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Senz’anima

Il Napoli affonda sotto i colpi del Bologna

 

1Il match del Maradona apre il sabato di calcio della 36° giornata di Serie A: si affrontano un Napoli in difficoltà e un Bologna, che all’unanimità rappresenta la sorpresa di questa stagione. Il match termina con un perentorio 0-2, con gli emiliani che risolvono la pratica nella prima frazione di gioco, grazie alle reti di Dan Ndoye e di Stefan Posch. Napoli, che con questa sconfitta, mette a rischio le residue speranze di una qualificazione per le competizioni europee della prossima stagione. Bologna, che invece, legittima la sua posizione valida per la Champions andando ad impensierire anche il terzo posto, occupato ad inizio giornata dalla Juventus.

Preview del match
Il Napoli si avvicina al match del Maradona provando a mantenere la sua ottava posizione valida per le competizioni europee, in un periodo tutt’altro che semplice avendo vinto una sola partita nelle ultime 8 disputate in Serie A (2-4 vs. Monza). Durante gli ultimi match, il Napoli ha perso lo slancio iniziale essendo stato raggiunto nelle ultime due occasioni, con reti oltre 85° minuto di gioco: con il gol di Success nell’ultima contro l’Udinese, e con la rete di Abraham nella sfida che vedeva il Napoli contrapposto alla Roma.
Il Napoli non ha trovato nello Stadio Maradona il suo fortino, avendo tra le mura amiche il 15° rendimento interno, con solo 24 punti all’attivo. Nelle ultime quattro disputate al Maradona, gli azzurri hanno ottenuto solamente tre punti: figli di tre pareggi contro Torino, Frosinone e Roma. L’ultimo trionfo interno risale al 3 marzo 2024, quando gli azzurri si imposero per 2-1 sulla Juventus.
La squadra partenopea, per raggiungere i propri obiettivi, non può fare cieco affidamento sulla sua fase difensiva avendo subito rete in 14 partite consecutive di campionato, e avevano ottenuto una striscia più lunga solo tra il 1997-98.
Il Bologna, invece, ha una striscia aperta di imbattibilità che dura da 7 partite – frutto di 3 vittorie e 4 pareggi – con l’ultimo KO che risale al 9 marzo 2024, data in cui i rossoblù vennero sconfitti a domicilio dall’Inter per 0-1. Anche nel1 rendimento lontano dal Dall’Ara, i felsinei hanno dato un’accelerata da fine gennaio in poi, mettendo a referto 3 pareggi e 4 vittorie – mietendo alcune vittime illustri, tra cui Milan (2-2), Lazio (1-2), Atalanta (1-2) e Roma (1-3). In queste 7 partite, in ben 3 frangenti la squadra bolognese è riuscita a raggiungere il clean sheet, sintomo di una difesa in grande condizione. Infatti, in generale, da febbraio in poi, il Bologna ha mantenuto 8 volte la porta inviolata e nei maggiori top-5 campionati europei solo l’Arsenal ha fatto meglio – a quota 9 – e si affianca a squadre del calibro del Real Madrid.
I precedenti, però, sorridono ai partenopei che dalla stagione 2013/14 hanno vinto ben 8 sfide su 9 (tranne la sconfitta per 1-2 del dicembre 2019), mettendo a segno ben 28 reti nello stesso periodo. Nel match di andata, a campi inversi, la sfida è finita con il risultato di 0-0 e per la prima volta dal 1978, potrebbero vedersi due pareggi consecutivi negli scontri tra Napoli e Bologna.
Finisce sotto i riflettori Matteo Politano, che con 8 reti e 6 assist in questo campionato, è il calciatore italiano che ha partecipato a più gol nell’attuale Serie A – a pari con Gianluca Scamacca – con una partecipazione supererebbe il suo record vigente risalente alla stagione 2017/18, con la maglia del Sassuolo.

