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Palazzo Reale … tra mare e città.

Repubblica omaggia l’iconico Palazzo Reale con un libro in omaggio Giovedì 6 aprile
di Carlo Gimmelli

Presentato nel meraviglioso Teatrino di Corte (perché Teatrino? Per distinguerlo dal Teatro più fastoso d’Europa, il San Carlo) di Corte il volume “La Reggia sul Mare” un omaggio di “La Repubblica” al simbolo del potere prima spagnolo poi borbonico, una delle Corti urbane più sontuose del vecchio continente..

Alla presentazione sono intervenuti , oltre alla moderatrice Conchita Sannino, il direttore del Museo autonomo di Palazzo Reale Mario Epifani, il direttore di Repubblica Molinari, il sindaco Manfredi, lo scrittore Maurizio De Giovanni e il rettore della Federico II Matteo Lorito.

Voluto dal Vicerè Fernando Luis de Castro e progettato da Domenico Fontana, ai tempi il più famoso architetto europeo, fu strategicamente costruito alle pendici della collina di Pizzofalcone, in posizione dominante sul golfo, in modo da offrire al sovrano di turno una comoda via di fuga in caso di attacco nemico.

Il cantiere di Palazzo Reale in realtà fu sempre “work in progress” , almeno fino al 1858, con continui interventi strutturali ed estetici, particolarmente rivolti alla facciata e ai magnifici giardini pensili affacciati sul mare, 40.000 metri quadrati di capolavori architettonici che potrebbero essere finalmente disvelati al grande pubblico.

Si susseguirono oltre al progettista originario altri “archistar” dell’epoca tra cui Luigi Vanvitelli, Gaetano Genovese e Ferdinando Sanfelice oltre all’imponente opera ingegneristica di Enrico Alvino che progettò la galleria borbonica, un viadotto sotterraneo a scopo militare che collegava il Palazzo alla sottostante piazza Vittoria per garantire la rapida fuga della famiglia reale e lo spostamento delle truppe da e verso il mare.

Il periodo di massima magnificenza si ebbe nei decenni a metà del settecento quando Carlo di Borbone lo elesse a sua residenza ufficiale, arredandolo con una cospicua parte della favolosa collezione Farnese ereditata da sua madre Elisabetta ed ampliandolo con nuovi corpi di fabbrica verso il porto e il Vesuvio .

Dopo decenni di fruibilità parziale e sottoutilizzo da alcuni anni sembra(!) avviato un nuovo percorso in grado di valorizzare l’unicità del complesso reale (Teatro, Giardini, Spalti, biblioteca, terrazze) anche in virtù di un corposo finanziamento di 23 milioni di Euro erogati dal Ministero dei Beni Culturali.

L’obiettivo, è il caso di dirlo, Reale è la creazione di un sistema sinergico tra i vari Enti, Comune, Demanio e Sovrintendenza che, in ossequio ai paradossi dell’immobilismo istituzionale italico, non sono interconnessi e ogni ipotesi di valorizzazione dell’area compresa tra Piazza Plebiscito e l’area portuale viene seppellita da infinite trafile burocratiche di competenze varie.

E’ il caso del colonnato della chiesa di San Francesco di Paola, da oltre un ventennio pregiato orinatoio pubblico e residenza di clochard e graffitari dai crani sofferenti mentre i locali che dovevano ospitare attività dell’artigianato napoletano giacciono nel più completo abbandono tra il ping pong di competenze e responsabilità.

Il libro racconta la storia del palazzo ma soprattutto i progetti di restauro e il nuovo concetto di agorà aperta alla città e ad una fruizione continua e collegata al mare; a breve ci sarà la riapertura dell’ingresso su Via Acton con la scala elicoidale che conduce all’appartamento Reale e il restauro del torrino panoramico da sempre inaccessibile, che verrà restituito alla città.

Il progetto ambizioso prevede l’apertura al pubblico di itinerari inediti tra cui i camminamenti del sottotetto (12.000 mq), un vero labirinto di corridoi e stanze segrete, un privè reale riservato esclusivamente al sovrano , con panorama inedito sulla città a 360°.

Dopo oltre 400 anni di storia Palazzo Reale è un gioiello semisvelato che promette ancora di stupire.

Napoli, 6 aprile 2023