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Serie televisive: l’episodio.
La struttura base dell’episodio di una fiction, è standard, ma lo standard cambia a seconda del genere e anche da paese a paese.

di Chiara Scamardella

Ogni episodio è costituito da: un teaser che introduce il tema della puntata, la sigla che da informazioni ed esplicita lo stile del telefilm, una prima parte in cui si illustra il conflitto e il tema dell’episodio, una fase due in cui c’è il confronto, e infine lo scontro finale con la quasi sconfitta dell’eroe che generalmente vince all’ultimo momento in modo definitivo o parziale. A volte può seguire un tag, un momento di calma che mostra le conseguenze della vittoria e il ritorno alla normalità.
Quindi il testo viene già prodotto in sequenze, in cui poi si inseriscono generalmente quattro blocchi pubblicitari che contribuiscono ad aumentare la suspense legando maggiormente l’attenzione dello spettatore.
Attualmente però, questo schema rigido è venuto abbastanza a cadere, e non solo perché l’eroe non vince sempre o non è più un vero eroe: c’è una sinossi prima del teaser, poiché le serie si basano quasi sempre sulla continuity e questo aiuta a seguirle; ci sono più trame e più personaggi che si incontrano, quindi gli scontri e i temi possono essere plurimi e non è detto che la situazione si concluda in un’unica puntata; la sigla è un logo che riesce ad esprimere tutta l’atmosfera della serie e il jingle a volte non è che un solo suono.
A seconda del genere, si hanno i seguenti format:
• Serie serializzata
• Sit-com: dura 20 minuti ed ha ambientazione ristretta, spesso con camera fissa se non anche priva di montaggio; risate registrate accompagnano le varie gag.
Questi standard però subiscono variazioni a seconda del Paese di produzione:
• USA: stagioni dai 22 ai 25 episodi, basati fortemente sulla continuity; esistono anche midseason che servono ad introdurre o specificare un aspetto di una serie madre oppure come banco di prova per una nuova serie stessa. La produzione viene enormemente influenzata dal fandom e la serie può modificarsi in corso d’opera o per ampliare il target di riferimento o per aggiustare il tiro; gli sceneggiatori operano in gruppi ed alcuni raggiungono anche una grande fama: sono loro il motore dell’industria televisiva americana. In questa serialità viene sfruttata ogni singola possibilità di ampliamento di trama, portando a temi che possono, virtualmente, protrarsi all’infinito: non importa la coerenza narrativa o l’idea iniziale, la serie continua finché c’è un pubblico disposto a seguirla.
• UK: stagioni di 13 episodi e che raramente si dilatano sfruttando ogni singolo potenziale per espandersi all’infinito; hanno uno schema più rigido e presentano in sé una grande coerenza. La lunghezza degli episodi può variare, raggiungendo 1h per quelli speciali. Spesso le serie sono Period Drama: trasposizioni letterarie o rappresentazioni in costume, basate sull’accuratezza storica dell’ambientazione più che su quella dei fatti narrati.
• Italia: generalmente durano 1h o più e spesso sono miniserie anche di soli due episodi, autoconclusive. Quasi sempre sono monotematiche, autobiografiche o storiche; quasi mai di fantasia ed assumono spesso aspetti da telenovelas in quelle più longeve.

Napoli, 17 novembre 2015