La partita
1Lungo il percorso di avvicinamento al match del Maradona, mister Calzona recupera diverse pedine importanti nella costruzione del suo 4-3-3: ritorna Juan Jesus al centro della difesa e Kvaratskhelia nel tridente offensivo insieme ad Osimhen e Politano. All’appello manca solamente Piotr Zielinski alle prese con un infortunio al polpaccio.
Tra le fila del Bologna, mancano tra gli arruolabili il centrocampista scozzese Lewis Ferguson, alle prese con una lesione del LCA, e il difensore Adama Soumaro, che sta superando un problema al ginocchio. Mister Thiago Motta costruisce il suo 4-3-3 con una rivoluzione già tra i pali: infatti al titolare Lukas Skorupski viene preferito Federico Ravaglia. Nel cuore del campo, viene scelto Kacper Urbanski a fare da ombra a Lobotka, per limitare le azioni che partono dai piedi dello slovacco. Rispetto alla gara di Torino, Dan Ndoye viene dirottato sull’out di sinistra e viene inserito Jens Odgaard che la spunta su Orsolini e Saelemaekers.
Il match inizia con la squadra ospite che presidia la metà campo avversaria: al 9′ Zirkzee, manovrando al limite dell’area, prova il tiro, Odgaard raccoglie in area di rigore e sul secondo palo Ndoye colpisce di testa, saltando sopra Di Lorenzo per il gol del vantaggio dello 0-1. Passano pochi minuti e il Bologna raddoppia: sugli sviluppi di corner, Calafiori stacca su Lobotka, ma sulla traiettoria si inserisce Posch che devia in rete.
Il Napoli, senza molte idee, prova a gettarsi nella metà campo avversaria alla ricerca di un episodio che possa girare l’inerzia del match: su un rimpallo innescato dal cross di Di Lorenzo, combatte Osimhen in area, che viene colpito al piede dal Freuler. Per Pairetto, è calcio di rigore: sul dischetto si posiziona Matteo Politano, che però non calcia in maniera ottimale e Ravaglia intercetta.
Come si suol dire, le idee degli azzurri sono poche e ben confuse e il Napoli sfrutta l’intervallo per mettere un po’ di chiarezza e per ripartire più forte: infatti, riparte con più ritmo, ma le occasioni concrete sono davvero poche e il possesso resta sterile. Al 52′, ci prova Matteo Politano a riscattare il penalty sbagliato, con un tiro sul primo palo, su cui interviene Ravaglia. Ma il Bologna non sta a guardare, prova a mettere fuori la testa dalla “pressione” azzurra: Saelemaekers in profondità per Zirkzee, che lascia partire il diagonale, ma Meret evita di piede lo 0-3. Azione simile dall’altro lato del campo, che rappresenta la chance più grande della partita dei partenopei: Ngonge trova Osimhen alle spalle della difesa in posizione regolare, ma Ravaglia compie un intervento super sul tiro del nigeriano. Il Napoli negli ultimi minuti non riesce ad incidere come vorrebbe e non crea nulla di concreto. L’immagine conclusiva e riassuntiva dello stato d’animo degli azzurri è Stanislav Lobotka in lacrime al centro del campo.

