mer 1 MAGGIO 2024 ore 23.08
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Quel pallone (s)gonfiato...
di Carlo Gimmelli

Clamoroso al Cibali! C’era un solo argomento capace di scalzare per qualche giorno la tragica litania pandemia & vaccini : Il Pallone.

La più potente arma di distrazione di massa concepita dal dopoguerra ad oggi, politicamente e socialmente trasversale, causa di fortune e dipartite economiche e politiche, e ispiratore di una delle battute più cinicamente fulminanti di Sir Winston Churchill che dopo il tragico conflitto mondiale laconicamente commentò: ” mi piacciono gli italiani, perdono la guerra come fosse una partita di calcio e perdono una partita di calcio come fosse una guerra”.

In effetti l’onda d’urto è di quelle epocali: Domenica notte, con un comunicato ufficiale congiunto, dodici Top Club Europei: AC Milan, Arsenal, FC, Atlético de Madrid, Chelsea FC, FC Barcelona, FC Internazionale Milano, Juventus FC, Liverpool FC, Manchester City, Manchester United, Real Madrid CF e Tottenham hanno difatti lanciato il guanto di sfida alla potente U.E.F.A., dando vita alla Super Lega, un esclusivo circolo di ricconi che vorrebbe organizzare un super torneo a 20 squadre (15 club fondatori e 5 da invitare magnanimamente di volta in volta in base a complessi coefficienti di bacino d’utenza e risultati sportivi) che potrebbe partire entro 6 mesi andando ad ingolfare un calendario di competizioni già saturo.

Insomma, un vero terremoto sportivo, economico e soprattutto politico che, in poche ore, ha scomodato le segreterie dei Premier europei che si sono precipitati, con inusuale tempestività, a bocciare la sciagurata iniziativa.

L’idea, in realtà, aleggiava da anni (mai presa sul serio dalle istituzioni del pallone), ipotizzata più volte da Aurelio De Laurentiis, scaltro e visionario proprietario del Calcio Napoli, rilevato al momento giusto dalla sezione fallimentare del Tribunale, ripartito dalla serie C senza debiti e, in 15 anni catapultato nell’elite del calcio che conta, le coppe, la Champions, gli sponsor, insomma un ottimo investimento per il cinematografaro romano di origini torresi.

Ma, il picconatore Aurelio da subito, pur non essendo un esperto del pallone, cominciò a tirar calci contro i sancta sanctorum del Palazzo, considerando roba vecchia i campionati, gli stadi, insomma tutto da cambiare.

Lo sconquasso economico provocato dal Covid ha inevitabilmente prodotto un’accelerata al progetto, le quindici sorelle, in effetti, hanno chi più chi meno, delle voragini finanziarie preoccupanti perfino per le multinazionali che le controllano; i costi del circo, già da tempo in verità, sono ormai insostenibili, i, pochi, grandi top player ormai fatturano come una grande azienda e si guardano bene dal cedere i preziosi diritti di immagine alle società; gli stadi, anche se di proprietà, non incidono oltre il 30% sui bilanci, il covid ha azzerato spettatori, ridotto gli sponsor e i milioni a pioggia delle TV, anch’esse alle prese con sanguinosi piani di tagli ai costi.

Insomma occorreva pensare ad un Circo Barnum mediatico dove far esibire i costosi gioielli di famiglia senza correre il rischio di farli azzoppare da un anonimo “macellaio” della pedata in qualche improbabile stadio di periferia; quindi nessuna promozione, né retrocessione, né motivazione agonistica, solo una gigantesca Playstation dal vivo con i miliardi dei fondi arabi e americani.

Ossigeno puro per i comatosi conti delle 15 sorelle. Le quali, per il momento, avrebbero comunque garantito la propria permanenza nei campionati nazionali, avendo delle rose ipertrofiche da utilizzare a rotazione, a mo’ di comodi rodaggi per le proficue competizioni europee.

Risultato: campionati nazionali svuotati, drogati e privi della più scolorita idea di competizione sportiva(?).

Ovviamente U.E.F.A. e F.I.F.A., che pure stanno contribuendo a diffamare e togliere interesse al gioco più seguito al mondo, infilando dappertutto lunghe e macchinose competizioni che hanno saturato il calendario con inutili partite giornaliere, hanno reagito ferocemente al tradimento dei congiurati che gli toglierebbe potere e tanti miliardi, minacciando una proscrizione sportiva da ogni evento sportivo per club e atleti reietti.

Furibonda la reazione a catena dell’opinione pubblica ormai sfinita e depressa dalla lunga crisi economico/sanitaria, addetti ai lavori, tifosi, scommettitori, intellighenzia varia, che, hanno levato in cielo il grido di dolore per la dipartita dei Sacri Valori dello Sport….(sic!).

Tacendo, ma non troppo, della miriade di società minori, già alla canna del gas, che (mal)campano con i contributi di solidarietà malvolentieri sganciati dai club ricconi.

Epperò, questa volta, la sonnacchiosa e distratta politica europea, da sempre indulgente con le alchimie finanziarie dei club, si è tempestivamente attivata con i più convincenti argomenti di persuasione (leggasi indagini approfondite, tassazioni, cause sanguinose etc.) per ricondurre i rivoltosi sotto le braccia di Mamma U.E.F.A e, almeno per ora, il pericolo sembra scongiurato o rinviato sine die.

Dopo una urgente riunione notturna, una ad una le squadre inglesi si sono ritirate dal progetto e l’taliana cinese Inter, che pure era partita per prima, si è detta non interessata al progetto, potere del democratico governo cinese!

Mentre è notizia di poche ore fa la resa incondizionata di Andrea Agnelli, orfano delle consorelle inglesi, alle prese con un debito monstre da ripianare con un doloroso aumento di capitale da parte della cassaforte di famiglia, risultati sportivi catastrofici e la guerra fredda con il potente cugino John Elkann, irritato per la gestione borderline del club pare arrivata alla resa dei conti.

…e intanto il pallone sgonfio resta malato e indebitato.

La situazione è grave ma non è seria.

Napoli, 21/22 aprile 2021

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