mar 10 DICEMBRE 2024 ore 07.13
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Gli Intoccabili…….!
di Carlo Gimmelli

E’ successo davvero!

Stavolta eravamo convinti che qualcosa poteva cambiare, che forse la normalizzazione post Covid sarebbe riuscita là dove erano falliti tutti.

Ma neanche il Migliore ha potuto e voluto mettere le mani nel fatato mondo degli Intoccabili.

Stiamo parlando delle irraggiungibili lobby di balneari, tassisti, gondolieri , notai e financo degli ambulanti, tutte, ancora, neanche sfiorate dalla riforma della concorrenza varata dal governo e che l’Europa ci chiede da 15 anni.

La minaccia di Bruxelles di rallentare o bloccare i fondi del recovery found destinati all’Italia sembrava aver messo nell’angolo la politica faccendiera che da cinquanta anni difende l’interesse di pochi eletti, detentori da sempre delle preziose concessioni pubbliche tramandate, come i titoli nobiliari, per generazioni.

Dopo i roboanti annunci è venuto fuori un brodino caldo che traccerebbe le linee delle gare pubbliche obbligatorie nel campo della raccolta e smaltimento rifiuti, delle preziose concessioni portuali, sottratte allo strapotere discrezionale dell’Autorità portuale, delle concessioni idroelettriche (le dighe) su cui pende un’altra procedura d’infrazione europea, sulle nomine dei dirigenti ospedalieri con obbligo di commissioni provenienti da regioni diverse da quelle che bandiscono i concorsi.

E poco altro.

E ancora una volta, quindi, sulle liberalizzazioni più scottanti e di impatto pubblico si è scelta la pavida strada del rinvio a successivi decreti legge, prevedendo per le concessioni balneari la sola mappatura delle circa 30.000 licenze al fine di “promuovere la massima pubblicità e trasparenza dei principali dati e delle informazioni relativi a tutti i rapporti concessori»; insomma un’altra incomprensibile supercazzola per far slittare sine die una effettiva apertura al libero mercato delle spiagge d’oro.

Ad oggi il canone medio annuo di ogni concessione è di circa 2.500 euro, per aziende balneari, quasi sempre con servizio di ristorazione, che ne incassano almeno il doppio al giorno, senza contare gli stabilimenti top class con bilanci da milioni di euro. E lo stato incassa le briciole.

L’unica buona notizia arriva dal Consiglio di Stato che, con una sentenza cristallina e inappellabile, il 10 novembre ha sentenziato definitivamente la fine delle eterne proroghe al 31 dicembre 2023.

Dal 2024 tutte le concessioni balneari dovranno essere messe a gara pubblica senza eccezioni e il Parlamento non potrà legiferare diversamente né i giudici potranno accogliere ricorsi.

La pacchia è finita. Sarà così?

Il governo Conte aveva rinviato al 2033 la fine delle proroghe., come sempre più spesso accade, la magistratura interviene dove la politica abbozza.

Sul piede di guerra, invece, la corporazione dei tassisti, anche per loro tutto rinviato ad un decreto legge ad hoc che dovrebbe riordinare il settore aprendo al car sharing, e alle nuove tecnologie tramite applicazioni telefoniche che per i tassisti sono come la kriptonite per Superman.

Ma è bastato questo a far scatenare le minacciose proteste di una lobby sempre sul piede di guerra nel difendere le auree licenze, a giorni sono previsti scioperi senza preavviso e blocchi del traffico per creare quel salvifico caos urbano e indurre il governo a ripensarci.

Anche la secolare lobby dei notai è riuscita a procrastinare il suo angolo di paradiso, grazie ad un codicillo che continuerebbe a vietargli di esercitare la professione in tutta Italia, altra anomalia made in Belpaese, che causerebbe un aumento della concorrenza e un calo delle tariffe e ciò è bastato a far saltare l’intera norma.

Ma stavolta la sonnacchiosa Bruxelles a quanto pare non è intenzionata a inviare la solita letterina di tirata di orecchi, pretende il rispetto degli accordi e che l’Italia si adegui, dopo anni di chiacchiere alle norme europee, Super Mario, capita l’antifona, avrebbe strigliato i partiti e garantito alla Von der Layern un suo personale intervento.

Insomma tutto cambi purché nulla cambi, del resto i grandi elettori votano i politici di riferimento per tutelare i propri interessi non quelli pubblici ed è sconsigliato disturbare il conducente.

Paradossalmente l’ultimo (o l’unico?) politico a tentare concretamente di dare al paese una legge moderna sulla libera concorrenza fu l’ex comunista (!) Gargamella Bersani e fu politicamente crocifisso mentre i “coraggiosi” capitani di industria liberal borghesi continuavano a succhiare avidamente la generose mammelle dello stato.

Del resto siamo pur sempre il paese che inventò le corporazioni e la libera imprenditoria di Stato.

Napoli, 13 novembre 2021