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La Santa Pitonessa……

Le mirabolanti (dis)avventure imprenditoriali della Santanché tra politica e gossip imbarazzano il Governo di  “IoSonoGiorgia”.
di Carlo Gimmelli

La biografia di Daniela Garnero da Cuneo, figlia della piccola borghesia commerciale, narra di una ambiziosa ragazza cui l’anonima vita di provincia va subito stretta e al ruolo di giovane pasionaria di destra preferisce i salotti della Milano da bere; il fisico da mannequin e una certa “fame” le aprono le porte della Milano che conta e, a venti anni, sposa il chirurgo plastico Paolo Santanchè (il matrimonio finirà nel 1995 ma la Garnero chiede ed ottiene di continuare ad usare il potente cognome dell’ex marito) e sfruttando
abilmente le buone conoscenze del marito fonda diverse società di marketing e comunicazione che le schiudono le porte della politica: diventa collaboratrice di Ignazio La Russa, potente riferimento politico milanese di Fini e nel 1999 viene eletta Consigliere Provinciale, da lì la “marcia su Roma” in quota AN culminata con l’arrivo a Montecitorio nel governo Berlusconi del 2001.

Nella sua lunga vita politica cui preferisce quella da “imprenditrice” si contraddistingue per le sue numerose presenze in TV corroborate da memorabili liti all’ultimo insulto e per essere agli ultimi posti nella classifica di produttività e presenze parlamentari.

Il resto è un frenetico viavai, sempre in chiave centro destra: molla Fini dopo la rottura con il Cavaliere e tenta l’avventura nella fallimentare “Destra” di Storace, fa la pace con Berlusconi (sua la mitica frase: “Berlusconi preferisce le donne in orizzontale, ma tanto non gliela do!) e rientra tra i ranghi infilandosi nel PDL e poi in Forza Italia che abbandona nel 2017 salendo sul carro di Fratelli d’Italia che la riporta in Senato nel 2018 fino all’agognato scranno di Ministra del Turismo, nonostante le polemiche sul conflitto di interessi per le sue attività balneari con l’amico e compaesano Flavio da Verzuolo, offertole dalla Meloni.

La definizione più tranchant di Daniela Garnero da Cuneo l’ha data probabilmente l’immarcescibile Paolo Cirino Pomicino, o’Ministro, eterno dinosauro di una dimenticabile era politica e suo mentore quando la morente Prima Repubblica lasciava il proscenio al berlusconismo: “Daniela non conosce la vergogna, l’ho svezzata in politica, le scrivevo gli interventi che faceva in commissione finanza ma non aveva voglia di studiare, più che dalla politica è sempre stata attratta dal potere”.

In effetti potere, lusso e una vita da copertina esibita in ogni salsa che si intersecano con una giungla di società nate e defunte in un amen, tutte rigorosamente indebitate, sono gli ingredienti di una storia grigia che vede protagonista la Pitonessa della destra (nomignolo nato da una barzelletta sporca che la nostra amava raccontare ai tempi del matrimonio con Paolo Santanchè )e che sta creando imbarazzi e malumori nel governo di Iosonogiorgia già messo a dura prova da inflazione, recessione e le minacce UE sui ritardi del PNRR.

I fatti:

La ministra del Turismo è indagata dalla Procura di Milano per falso in bilancio e bancarotta insieme all’attuale compagno Dimitri Kunz di Lorena, altro pittoresco protagonista che vanta una ventina di cognomi , auto attribuiti, della Casa Reale Lorena-Asburgo che ha negato ogni parentela e lo ha diffidato, e alla sorella Fiorella Garnero.

Al centro dell’indagine la gestione allegra di KI GROUP, gioiellino made in Italy del biologico, rilevata nel 2011 in piena salute dalla Pitonessa con l’ex compagno Canio Mazzaro con l’inserimento nei quadri dirigenziali del’unico figliolo Lorenzo e spolpata dall’interno da un management dissennato e compensi da capogiro (emolumenti per 6,5 milioni di euro in 7 anni per Mazzaro e 2,5 per la Santanchè), spese fuori controllo (un appartamento in centro a Milano usato fittiziamente come ufficio di rappresentanza da centomila euro l’anno, auto di lusso e altri benefit mentre la società accumulava debiti, non pagava i
fornitori ed entrava in una spirale di crisi con l’apertura fittizia di una nuova società quasi omonima, la KI GROUP srl e nel passaggio licenziava quasi tutti i 76 dipendenti, lasciati a casa senza TFR nonostante il prestito pubblico Covid da 2,7 milioni ottenuti da Invitalia (che fa capo al ministro delle Imprese Urso suo compagno di partito!) e mai restituiti.

Il paradosso è che BIOERA spa, la controllante di KI GROUP, in piena crisi di liquidità finanziava con oltre un milione e trecentomila euro un’altra attività imprenditoriale della Santa, VISIBILIA EDITORE, anche essa al centro della indagine per bancarotta.

