mer 11 DICEMBRE 2024 ore 16.57
Home Economia Non consideriamo più le persone, le usiamo. E’ il consumismo relazionale bellezza!

Non consideriamo più le persone, le usiamo. E’ il consumismo relazionale bellezza!
di Martino Ariano

 

 

frommI have a dream!

Voglio ritornate alle mie vecchie relazioni analogiche, quelle che sviluppavo quotidianamente prima dell’avvento di internet (o interdet?), tanto per intenderci.

Insomma, cercare costantemente di orientarsi verso il nuovo, domandarsi perché.

Guardare il mondo con gli occhi della diversità e sfidare ruoli sociali predeterminati.

Essere autentici e restare aperti per entrare in contatto con gli altri.

Francesca Gino, docente alla Harvard Business School di Boston, è l’autrice di: “Talento ribelle: Perché infrangere le regole paga (nel lavoro e nella vita)”.

Questo libro indaga sulle abilità di chi infrange le regole e ne identifica cinque:

Novità: cercare costantemente di orientarsi verso il nuovo;
Curiosità: domandarsi perché, proprio come i bambini;
Prospettiva: guardare il mondo con gli occhi degli altri;
Diversità: sfidare ruoli sociali predeterminati;
Autenticità: rimanere aperti e vulnerabili per entrare in contatto con gli altri.

Amici? Molti, moltissimi, innumerevoli, sterminati, tanto per fare numero per sentirsi popolare e famoso.

Ma, se per caso hai bisogno di parlare a cuore aperto o di bere un caffè con qualcuno, in mezzo a questi ottordici mila persone,bimbo valigia nisba, non c’è nessuno.

Tutto questo vi rende infelici e siete spinti a muovervi verso la dimensione dell’affetto con vero talento consumistico.

Non vi è migliore consumatore di un consumatore intensamente infelice.

Comprate tanto, sprecate tanto, buttate tanto e se non è perfetto, lo eliminate.

L’arrogante di turno, statista per caso, proietta le sue abitudini consumistiche nella sfera relazionale con i compagni e le compagne di lavoro.

Posso sembrare esagerato, ma in giro vedo una crescita esponenziale del ghosting.

Il ghosting è la pratica di interrompere tutte le comunicazioni e i contatti con un partner o qualcuno che si sta frequentando, anche senza un apparente motivo o alcun tipo di avvertimento, ignorando completamente qualunque tentativo di contatto.

Semplicemente, penso che questi individui/zombie si sentano aggrediti dal mondo, rinchiusi dentro l’unica cosa che sembra sicura: loro stessi.

Il problema è che oltre alle incertezze del mondo non ha certezze.

Ha paura della sua ombra.

Non va oltre la navigazione a vista e tenta solo di restare a galla.

Molla tutto ciò che potrebbe farlo andare a fondo.

1Vivendo le relazioni in modo superficiale, ha smarrito le dinamiche che si instaurano tra due persone, si è privato dell’accoglienza delle necessità degli altri, della capacità di vivere assieme, di riaggiustarsi.

In fondo in fondo, non staremmo male se tornassimo all’analogico.

Non dico di tornare al poco ma buono, ma di investire in ciò che davvero conta davvero per noi.

La differenza tra il digitale e l’analogico è il tempo.

Nel mondo analogico, le cose, tutte le cose hanno bisogno di tempo per svilupparsi, mentre il digitale dà tutto subito.

Tutto tranne l’essenziale.

Madrid, 14 gennaio 2022