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G 20 sulle stragi di Parigi

di Manlio Maglio

Le immagini del vile attentato terroristico dell’ISIS a Parigi ancora ci turbano la mente e ci viene spontanea la domanda: “E adesso, che faranno i Capi di Stato?”.

Una prima risposta ci viene da Antalya, dove si sono riuniti i Rappresentanti dei 20 più importanti Paesi del mondo: Obama, Putin, Camerun, Gauck, Hollande, Renzi, ecc.

Il Presidente Statunitense ha definito l’ISIS, in maniera colorita, “il volto del diavolo”, aggiungendo che non si tratta di uno Stato ma soltanto di un’accozzaglia di killer e, pertanto, c’è l’assoluta necessità di distruggerlo. Ma la guerra all’ISIS non può essere convenzionale e l’invio di truppe in Siria ed in Iraq sarebbe un grave errore.

Gli Stati mebri del G 20 si sono ritrovati in pieno accordo sulle modalità di lotta al sedicente Stato islamico, impegnandosi a condividere ogni genere di informazione sia di intelligence che militare, con la Francia – che, al momento, appare la più esposta agli attacchi terroristici – onde prevenire nuovi attentati.

In un bilaterale, a margine del G 20, il Presidente Russo Putin ha detto al Primo Ministro Inglese Camerun che i sanguinosi eventi di Parigi dimostrano l’assoluta necessità di unire le forze contro questo grave pericolo.

Gli illustri 20 hanno steso una bozza di documento in cui esprimono una ferma condanna nei confronti degli attacchi terroristici a Parigi e ad Ankara che sono “un inaccettabile affronto contro a tutta l’umanità”. E, mentre esprimono il più vivo cordoglio alle famiglie delle vittime, confermano la volontà di combattere il terrorismo “con qualsiasi mezzo sia necessario”, in pieno accordo con l’O.N.U. e nel rispetto delle leggi sui diritti umani e sui rifugiati.

Com’è noto l’ISIS, per la sua nefasta attività, necessita di grandi risorse economiche e, non essendo sufficiente il denaro ricavato dalla vendita del petrolio, il commercio clandestino di reperti archeologici ed i rapimenti a scopo di riscatto, si stanno dedicando anche al commercio di organi. I 20 Grandi hanno quindi deciso di impegnarsi, in maniera adeguata, per ostacolare e, possibilmente, bloccare “i canali di finanziamento del terrorismo, in particolare per quanto riguarda la cooperazione nello scambio di informazioni, il congelamento degli asset dei terroristi e le sanzioni verso i regimi che finanziano”. Tutti si impegneranno, di comune intesa, nella lotta contro il terrorismo.

Napoli, 17 novembre 2015