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Continua l’impegno degli Attivisti del MoVimento 5 Stelle residenti nei Comuni del Consorzio Bonifiche e Paludi Napoli-Volla.

Un altro passo è stato compiuto Venerdì 17 gennaio 2014, mediante il cittadino Vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, che ha presentato un’interrogazione Parlamentare scritta, di cui è primo firmatario. L’interrogazione punta il dito sugli sprechi e l’incoerenza del mantenere in vita strutture inutili e sorpassate, in base a leggi che appartenevano ad un’ altra Italia.

Nel corso degli ultimi decenni tutta la politica ha sbandierato l’intenzione di razionalizzare e ridurre gli sprechi, senza mai far nulla di concreto. I cittadini del MoVimento 5 Stelle, mediante i propri rappresentanti in parlamento, segnalano ancora una volta una situazione indecorosa. Attenderemo fiduciosi la risposta del Ministero, questa volta con uno spirito diverso dal passato; uno spirito dato dalla certezza che, se ci si limiterà ancora una volta alle vuote parole, saremo noi stessi, mediante i rappresentanti eletti, ad affrontare e tentare di risolvere il problema.

Primo firmatario: DI MAIO LUIGI
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Destinatario: MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
venerdì 17 gennaio 2014, seduta n. 154
L’Interrogazione Scritta, così recita:

— Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
i consorzi di bonifica si configurano come enti di diritto pubblico economico dotati di propria personalità giuridica, proprio patrimonio e proprio personale dipendente, il quale è sottoposto al rapporto d’impiego di diritto privato. Essi trovano il fondamento giuridico della propria costituzione nel regio decreto 13 febbraio 1933, n. 215, recante «nuove norme per la bonifica integrale»;
tali consorzi di bonifica ricevono annualmente tributi dai cittadini. Si tratta di tributi speciali che il consumatore di un bene o l’utente di un servizio è tenuto a pagare indipendentemente da una specifica richiesta, come corrispettivo di un vantaggio che gli è derivato dal compimento di un’attività di interesse generale da parte dell’ente pubblico.
Tuttavia, come da costante giurisprudenza è emersa la necessità che tali contributi, per essere legittimamente inviati ai contribuenti, debbano prima di tutto indicare la motivazione sottesa agli stessi, nonché il tipo di vantaggio fondiario direttamente e strettamente incidente sull’immobile oggetto di contribuzione. L’onere della prova è a carico dell’ente impositore;
la necessità di un vantaggio, quale presupposto per la contribuzione, è stata affermata da diverse sentenze della Corte di Cassazione a Sezioni Unite (Cass. S.U. 6 febbraio 1984 n. 877, Cass. 8 luglio 1993 n. 7511 e Cass. S.U. n. 8960 del 1996), le quali hanno stabilito che, ai fini della contribuzione, gli immobili devono conseguire un incremento di valore direttamente riconducibile alle opere di bonifica ed alla loro manutenzione;
sulla base di quanto detto, non è ben chiara l’attualità del regio decreto 13 febbraio 1933, n. 215, concepito quando c’era un’altra Italia, e che non può essere considerato ancora attuale, soprattutto a fronte dell’attuale dibattito politico italiano laddove la maggioranza si propone di ridurre o eliminare l’IMU e sulla stessa proprietà per una parte degli italiani viene tenuta questa tassa, che altro non è che una patrimoniale iniqua;
peraltro, anche sulla necessità di eliminare i consorzi di bonifica integrale, nel tempo si sono spese un po’ tutte le parti politiche, sono state presentate interrogazioni, disegni di legge in proposito senza che però sia mai stato adottato alcun incisivo provvedimento in merito. Anzi, le regioni, che oggi hanno la competenza in materia, tendono più ad approvare normative «salva-consorzi» senza procedere ad una seria analisi della loro utilità relativamente ai costi per la pubblica amministrazione e per i cittadini –:
quali siano, per gli aspetti di competenza, le intenzioni del Governo a questo proposito;
se il Ministro non ritenga utile, nell’ambito delle sue competenze, adoperarsi al fine di superare un quadro normativo molto risalente nel tempo e obsoleto, anche alla luce del fatto che non si capisce bene quale sia l’utilità della presenza di più enti sullo stesso territorio regionale, a cui vengono affidate le medesime competenze relative alla salvaguardia del territorio, ad esempio autorità di bacino, genio civile, province, consorzi, comunità montane, parchi;
quale sia l’utilità di tali consorzi alla luce del costante peggioramento della sicurezza idrogeologica del territorio italiano in conseguenza del quale modesti eventi meteorologici causano danni a cose e/o persone con gravissime ricadute sul piano dei costi umani e materiali;
se non si possano recuperare dalla soppressione di questi enti, sulla cui gestione interna peraltro molto vi sarebbe da osservare, almeno una parte delle risorse necessarie per porre in essere l’ormai ineludibile azione di risanamento del dissesto idrogeologico in cui versano decine di migliaia di chilometri quadrati del nostro territorio, ciò è reso ancora più doveroso dalla grave situazione di contingenza economica che impone una drastica eliminazione degli sprechi nella pubblica amministrazione. (4-03198)-

I cittadini fiduciosi, aspettano una risposta valida. Gli attivisti, nell’attesa, hanno preparato una lettera da indirizzare ai sindaci dei Comuni coinvolti, affinché prendano posizione di fronte ad un Ente non trasparente.

MoVimento 5 Stelle Napoli

Napoli, 22/01/2014

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