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La Casa Museo del Circolo Artistico Politecnico di Palazzo Zapata

di Luigi Antonio Gambuti

Il 14 maggio u.s., nello storico palazzo Zapata in piazza Trieste e Trento a Napoli, è stata presentata al pubblico la “Casa Museo” della Fondazione Circolo Artistico Politecnico.

Dotato delle più moderne tecnologie che catalogano e raccontano le opere d’arte in esso contenute-600 dipinti, 4000 volumi, ottanta sculture e una fototeca con più di 5000 fotografie- inserito nei circuiti ISBN, Artecard e Databanc, il Museo della Fondazione Circolo Artistico Politecnico è un museo “smart”, realizzato con le opere raccolte in 130 anni di storia dai soci che hanno deciso di metterle a disposizione della città e dei turisti.

La prestigiosa sede, riservata fino a qualche tempo fa solo agli iscritti del circolo, sarà aperta al grande pubblico, così come si legge dal nutrito comunicato stampa della responsabile Simonetta de Chiara Ruffo.

Noi, che abbiamo avuto il privilegio di partecipare alla cerimonia di presentazione, non possiamo non dirci orgogliosi per l’occasione vissuta e responsabilmente coinvolti, per testimoniare, attraverso i mezzi di cui disponiamo, ancora una volta l’ammirazione e il compiacimento per quanto sa offrire la Napoli “nobilissima”, che sa esaltare i suoi valori più genuini, a fronte di una realtà che si fa sempre più amara e più difficile da accettare.

Ricco e di altissimo livello il tavolo dei relatori; circa duecento i convitati- la Napoli delle professioni, delle lettere, delle scienze e delle arti- che hanno tenuto a battesimo il museo “smart” e sono stati testimoni di un gesto, che, simbolicamente, rappresenta un impegno che sia la Città, sia la Regione non devono assolutamente sottovalutare: la consegna delle chiavi della Fondazione di Palazzo Zapata al Comune e alla Regione, con lo scopo primario – sono le parole del Presidente Adriano Gaito- di “promuovere la cultura e l’arte sul territorio, affinché l’arte,la cultura, la storia, la memoria non restino patrimonio di un gruppo ristretto, ma diventino beni dell’intera comunità attraverso un sostenuto turismo culturale”.

Si è deciso di dedicare l’antico Circolo a spazio pubblico per lo scambio di culture, la formazione permanente e la promozione sociale, attraverso l’apertura all’esterno della sua storia; la realizzazione di eventi di alto valore; lo stimolo alla cooperazione attraverso l’arte, la musica, la letteratura, il teatro.
“Sono obiettivi di alta utilità sociale, specie in un’epoca nella quale le interfacce disciplinari sono sempre più connesse. Da 130 anni la Fondazione, che ho l’onore e l’onere di presiedere, è una finestra sulla città,sui suoi problemi e sul suo divenire.

L’obiettivo è sempre stato, e ancora oggi è, volere contribuire al loro superamento attraverso un approccio artistico, culturale, economico e sociale.”
Così il Presidente Adriano Gaito.

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Per l’occasione è stato distribuito un cofanetto contenente due corposi volumi – un’opera d’arte editoriale- curata dalla professoressa Isabella Valente, dell’Università Federico II di Napoli. Dei due volumi, editi da Guida, il primo”La Storia, l’Arte e la Città” racconta saggi e apparati riguardanti la vita della già “capitale europea della cultura”; il secondo raccoglie le biografie degli artisti con la riproduzione delle opere più significative, che costituiscono il patrimonio più prezioso della Fondazione “Casa Museo”.

Si consenta allo scrivente, appassionato biografo del Maestro Nicola Ciletti (1883-1967), di esprimere il più vivo compiacimento per la felice iniziativa dell’Associazione e un sincero ringraziamento per avergli dato l’occasione di ritrovarsi nella sede che vide il pittore sannita protagonista della vita culturale della non sempre valorizzata belle époque napoletana.

Tra la taverna del Cioffari a Montesanto, il caffè Targiani ed il Cerriglio; tra Van Bool e Feste di piazza della Borsa; tra la Galleria, il San Carlo e il Gambrinus, il Salone Margherita, la Permanente in Villa Comunale ed il Circolo Artistico di cui si è fatto ampiamente cenno, il Ciletti maturò la sua esperienza creativa e visse intensamente, da protagonista, quella stagione culturale che mai più Napoli ha conosciuto. Non per niente, conobbe la moglie nei saloni del Palazzo Zapata, quando, nella primavera del 1924, la signorina Fryda Laureti “delicata poetessa, dotata di un’intelligenza non comune e di una speciale fantasia creativa”, si accompagnava a Bianca Maria Cammarano nella frequentazione di quel magico salotto artistico – culturale.

In quella sede, oggi assurta a Casa-Museo, la giovane Fryda, “forte e colta, rapiva tutti con le sue parole e la sua inventiva. Fu la compagna di una vita (di Ciletti n.d.r.) e la sua modella perché, “da innamorata, le offrì il suo viso e il pittore freneticamente la scrutava, ricavandone un pentagramma di colori e di emozioni dai tocchi vibranti e appassionati”.

Napoli, 20 maggio 2018