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Nel mondo aumenta la distanza tra ricchi e poveri. A dirlo è il Rapporto Oxfam 2019

di Martina Tafuro

“Quando spendiamo 5 dollari per compensare l’emissione
di una tonnellata di anidride carbonica facciamo qualcosa
di buono, probabilmente generando un beneficio sociale
di circa 2 dollari. Ma gli stessi 5 dollari donati a un’altra
organizzazione avrebbero potuto produrre un beneficio
sociale del valore di 200 dollari se fossero stati usati
per la prevenzione dell’AIDS o di 150 dollari se usati
contro la denutrizione. Vorrei che fosse ritenuto naturale
preferire benefici del valore di 200 dollari invece che di 2…
Spero che potremo guardare negli occhi le nuove generazioni
e dire loro che non abbiamo fatto solo ciò che ci sembrava
utile in base alle mode del momento, ma che abbiamo
migliorato a fondo il mondo grazie a strategie semplici,
sperimentate e sensate, non abbiamo fatto solo qualcosa
che ci faceva sentire bene, ma qualcosa che faceva davvero bene”.

Bjørn Lomborg

Papa Bergoglio, nell’enciclica Evangelii Gaudium, adopera la parola diseguità per sintetizzare lo scandalo della diseguaglianza collegato alla sperimentazione dell’ingiustizia.

Certa e convinta di non possedere tutto la sagacia dei novelli predicatori, esponenti di spicco del cattolicesimo perfettino, rifletto (o faccio discernimento?) sulle parole di Francesco e penso che egli abbia voluto evidenziare la scandalosa situazione, in cui vive il nostro bel mondo esacerbato dalle migliaia forme di esclusione, di dolorosa miseria, materiale, morale e spirituale.

Nel frattempo che partorivo questi profondi pensieri, mi è capitato di leggere il Rapporto Oxfam 2019 pubblicato in concomitanza al Forum economico mondiale di Davos. Dalla pubblicazione esce fuori che, le fortune dei super-ricchi sono aumentate del 12% lo scorso anno, al ritmo della cifra monstre di 2,5 miliardi di dollari al giorno, mentre 3,8 miliardi di persone, che costituiscono la metà più povera dell’umanità, hanno visto decrescere quel che avevano dell’11%.

Insomma su questo delizioso pianetino ci sono 85, dico ottantacinque, esserini umani che posseggono il 50, dico il cinquanta per cento della ricchezza posseduta dall’altra metà del mondo. Cioè lo zero virgola/moltissimi/zeri/virgolauno è possiede una ricchezza pari a quella di tre miliardi e mezzo di persone.

Evviva come sono felice! Il divario di classe esiste ancora, non si è fermato un attimo… ma i novelli cresi hanno vinto dieci a zero, supercoppa, giro di campo e champagne negli spogliatoi, questa è la loro risposta al mito di cartone che ci propinano da decenni: ”Se aumenta la ricchezza diminuisce la povertà, il ricco darà da lavorare e migliorerà le condizioni dei poveri”.

Anche l’Italia è in linea con questi dati: il 20% più ricco possedeva, nello stesso periodo, circa il 72% dell’intera ricchezza nazionale.

Oxfam nel Rapporto evidenzia, inoltre, un sistema fiscale che finisce col pesare di più sulle categorie più povere della società tassando i redditi da lavoro e consumo.

Le imposte sul patrimonio, sono state ridotte, se non eliminate del tutto.

L’imposizione fiscale a carico di chi produce redditi più elevati e delle grandi imprese si è ridotta negli ultimi decenni.

Secondo i calcoli dell’Oxfam, se I’1% dei più ricchi pagasse appena lo 0,5% in più in imposte sul proprio patrimonio, si avrebbero risorse sufficienti per mandare a scuola 262 milioni di bambini e salvare la vita a 100 milioni di persone nel prossimo decennio.

Dall’analisi rapporto viene a galla, poi, una forte correlazione tra disuguaglianza economica e disuguaglianza di genere. A livello globale, infatti, gli uomini possiedono oggi il 50% in più della ricchezza netta delle donne e controllano oltre l’86% delle aziende. Il divario retributivo di genere è pari al 23% in favore degli uomini.

Inoltre, non viene preso in considerazione il contributo delle donne al lavoro di cura. Infatti, secondo Oxfam, se tutto il lavoro di cura non retribuito svolto dalle donne nel mondo fosse dato in gestione ad una sola azienda, questa raggiungerebbe un fatturato di 10 mila miliardi di dollari all’anno.

Infine, è messo in evidenza come in molti Paesi un’istruzione e una sanità di qualità sono diventate un lusso che solo i più ricchi possono permettersi. Ogni giorno 10 mila persone nel mondo muoiono perché non possono permettersi le cure mediche. In un paese come il Kenya, un bambino di una famiglia ricca frequenterà la scuola per il doppio degli anni rispetto a un bambino proveniente da una famiglia senza mezzi.

Documentazione:

Rapporto Oxfam 2019 integrale(inglese)

Sommario del Rapporto Oxfam 2019 (italiano)

Le persone più povere del pianeta non sono soltanto quelle che hanno le minori responsabilità nel provocare i cambiamenti climatici, ma sono anche coloro maggiormente vulnerabili alle loro conseguenze e meno in grado di affrontarli. Queste disuguaglianze sono sia orizzontali che verticali e vedono le donne maggiormente esposte ai rischi rispetto agli uomini, così come le comunità rurali rispetto a quelle urbane, e tutti i gruppi marginalizzati per motivi di razza, etnia o di altri fattori rispetto al resto della popolazione. Un recente studio della Banca Mondiale che ha riguardato 52 paesi rivela che la maggior parte delle persone vive in paesi in cui i più poveri (definiti come il 20% più povero della popolazione nazionale) sono maggiormente esposti ai disastri naturali come siccità, inondazioni e ondate di calore rispetto alla media dell’intera popolazione, e che in particolare si tratta di persone che vivono in molti paesi dell’Africa e del Sudest Asiatico. Molto spesso sono le donne ad essere maggiormente esposte ai rischi legati al surriscaldamento globale poiché tendono ad essere più dipendenti da attività economiche soggette alle condizioni climatiche (come l’agricoltura pluviale e la raccolta di acqua per uso domestico), e spesso hanno pochissime possibilità di uscire da periodi di crisi o di aumentare la produttività per via, per esempio, di un minore accesso alla terra, alla formazione o al capitale.
Fonte: Oxfam

Napoli, 22 gennaio 2018