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Il Padreterno da il pane a chi non ha i denti
di Pier Paolo Di Gennaro

È un detto antico e indica la capacità di alcuni a depauperare e sperperare quello che il buon Dio gli ha donato.

È buon uso fornire dati statistici, ma in questo caso, nel caso delle PICCOLE IMPRESE, la moria è sotto gli occhi di tutti.

L’Italia ha prosperato grazie alle piccole imprese, allo loro inventiva, al modello di sogno italiano che a suon di sacrifici è riuscita a farcela e in taluni casi a diventare media impresa e sfondare sui mercati internazionali.

Noi italiani siamo fatti così, ingegnosi, ma maledettamente indisciplinati, individualisti, incapaci di sentirci comunità. A tutti spunta la lacrimuccia quando risuonano le note dell’inno nazionale in occasione di qualche partita della nazionale di calcio, ma a nessuno frega niente quando chiude l’ennesima piccola impresa . Eppure è un altro pezzo di ricchezza nazionale che sparisce per sempre.

Forse la piccola impresa è superata? Niente affatto! Il principio di piccolo è bello è ormai nelle corde dei massimi sistemi economici, come l’America di Trump e a dirlo sono i guru dell’imprenditoria come Richard Branson e Bill Gates.

L’America, la Gran Bretagna, l’Australia, solo per citarne alcuni, ce la stanno mettendo tutta per sviluppare la piccola impresa, hanno attivato consultori, hanno spalancato le porte delle centrali di acquisto nazionali e locali e le banche sono pronte a collaborare.

La piccola impresa è l’unico reale, tangibile, potente sistema di sviluppo e sostegno socioeconomico, ma, in Italia è da una vita che, lo stato, la politica, le banche, hanno dichiarato guerra alle piccole imprese con l’intento di distruggerle e, alla fine… ci sono riusciti.

Furbo Italiano vero???

Napoli, 10 dicembre 2019