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 LIBERTÉ, ÉGALITÉ, SPECTACL
La Cerimonia d’Apertura tra Scandalo e Meraviglia
di Martino Ariano

Forse la più polemica cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di tutti i tempi.
E dove concentrare un mix di polemiche, rivoluzioni, ribellioni, trasgressioni, spettacolarità, esuberanza, stravaganza, ammiccamenti e un pizzico di scandalo se non nel cuore pulsante di una Nazione, patria di tutte le rivoluzioni?
Ma a ben vedere, da quanto esistono le Olimpiadi, il Paese ospitante rende omaggio non solo a tali giochi ma soprattutto alla sua storia. E se vi aspettavate la sobrietà nel cuore della Francia, mi sa che vi mancano tasselli socio-culturali e storici importanti.
Ed ecco che l’apertura si presenta con una trama baroccheggiante, esuberante e costellata di riferimenti.
Leggendo una miriade di notizie rimbalzate su tutti i social e i media mondiali che gridavano allo scandalo, all’eresia, alla blasfemia non ho resistito e ho voluto analizzare con voi tale evento.
Partiamo col dire che tale show di 4 ore, benedetto dalla pioggia e ricco di giochi di acqua, luci e musica, è stato ideato dall’attore Thomas Jolly, che ha costruito il tutto basandosi sul motto francese, Liberté, Égalité, Fraternité (Libertà, Uguaglianza e Fratellanza).
Ed ecco che la prima libertà che si manifesta è quella logistica: per la prima volta nella storia dei Giochi Olimpici, la cerimonia di apertura abbandona le mura circoscritte di un edificio, uno stadio, e si impadronisce di strade, luoghi, piazze, ponti e monumenti più emblematici della città ospitante.
Un elegante trucco pubblicitario e un sottile richiamo turistico, non trovate?
Ad accompagnare ogni delegazione olimpica, con un totale di 10.500 atleti, è stata l’arteria della città: il fiume Senna.
Dal Ponte d’Austerlitz, su cui un gioco pirotecnico con il tricolore francese (rosso, bianco e blu) è iniziata la sfilata delle delegazioni per 6 km fino al Trocadéro, proprio ai piedi del monumento più celebre della Francia, la Torre Eiffel.
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Mentre le delegazioni sfilavano lungo il fiume, si dispiegavano 12 tableaux (scene artistiche statiche), che omaggiano la Francia e la sua storia. Una scena tratta dal romanzo Les Misérables” di Victor Hugo e uno sparo di cannoni alla Conciergerie sono accompagnati da una serie di amanti.
1.Altro protagonista è il Museo del Louvre, cuore culturale ed artistico della città, emblema mondiale del turismo culturale. Tra i suoi corridoi si rievoca il furto della Monna Lisa avvenuto nel 1911.
2.La collezione del Louvre è ricordata anche con una serie di opere d’arte semi-sommerse nella Senna che accolgono gli atleti di passaggio.
3.Un ennesimo accenno provocatorio alle critiche e ai pregiudizi connessi con la collezione del museo, da sempre associata ai furti perpetuati durante l’epoca Napoleonica.
La torcia olimpica viene consegnata da una misteriosa figura mascherata. È una chiara allusione ad Assassin’s Creed, uno dei videogiochi più famosi al mondo, sviluppato proprio da una società francese, la stessa che sta finanziando la ricostruzione della Cattedrale di Notre-Dame.

Ma ci sono altri due riferimenti ancora più culturali: l’Uomo con la maschera di ferro, un misterioso prigioniero della Bastiglia alla fine del XVII secolo, e il Fantasma dell’Opera, un personaggio dell’omonimo romanzo di Gaston Leroux.

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4.Lo spettacolo ha avuto come colonna sonora l’esibizione di Lady Gaga con “Mon truc en plume” di Zizi Jeanmaire.
La scenografia, una scalinata dorata in stile Art Nouveau, è un forte richiamo allo stile architettonico che ha trasformato Parigi e poi l’Europa durante la Belle Époque.
Sia i look che la coreografia rendono omaggio al Music-Hall francese, all’iconico Cabaret parigino e al rosa abbagliante ricordante la canzone “La Vie en Rose” di Edith Piaf.
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5.  Nel cuore della biblioteca Richelieu si è omaggiata la letteratura francese: “Romances sans paroles” di Verlaine, “Les Liaisons Dangereuses” di Pierre Choderlos de Laclos e “Le Triomphe de l’Amour” di Marivaux.

6. Nella Conciergerie prende vita il famoso capolavoro di Eugène Delacroix “La libertà che guida il popolo”, con il mezzosoprano Axelle Saint-Cirel, la quale regge in mano un’enorme bandiera che diventa un tutt’uno con l’abito che indossa, firmato Dior, mentre canta l’inno nazionale sul tetto del Grand Palais. Cantando La Marsigliese, l’inno nazionale francese.
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 7. Mentre si palesano agli occhi degli spettatori su entrambe le sponde del fiume 10 statue dorate a omaggiare dieci donne della storia francese che, in vari ambiti della cultura e della società, hanno lottato per i diritti e l’uguaglianza di genere. Nulla è lasciato al caso: esse sorgono a pochi passi dall’Assemblea Nazionale, sede istituzionale precedentemente decorata da sole statue di uomini storici.

