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La Rappresentanza del Potere e il Potere della Rappresentanza
di Luigi Antonio Gambuti

Cosa c’è da dire per riprendere il colloquio dopo mesi di astinenza (da astenersi, tenersi lontano, non prendere parte) dovuti alla moda feriale vissuta più per abitudine che per novità, specialmente da coloro che in ferie ci stanno da una vita per mancanza di lavoro e senza prospettive di futuro?.

Dove c’era la riflessione “puntuta” e a tratti risentita, c’è stata la levità della comprensione; là dove c’era la recitazione avvertita dei fatti e dei misfatti della cronaca, c’è stata la ricercata sobrietà dell’astinenza, sollecitata e imposta dai vari Caronte, Acheronte e Flegetonte che hanno liquefatto uomini e cose.

Tanti, troppi gli eventi di cui non abbiamo scritto in questi mesi.

Il cadenzare del giorno è stato ricco di fatti e di misfatti, poche le buone nuove, tante, troppe le cose fatte male.

Buone e salutari le iniziative di Bergoglio e temerario il suo cammino, azzardato il suo pontificato “umanizzato” e vissuto nella testimonianza di un Signore Universale che mai, come nelle sue mani, lo abbiamo sentito vicino e appassionato .

Buone le notizie provenienti da Milano, dove l’EXPO ha toccato punte alte di efficienza di un Paese da troppo tempo orfanizzato dal malaffare e dalla corruzione.

Bene le altre piccole cose quotidiane che hanno dato l’avvio al cambiamento, parola di cui Renzi mena vanto a ogni piè sospinto, senza caricarsi delle conseguenze, anche negative, che il suo movimentismo crea nel tessuto sociale del Paese e nella necessaria stabilità del quadro politico generale.

Ci sarà pure qualcosa dei suoi comportamenti (o dietro le sue iniziative!) che allarma studiosi e competenti osservatori di ogni schieramento; ci sarà pure la rabbia di chi si sente trascurato. La disaffezione di chi si sente tradito nelle sue aspettative.

Tante le riforme-novità messe in campo, tanti gli annunci, poca cosa al confronto delle cose mai o non ancora realizzate.
Alcune lontane dai bisogni reali della gente (la riforma elettorale, la riforma dello Stato, tanto per citarne alcune, riforme viste “ad usum delphini” tanto saranno sempre gli stessi, i componenti della casta, a giocarsi la partita!) tal’altre offerte e giocate come palliativi per esorcizzare collere e paure.

Sono parte della storia le questioni di mafia capitale, lo show della banda Casamonica, la scoperta di Suburra accanto alla Camorra oggi è sul banco del mercato la figuraccia del sindaco Marino. Nulla di nuovo sotto il sole si dirà, visto che anche il Fiorentino avrebbe qualcosa da dire in merito a rimborsi e spese fuori mano, come ha denunciato il Fatto Quotidiano.

Più grave lo scenario internazionale.

Tra le guerre locali e gli interessi globali che ne muovono cannoni e ne armano le canne dei fucili; tra terremoti, inondazioni, carestie e persecuzioni resta scolpita nel marmo della storia, manifesto della vergogna universale, l’icona da santificare sull’altare di ogni focolare rappresentata dal Bambino “spiaggiato” sull’arenile di un mare insanguinato, come testimonianza di follia e grido di dolore, per stigmatizzare la stupidità del consesso umano. Sul versante valoriale, su ciò che ormai si va sciogliendo giorno dopo giorno, passo dopo passo, ci sarebbe tanto da dire.

Non basta, in negativo, la predicazione quotidiana delle varie barbare d’urso delle televisioni; non bastava la sfrenata corsa ad esibirsi, raccontarsi toccando senza alcun pudore gli argomenti più scabrosi; ci mancava la spallata di un certo monsignore, di elevato valore teologico concettuale, che s’è vantato di essere gay (ma basta con il lemma inglese che confonde le idee e ripulisce la questione) e di essere “sposato” con un tizio che nel rapporto svolge il ruolo del compagno maschio e pervertito..

Brutta cosa all’alba del Sinodo sulla condizione familiare; una pietra scagliata sul comune sentire della gente, là dove va sempre più insinuandosi il sospetto che, sotto sotto, i gay sono coloro che per secoli e millenni hanno praticato un rapporto naturale così come con Adamo ed Eva si è realizzato.

Definita la Chiesa “paranoica ed omofoba”, la stessa si appresta al Giubileo nella confusione più assoluta, per la vacanza forzata dell’istituzione municipale, determinata dalle dimissioni del sindaco Marino.
E sulla confusione, ormai patologica e a tratti surreale, in cui versa il partito democratico della Capitale, icona e voce di una mai risolta incapacità di governare.
Sia per corruzione, sia per malaffare (non è la stessa cosa!) come si paventa da tempo nelle altre contrade del Paese.

Volevamo scrivere del potere della rappresentanza (chi comanda “puote”, vedi De Luca governatore e Renzi rottamatore) e della rappresentanza del potere, cosa che va in capo a tutti coloro che hanno in mano la leva del comando e non la sanno usare, contentandosi di ciò che sono e di ciò che rappresentano, senza curarsi affatto di produrre azioni e significati cui sono stati demandati dalle comunità, loro malgrado, mai significativamente amministrate. E per i quali sono lautamente compensati.

Ci fermeremo un giorno per analizzare, da vicino, quanto s’è prodotto nell’esercizio del potere e quanto s’è perduto nella rappresentanza di facciata?.

Napoli, 16 ottobre 2015