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Ato rifiuti, dopo il decreto del Tar il Sindaco di Acerra Lettieri scrive a Caldoro e De Magistris per la sottoscrizione dell’Ato.

Il Consiglio comunale sulle problematiche dei lavoratori dell’Ato chiede al Governo ed alla Regione di procedere all’avvio del Progetto di formazione e di recuperare quanto spettante al Consorzio dagli Enti Locali morosi.

In merito alla sottoscrizione della Convenzione Ato Na/1 il Sindaco di Acerra, Raffaele Lettieri, ieri 30 gennaio 2015 ha scritto al Presidente della Giunta Regionale della Campania On. Stefano Caldoro e al Sindaco di Napoli – capofila Ato1 Luigi De Magistris per chiedere, anche alla luce del decreto cautelare urgente con il quale il presidente del Tar Campania /Napoli ha sospeso, limitatamente al solo Comune di Acerra, il decreto del Presidente della Giunta regionale della Campani n.326 del 31.12.2014 di nomina di un commissario ad acta per l’approvazione e la sottoscrizione della convezione Ato, comunicando ancora una volta la propria disponibilità a sottoscrivere la Convenzione secondo il disciplinare regionale tipo approvato con deliberazione della Giunta regionale e chiedendo pertanto di conoscere il luogo e la data di sottoscrizione della convenzione secondo il disciplinare regionale, secondo il mandato alla stipula conferito con deliberazione del Consiglio comunale di Acerra n. 23 del 19.07.2014.

Inoltre, questa mattina, si è riunito il Consiglio Comunale di Acerra sul punto all’ordine del giorno “Problematiche lavoratori di Acerra del Consorzio Unico di Bacino di Napoli e Caserta”. Il Consiglio comunale di Acerra ha votato all’unanimità l’Ordine del giorno che si riporta di seguito:

Premesso che
questo Ente non fa parte del Consorzio Unico di Bacino delle Province di Napoli e Caserta in liquidazione;
per quanto sopra non si è avvalso del servizio del citato Consorzio e non ha pendenze economiche con esso;
il servizio di igiene urbana viene svolto, nelle more del passaggio dello stesso all’ATO di competenza e tenuto conto di quanto già deliberato in materia, con affidamento a terzi tramite procedura ad evidenza pubblica nei modi di legge;
il contratto di servizio con l’attuale affidatario contempla clausola risolutiva espressa da esercitarsi nel caso di trasferimento dello stesso all’ATO di competenza;
nelle more di quanto previsto dalla legge regionale n. 4/2007 come modificata dalla legge regionale n. 5/2014, con la Legge n. 116 del 11.07.2014 di conversione con modificazioni del decreto-legge 91/2014 art. 14 c. 3, le attività consortili sono state prorogate fino alla data del 31.12.2014;
ai sensi dell’art. 33 del D. Lgs. 165/2001 (Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche) sono stati posti in disponibilità i dipendenti non diversamente collocabili, secondo gli elenchi A/B/C allegati alla delibera n. 1 del 20.12.2014 del Soggetto Liquidatore del Citato Consorzio, previa sospensione del loro rapporto di lavoro a far data 1.01.2015, con iscrizione dei suddetti lavoratori nelle liste di mobilità della Pubblica Amministrazione;
per i lavoratori in disponibilità si applica il comma 8 del medesimo art. 33, che testualmente recita ”……dalla data di collocamento in disponibilità restano sospese tutte le obbligazioni inerenti al rapporto di lavoro e il lavoratore ha diritto ad un’indennità pari all’80 per cento dello stipendio e dell’indennità integrativa speciale, con esclusione di qualsiasi altro emolumento retributivo comunque denominato, per la durata massima di ventiquattro mesi. I periodi di godimento dell’indennità sono riconosciuti ai fini della determinazione dei requisiti di accesso alla pensione e della misura della stessa. E’ riconosciuto altresì il diritto all’assegno per il nucleo familiare di cui all’articolo 2 del decreto-legge 13 marzo 1988, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 maggio 1988, n. 153”;
tali lavoratori, prima del collocamento in disponibilità, non hanno completamente percepito quanto spettante dalla busta paga mensile e, posti ora in disponibilità, quanto spettante ai sensi del citato art. 33 c. 8 del D. Lgs. 165/2001. Ciò è dovuto innanzitutto per la morosità atavica dei Comuni che hanno utilizzato tali lavoratori nonché per l’attuale mancanza di commesse con esaurimento dell’oggetto sociale del Consorzio;
tali lavoratori, al termine dei 24 mesi dalla data di collocamento in disponibilità, senza reimpiego diventeranno disoccupati;
l’iscrizione dei suddetti lavoratori nelle liste di mobilità della Pubblica Amministrazione li configura come dipendenti pubblici, ciò riducendo la loro possibilità di reimpiego alla luce dei vincoli assunzionali per gli Enti Locali nonché per i profili professionali poco compatibili con le funzioni di cui sono titolari gli Enti Locali;
a tutto ciò si aggiunga la condizione dei Lavoratori Socialmente Utili utilizzati in particolar modo dall’ex Consorzio di Bacino Napoli 2, che dal 1.01.2015 non percepiscono l’indennità INPS per mancanza del soggetto attuatore del progetto;