Il punto Della Pietra
1Napoli – Bologna è una non-partita perché il risultato della gara non è mai in bilico: iniziata e racchiusa nei primi 12′ di dominio rossoblù. I restanti 78′ sono un accessorio di tentativi azzurri di mettere la testa fuori e di gestione felsinea, con rari picchi, rappresentati dal rigore sbagliato di Politano e dall’occasione di Osimhen su cui Ravaglia si supera. Ma andiamo per gradi: cominciamo dall’inizio e forse, anche un po’ prima. Nel pre-match, le parole di Mister Calzona, che annuncia di aver visto una squadra positiva, sono presagio che la spirale negativa azzurra possa interrompersi e danno una carica speranzosa all’ambiente. Nel frattempo, Thiago Motta mette il cappio alla gola al gioco dei partenopei con Urbanski e Aebischer che si alternano in pressione a schermare Lobotka, fulcro della manovra del Napoli, e bloccando gli esterni con le coppie che vanno ad impedire le scorribande offensive di Kvaratskhelia e di Politano. La spinta emotiva di cui il Napoli si era difficoltosamente caricato in questa settimana dura pochi minuti, per la precisione 9′, quando Zirkzee porta a spasso la difesa azzurra con la partecipazione di Oliveira che lo tiene in gioco, e Ndoye insacca di testa sul cross di Odgaard. Il Napoli si rialza dal primo cartone preso in piena faccia e arriva subito un altro destro al mento: solamente 3′ dopo, Posch indirizza in rete sulla spizzata di Calafiori sugli sviluppi di calcio d’angolo, anticipando un sonnecchiante Anguissa. Ci sono presagi di goleada perché il Napoli vaga alla ricerca di se stesso con un possesso palla lento e sterile, che non trova mai impreparata la retroguardia emiliana, e ricerca un episodio che possa dare una spinta morale di cui una squadra in difficoltà ha disperatamente bisogno. L’episodio arriva al minuto 19 sul penalty guadagnato da Victor Osimhen per l’intervento di Freuler: sul dischetto si presenta Matteo Politano, che però non calcia benissimo e Ravaglia intercetta. Quello che poteva rappresentare la sliding door del match in favore degli azzurri, diventa il KO tecnico al match. Il resto è un continuo e disperato tentativo del Napoli di acciuffare una partita che con lo scorrere dei minuti e delle idee diventa sempre meno realistico. Nella ripresa, il Napoli alza i ritmi, ma riesce a creare poco di concreto se non un’occasione con il suo attaccante nigeriano su suggerimento di Ngonge, su cui Ravaglia compie un intervento al dir poco mostruoso. C’è spazio anche per un paio di parate di Alex Meret che evita una debacle ancora peggiore, salvando sia sul diagonale di Zirkzee che sul tiro di Orsolini.
È un Napoli spento e senza forza di reagire, quasi moribondo, che sembra aspettare solamente che venga staccata la spina. Eppure l’obiettivo Conference League è ad un passo e si può ancora lottare per raggiungerlo. Le lacrime di Lobotka al termine del match celano un male ancora più profondo nascosto nella psiche dei calciatori azzurri: un “ci provo, ma non ci riesco” a cui tre diversi tecnici hanno cercato una soluzione, senza trovarla. Un destino che sembra già scritto a cui non si ha la forza di ribellarsi.
Il Bologna, invece, mette in campo l’ennesima buona prestazione, legittimando quanto di meravigliosamente inaspettato fatto in questo campionato. Nessuno, nemmeno tra i più accaniti tifosi rossoblù, avrebbe pronosticato a due giornate dalla fine, il Bologna nelle posizioni valide per la prossima Champions League, con un gioco che raggiunge picchi di spettacolarità degni della competizione UEFA.

La classifica di giornata
Con la sconfitta contro il Bologna (0-2) e la contemporanea vittoria della Lazio (2-0 contro l’Empoli), il Napoli è confinato dalla matematica a combattere per la qualificazione in Conference League, mentre i biancocelesti aspirano ancora ad1 un posto in Champions League. Alla lotta per il posto alla UECL, si aggiunge anche il Torino, vittorioso sul campo del Verona (1-2). Salendo in classifica, in virtù della vittoria dell’Atalanta nei confronti della Roma (2-1), Juventus – fermata sul pari dalla Salernitana per 1-1 – e Bologna, sono qualificate aritmeticamente per la prossima UEFA Champions League. Con le posizioni ormai delineate Inter – già Campione d’Italia – e Milan (2°) passeggiano rispettivamente contro Frosinone (0-5) e Cagliari (5-1). Nella parte destra della classifica, l’obiettivo ancora in divenire è la salvezza: nei bassi fondi sono in pochi a fare punti. Il fanalino di coda Salernitana – già retrocessa in Serie B – ottiene un punto che fa morale contro la Juventus (1-1); il Sassuolo viene sconfitto dal Genoa (1-2), l’Empoli viene battuto all’Olimpico di Roma dalla Lazio (2-0) e si mantiene sopra la linea di galleggiamento. Frosinone, Cagliari e Verona rimangono a bocca asciutta rispettivamente contro Inter (0-5), Milan (5-1) e Torino (1-2). Doppio Monday Night: il primo tra Udinese e Lecce – in virtù di tali risultati, quest’ultimo si tira matematicamente fuori dalla lotta per non retrocedere e rimane in Serie A anche per la stagione 2024/25 – il secondo è Fiorentina – Monza.

Pagelle
Napoli: Meret 6; Di Lorenzo 4.5, Rrahmani 5, Juan Jesus 5, Olivera 5 (82′ Mazzocchi s.v.); Anguissa 4 (81′ Traorè s.v.), Lobotka 5.5, Cajuste 5 (73′ Raspadori 5); Politano 4.5 (61′ Ngonge 5.5), Osimhen 5.5, Kvaratskhelia 4.5 (82′ Simeone s.v.). Allenatore: Francesco Calzona 4.5