Vincolato a tale tema è da sottolineare anche che i Giochi Olimpici 2024 sono i primi della storia a vedere la piena parità di genere nelle discipline olimpioniche.

8. Dalla musica lirica al metal: l’esibizione magistrale del gruppo metal francese Gojira, che interpreta la canzone rivoluzionaria “Ah! ça ira”.
Tutto ciò è incoronato da una scena teatrale meravigliosa, una pallida Maria Antonietta che regge la propria testa tra le mani.
Diretto riferimento alla Rivoluzione Francese
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9. Ed ecco che sulla passerella Debilly avviene il tableau che ha fatto straparlare il mondo, facendo gridare alla degenerazione, alla blasfemia, alla scomunica, sollevando un polverone fondamentalmente inutile e superficialmente fondato: un gruppo di drag queen e transessuali, rappresentanti la politica inclusiva perpetuata da anni dalla Francia, banchetta lungo una tavola, che poi si trasforma in passerella per una sfilata di moda.

A prima e superficiale vista la scena può essere erroneamente associata all’Ultima Cena di Leonardo da Vinci, ma con un’attenta e più approfondita osservazione si nota che ci sono delle incongruenze con il famoso affresco leonardesco: il numero dei personaggi non coincide, se ne contano 16; i colori e le pose non sono per niente associabili all’Ultima Cena.

Infatti, osservando più attentamente, ci si rende conto che è un acuto, seppur fortemente esuberante, richiamo a un Banchetto degli Dei o Convivio di Dioniso. Infatti, tra i personaggi troviamo proprio Dioniso (Bacco), l’antico dio della festa e del vino, sdraiato su un piatto d’argento.
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10. Pochi secondi a Notre-Dame de Paris, appare una figura, ovviamente un riferimento a Quasimodo, il famoso personaggio del Gobbo nella “Notre-Dame de Paris” di Victor Hugo, ennesimo emblema della letteratura francese.
11. Lungo il fiume si palesa una stupenda e misteriosa cavallerizza, completamente rivestita con una corazza d’argento, che rende omaggio sia alla Dea Sequana, figura mitologica gallica da cui il fiume prende il nome, sia a Giovanna d’Arco, la famosa eroina della storia francese.

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12.L’intera celebrazione termina con il gesto iconico dell’accensione del braciere olimpico. Ed anche in questa occasione, lo spettacolo e l’originalità non sono lasciati al caso. Infatti, i due atleti francesi Teddy Riner e Marie-José Pérec, raccolta la Fiamma Olimpica da un quartetto di atleti pluripremiati (Nadal, Serena Williams, Carl Lewis e Nadia Comăneci), accendono il braciere. Quest’ultimo, caratterizzato da un anello di fiamme attaccato a un pallone aerostatico, diviene un netto riferimento all’invenzione della mongolfiera ad opera dei fratelli Montgolfier nella seconda metà del ‘700. Regalandoci una suggestivo immagine del braciere olimpico in volo.

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Tutto ciò con uno sfondo musicale indimenticabile: L’hymne à l’amour” di Edith Piaf, cantato dalla star internazionale Celine Dion, che ritorna ad esibirsi live sul balcone della Torre Eiffel dopo l’annuncio della sua malattia.

 Questa apertura ci fa comprendere che:

  • L’ estrema stravaganza e a tratti egocentricità del mondo e della cultura francese, fortemente vincolata al fattore spettacolo e al suo radicato ed elegante Barocco.
  • Il mondo nel 2024 è molto più moralista, critico, eterocentrico, maschilista e cristianocentrico di quanto non dovrebbe essere.
  • Nella società contemporanea regna la superficialità mediatica e uno tsunami di pseudo acculturati che fanno delle tastiere le loro armi di distruzione ed ignoranza, senza prima andare a ricercare, con i medesimi mezzi, su Google ad esempio, i veri significati che si nascondono spesso oltre la superficie.

L’apertura dei Giochi Olimpici 2024 ha dimostrato come un evento sportivo possa diventare un palcoscenico per l’espressione culturale e storica, sfidando convenzioni e pregiudizi.
Parigi ha offerto uno spettacolo che non solo ha celebrato lo spirito olimpico, ma ha anche evidenziato la sua ricca eredità culturale e la sua capacità di provocare e affascinare il mondo.
Le critiche e le polemiche, sebbene prevedibili, non possono oscurare la maestosità e l’originalità di una cerimonia che ha saputo reinventarsi, offrendo al pubblico un’esperienza memorabile ed innovativa.
Questo evento ci ricorda che, nonostante le divisioni e le controversie, l’arte e lo sport sono potenti strumenti di unione e riflessione.

Madridi, 7 agosto 2024