Altro capitolo è la giungla VISIBILIA, di cui la ministra è stata fondatrice nel 2007 ed è roba da manuale di finanza creativa: un groviglio di società dai nomi quasi identici, tutte dai bilanci in profondo rosso più o meno controllate dalla capostipite VISIBILIA PUBBLICITA’ (raccolta pubblicitaria), sede nel salotto chic di Milano, oggi una scatola vuota, da cui si dipana VISIBILIA EDITORE, quotata in borsa, con cui la Santa
imprenditrice acquisì nel 2013 da Mondadori ed RCS alcune testate storiche in decadenza come Ville e Giardini, Ciack, PC Computer, Novella 2000 e Visto, ma bastarono un paio di anni per mandare tutti a casa e sparire dalle edicole riducendo l’attività al minimo con le edizioni online.

Anche in questo caso la ministra imprenditrice inserisce nel consiglio di amministrazione amici e parenti tra cui la sorella Fiorella, la nipote Silvia Garnero e come presidente il nuovo compagno Dimitri Kunz, il problema è che le società della galassia VISIBILIA, collassano sotto una montagna di debiti, 15 milioni con le banche, 2 milioni con il fisco, 3 milioni con partite di giro con le controllate.

Da qui la richiesta di fallimento avanzata dalla Procura di Milano.

Grottesca poi la vicenda della Responsabile Affari Societari, Federica Bottiglione messa in cassa integrazione a zero ore a sua insaputa mentre continuava a lavorare oltre che a collaborare in Senato con la Santa e il senatore La Russa (!)

La storia assume poi contorni misteriosi con il “salvifico”intervento di un misterioso fondo arabo, NEGMA, che eroga un prestito a VISIBILIA di 3 milioni di euro in cambio di obbligazioni convertibili in azioni a prezzo scontato che immette subito sul mercato contribuendo a deprimerne il valore ma ottenendo importanti plusvalenze sfruttando i minimi rimbalzi del titolo, la conseguenza è che il titolo Visibilia perde il 99,5 % del suo valore in tre anni passando da 90 euro ad azione a 10 centesimi, i piccoli azionisti collassano
e il fondo arabo ci guadagna oltre 600.000 euri sui tre milioni prestati ma il giochino costa una inchiesta parallela per aggiotaggio e per una curiosa coincidenza il Presidente del Senato, avvocato, Ignazio La Russa, vecchio amico della Santa si trova a fare operazioni professionali nello stesso tempo sia per Visibilia che per il fondo Negma (!).

Anche gli intrecci finanziari tra le famiglie Santanchè e La Russa, ancorchè al momento del tutto lecite, destano perplessità a livello politico, ultima in ordine di tempo l’acquisto e la vendita nel giro di una ora di un prestigiosa Villa a due passi dal Twiga in quel di Forte dei Marmi, appartenuta al sociologo Francesco Alberoni, operazione condaotta dalla moglie del presidente del Senato e dal solito compagno Dimitri Kunz con una plusvalenza immediata di un milione di euro, non male!

Fiutando burrasca la Santa Ministra, su pressione della Meloni, giorni fa ha tenuto un’accorata informativa (rifiutando il question time!) solo in Senato, sotto la bonaria direzione dell’amico La Russa, denunciando complotti e clima di odio senza entrare nel merito delle accuse e glissando sulle gestioni allegre e i debiti delle società; una audizione attesa ma deludente e raffazzonata, eredità del berlusconismo di cui la gattoparda Pitonessa sembra raccoglierne l’ideale eredità politica; unica nota degna la fumosa e generica
promessa di mettere a disposizione il suo patrimonio immobiliare (tra cui la prestigiosa villa nel centro di Milano, con palestra, piscina e solarium) a garanzia dei presunti(!) debiti e gli introiti futuri del TWIGA del vecchio sodale Briatore, le cui quote avrebbe ceduto, però, nel 2022 al compagno Dimitri, ma potrebbe non bastare.

Resta il fatto che la posizione della ministra sembra vacillare sempre più pericolosamente, secondo carte e testimonianze mandate in onda dalla trasmissione Report che ha fatto esplodere il caso, la Santa avrebbe giurato il falso in Aula e nonostante la lentezza della calendarizzazione, Conte e Schlein continuano a chiedere le sue dimissioni prima che la mozione di sfiducia arrivi in aula.

Giorgia che non impazzisce per la sua Ministra per il momento temporeggia e difende d’Ufficio, alle prese con lo spinoso caso La Russa junior, figliolo del Presidente del Senato, accusato di stupro da una ragazza milanese, ma i maligni raccontano di nervi tesi e resa dei conti in Fratelli di Giorgia per le acrobazie politico economiche dei suoi colonnelli e non è escluso un minirimpasto per salvare la faccia e tacitare i mal di
pancia interni.

Pitonessa avvisata……

Napoli, 13 luglio 2023