Bologna: Ravaglia 7.5; Posch 7.5, Lucumì 7, Calafiori 7.5, Kristiansen 6.5; Freuler 6.5 (82′ El Azzouzi s.v.), Urbanski 6.5 (73′ Fabbian 6), Aebischer 6.5; Ndoye 7 (56′ Saelemaekers 6.5), Zirkzee 6.5 (73′ Castro 6), Odgaard 7 (56′ Orsolini 6.5). Allenatore: Thiago Motta 8.5

I migliori
1Thiago Motta 8.5: Crea una macchina al limite della perfezione, quando nessuno se lo aspettava. Rimodula la sua creatura in vista della sfida contro il Napoli: Urbanski e Odgaard non deludono per tutto il match. Il primo si attacca a Lobotka e lo scherma con frequenza, Odgaard copre l’esterno rendendo ininfluente la presenza di Oliveira, in più mette l’assist per la prima marcatura. Adesso la Champions League è un sogno divenuto realtà!

Ravaglia 7.5: Indirizza psicologicamente e concretamente il match con la parata sul tiro di Politano dal dischetto. Si supera con un intervento da vedere e rivedere sul tiro di Osimhen.

Meret 6: Non ha colpe sulle due reti subite, ed evita danni ancora peggiori nella ripresa sul diagonale di Zirkzee. Ma se il migliore della squadra è il portiere con la sufficienza, questa la dice lunga sulla prestazione della squadra.

Cajuste 5: Avrà tutti i suoi limiti tecnici, ma davvero sembrava l’unico a provarci mettendoci qualcosa in più.

Lobotka 5.5: Prova a costruire gioco come suo solito, ma non riesce a scrollarsi l’ombra di Urbanski di dosso. Sfiora il gran gol che poteva dare un andamento diverso al match. Sulla seconda rete, Calafiori gli salta sopra sulla spizzata, ma lo slovacco gli rende parecchi centimetri. Le sue lacrime a fine gara sono la testimonianza di una squadra che vorrebbe, ma proprio non ce la fa.

I peggiori
Kvaratskhelia 4.5: Limitato sulla fascia sinistra dalla presenza di Posch e Lukumì. Non riesce mai a liberarsi e a condurre un’azione differente. Tanti dribbling non riusciti e una prestazione condita da un’ammonizione per proteste, figlia della frustrazione che gira nello spogliatoio azzurro.

Anguissa 4: Fermi tutti, davvero era in campo?! La sua presenza – o meglio la sua assenza – in campo è a tratti irritante, come qualche giocata leziosa che cerca in momenti poco opportuni. Statuario sullo 0-2, guarda Posch insaccare di testa senza fare un passo, che forse sarebbe bastato per tagliarlo fuori.

Freuler 6.5: La verità è che è difficilissimo trovare un peggiore tra le fila rossoblù. È onnipresente in ogni parte del campo, ma viene scelto lui perché rischia di riaprire il match con il fallo su Osimhen. Scusa Remo!

Arbitro
Pairetto 5: Si adatta per rendimento ad una partita già terminata dopo 12′. Un match, dove la non-grinta del Napoli, rende il tutto più gestibile: pensa di avere la gara in pugno, ma purtroppo il controllo è solo nella sua testa. Manca la prima1 ammonizione di Posch in due occasioni: prima su Kvaratskhelia – poi ammonito per proteste – poi su Lobotka – dove è completamente coperto ma dalla platealità dei suoi gesti sembra aver visto, ma in realtà ha visto male. Lascia correre tanto, ma in maniera inconcludente e gestione dei cartellini da rivedere.
Giusto convalidare la rete dello 0-1: Zirkzee in manovra viene tenuto in gioco da Oliveira, che ritarda la salita. Più avanti, Ndoye sovrasta regolarmente Di Lorenzo. In occasione della seconda marcatura emiliana: Anguissa evita l’offside per Posch, che insacca senza problemi.
Corretto anche il penalty: il tocco di Freuler sul piede di Osimhen c’è, anche se lieve. Resta quindi la decisione di campo, con il VAR tagliato fuori. Stesso discorso per un altro calcio di rigore richiesto dagli azzurri: la mano del difensore rossoblù è su Osimhen, ma la trattenuta è molto lieve per indurre l’arbitro a fischiare. Intervento di Cajuste al limite del rosso: Pairetto opta per il giallo, ma la gamba del centrocampista svedese è davvero alta.
Resta il giallo sul rigore intercettato da Ravaglia, si valuta la posizione dei piedi dell’estremo difensore felsineo sulla linea: che sia la proiezione del tacco del piede a rendere la posizione regolare?

Nola, 13 maggio 2024