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Tango che passione, origine

di Cristina Iavazzo

Quello del tango pare essere davvero un fenomeno senza precedenti, visto il grande successo che ancora oggi riscuote in Italia e nel mondo e l’enorme quantità di serate tanghere organizzate per un pubblico di ballerini sempre più ampio ed appassionato! Il tango è un genere di musica, danza e poesia che nasce tra la fine dell’800 e l’inizio del 900 nei sobborghi di Buenos Aires, dove giungevano immigrati europei che mescolavano la loro cultura con quella delle popolazioni locali e di quelle nord africane. L’origine della musica ci riporta all’Habanera, un genere danzabile che nasce all’Avana e da essa prende il nome, e si diffonde nel Nuovo Mondo grazie ai conquistatori. Le parole delle canzoni sono spesso in Lunfardo, la lingua parlata dai malavitosi nel porto di Buenos Aires per non farsi capire e che usava anagrammare le parole di uso comune. Le canzoni descrivono inizialmente la vita nei bordelli e bassifondi di strade di periferia, dove vige la cultura dei coltelli e delle forti passioni. Con l’arrivo degli immigrati i temi vertono sulla tristezza, la nostalgia della patria lontana, la disperazione lenita da attimi di gioia momentanei e la speranza di un futuro migliore. Strumento caratteristico del tango è il Bandoneon, nato in Germania ed importato in Argentina da alcuni marinai svedesi, che conferisce alle canzoni un ritmo triste e malinconico. Il tango nasce anche come danza, creata dal popolo per superare le difficoltà di integrazione. Esso viene inizialmente danzato tra soli uomini per provare mosse mascoline da fare con le donne e scambiarsi tecniche di seduzione. L’origine del nome si può far risalire ai tamburi africani (ove tan e go rappresentano i battiti della mano sullo strumento) o al Lunfardo, nel quale “tango” è l’anagramma della parola “gotan”.

Napoli, 10 marzo 2014