Considerato che
la Regione Campania ha presentato un progetto di formazione retribuita per 13 mesi per tali lavoratori in disponibilità, da finanziarsi con risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione, risorse già attribuite alla Campania che, però, per essere stornate su tale progetto necessitano del parere del Governo e delle Autorità Nazionali competenti per tali fondi;
l’adesione al progetto di cui sopra comporterebbe, con la personale rinuncia, alla fuoriuscita dei lavoratori dalla lista di disponibilità e la perdita dello status di “dipendente pubblico”, favorendo la loro ricollocazione nell’ambito delle dotazioni organiche dei soggetti gestori del servizio di igiene urbana (nella parte del ciclo previsto dalla legge regionale) individuati dagli ATO nelle forme di legge;
lo start up del progetto di cui sopra consentirebbe, inoltre, ai lavoratori di percepire reddito nella misura prevista dal progetto, fino al loro passaggio ai soggetti affidatari dei servizi individuati dagli ATO nelle forme di legge;

 Nell’esprimere completa vicinanza ai lavoratori ed agli LSU

del Consorzio Unico di Bacino di Napoli e Caserta in Liquidazione, in particolar modo per quelli di Acerra, vittime di gestioni non accorte del ciclo dei rifiuti e dei fondi pubblici, trasformando i Consorzi in uno strumento di moltiplicazione dei costi, senza dignità per i lavoratori e servizi per la comunità; un sistema assurdo che si è retto fino a quando le risorse per il pagamento degli stipendi ai dipendenti sono state erogate dalle strutture commissariali, facendo emergere subito dopo gravissime problematiche gestionali e clientelari,

Chiede
1. al Governo ed alla Regione Campania, per quanto di rispettiva competenza, di procedere celermente all’avvio del Progetto di formazione retribuita per 13 mesi per tali lavoratori in disponibilità, da finanziarsi con risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione;
2. al Governo, alla Regione Campania e alla Prefettura di Napoli, di porre in essere tutto quanto già previsto al fine di recuperare quanto spettante al Consorzio Unico di Bacino di Napoli e Caserta in Liquidazione dagli Enti Locali morosi, anche attivando interventi sostitutivi e/o di riduzione dei trasferimenti;

Ribadisce
a) l’impegno dell’Amministrazione Comunale e del Consiglio comunale a sostenere in ogni sede la difesa degli attuali livelli occupazionali e del recupero delle somme maturate e non percepite dai lavoratori;
b) la disponibilità, già espressamente formalizzata dal Sindaco, a sottoscrivere l’atto di convenzione già approvato dal Consiglio comunale di Acerra relativo all’ATO NA 1, al fine di insediare velocemente e formalmente il Consiglio d’Ambito e nel quale formalizzare la propria posizione.

Acerra, 30 gennaio 2015