non avrebbe pagato una cifra così alta per un dipinto di uno sconosciuto allievo di Leonardo. Nello stesso testamento del Salai, dove vengono elencati i dipinti che lascia alle sorelle, si trova la dicitura “Joconda”. Era sicuramente una copia del famoso dipinto, come è stata attribuita a lui anche un’altra copia presente in un importante museo americano. Due Gioconde realizzate da lui.
Il libro documento di Silvano Vinceti confronta questi ed altri elementi (inediti) e conclude che sia giustificata l’ipotesi che la Monna Lisa esposta a Louvre sia un falso d’autore.
Silvano Vinceti, scrittore, autore e conduttore televisivo in Rai di programmi storico culturali. Fra gli ultimi libri pubblicati, nelle nostre edizioni: L’enigma Caravaggio, Porto Ercole l’ultima dimora di Caravaggio, Francesco il Rivoluzionario di Gesù, Leopardi il filosofo della speranza, Il segreto della Gioconda, Alla ricerca della Gioconda. È Presidente del Comitato per la valorizzazione dei Beni Storici, Ambientali e Culturali. Ha concluso felicemente la ricerca dei resti mortali della modella della Gioconda.
Napoli, 25 febbraio 2019