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Niente sprechi.
di Giulia Di Nola

In Italia la “doggy bag”, cioè l’uso del sacchetto che al ristorante ci viene fornito per conservare il cibo pagato ma non consumato, è un’iniziativa che alcuni locali, di recente, hanno cominciato ad adottare nel rispetto che, un tempo, almeno gli anziani, avevano verso gli alimenti.

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Onde evitare che la sacralità dello stesso venga dimenticata, a Como come a Rio Crosio di Asti, il progetto “Portami a casa con te”, accolto e messo in atto dalle mense delle scuole elementari, mostra come il valore del cibo e il concetto dello spreco non sia un caso del tutto eccezionale ma un tipo di educazione pedagogica, uno stile di vita che si deve seguire sin dalla più tenera età.

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A fine pranzo, infatti, i bambini, dotati di sacchetti ecologici, possono inserirvi i pasti non consumati, un modello green, insomma, seguito da un numero sempre maggiore di scuole.

Ogni anno, almeno in Italia, vengono “gettati” nell’immondizia nutrimenti pari a quattro volte la quantità di cibo sufficiente a sfamare ottocento persone denutrite e dall’Expo 2015, dedicato proprio a questo tema, le raccolte di cibo si sono intensificate e la legge contro gli sprechi alimentari, entrata in vigore il 14 settembre 2016, ha dato in tal senso un’ottima mano.

Il cibo non utilizzato o non venduto è, appunto, ritirato da grosse aziende agevolate negli sgravi fiscali che lo ridistribuiscono alle Caritas e queste alle famiglie indigenti.

Tralasciando ogni aspetto di natura politica riferito al Partito Democratico, ad onor del vero, voglio ringraziare la deputata Maria Chiara Gadda per aver promosso un così importante provvedimento.

Napoli, 11 novembre 2018