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Extraterrestri in campagna. Il mondo delle fattorie didattiche

di Martina Tafuro

Cosa è una Fattoria didattica…

E’ una azienda agricola, agrituristica, un’impresa agroalimentare o un museo della civiltà contadina in possesso dei necessari requisiti in termini di significatività, qualità dell’offerta didattica, sicurezza, ospitalità e in grado di offrire servizi di accoglienza, in particolare per le scolaresche, al fine di illustrare i processi produttivi, i metodi di produzione alimentare, la correlazione esistente tra la produzione agricola e la salvaguardia delle risorse naturali del territorio, valorizzare i prodotti tipici, evidenziare il lavoro dell’agricoltore e le iniziative che intraprende per produrre nel rispetto dell’ambiente.

L’idea di offrire un servizio di tipo sociale da parte di chi lavora in campagna è nata circa 100 anni fa, in modo spontaneo e non coordinato, in Europa e Nord America.

Nel 1902, la nascita del 4H nell’Ohio, Stati Uniti.

Il primo club è stato chiamato The Tomato Club o il “Corn Growing Club”. Nello stesso anno nel Minnesota partono local agricultural after-school clubs and fairs che nel 1912 sono stati chiamati 4-H club.  Il quadrifoglio era diventato il simbolo di quello che sarebbe diventato il più grande movimento giovanile rurale del mondo.

Un valido esempio è anche la Green Chimneys Farm for Little Folk, sorta nella periferia di New York, inaugurata nel 1948 dal giovane Samuel Ross con lo scopo di fornire un ambiente amorevole per i bambini, con l’esperienza unica di interagire e curare gli animali. Oggi questa fattoria accoglie più di 200 studenti che realizzano programmi scolastici residenziali.

Agli inizi del ‘900 nel Nord Europa si è assistito al sorgere di molte strutture la cui finalità è quella di garantire uno sviluppo armonico dell’individuo attraverso il contatto con l’ambiente naturale.

In Svezia nel 1918 è stato istituito il Jordbrukare-Ungdomens Förbund (JUF) una confederazione di giovani agricoltori.

Nel 1924 si è deciso di mettere in pratica le idee del movimento americano: i Club 4H. Quattro parole inglesi che iniziano con la lettera H (Head, Health, Heart, Hand) e riassumono l’obiettivo teso ad uno sviluppo armonico dell’individuo: la testa, la salute, il cuore, le mani. L’Association of Swedish 4H è nata nel 1960.

In Germania si comincia a parlare di tematiche legate alle fattorie didattiche già alla fine della seconda guerra mondiale. Allo sviluppo dell’urbanizzazione si accompagna, infatti, la creazione di Aktivspielplätze, i parchi giochi “attivi”, il  primo parco avventura a Berlino e la prima fattoria giovani a Stoccarda.

Nel 1972 la prima City Farm è stata fondata nel Kentish Town, Londra. La nascita delle City Farms in Gran Bretagna diviene la soluzione per recuperare luoghi abbandonati, spesso trasformati in discariche nelle zone urbane periferiche, oppure è l’unione di un gruppo di giardini familiari e di fattorie urbane: la Federazione delle City Farms e dei Community Gardens.

In Francia, la prima Fattoria Urbana è stata costituita nel 1974 nella periferia di Lille sull’esempio delle esperienze nordeuropee.

Dal 1985 è inoltre attivo il Gifaè (Gruppo internazionale Fattorie d’Animazione e Didattiche) che raccoglie fattorie in Francia, ma anche in Belgio, Spagna, Portogallo e Svizzera Qubec e che si impegnano rispettare la Carta della qualità del gruppo.

Nel 1990 nasce la European Federation of City Farms (EFCF).

Nell’anno 1997 Italia, sull’esempio di quanto avveniva nel nord Europa, Alimos Soc. Coop. (l’allora Osservatorio Agroambientale) ha organizzato, con il sostegno della Provincia di Forlì-Cesena il primo gruppo permanente di fattorie didattiche grazie alla collaborazione di imprenditori agricoli che si sono organizzati nella Rete delle fattorie didattiche romagnole.
Le prime esperienze italiane sono state presentate nel 1997 nell’ambito del primo Meeting Agriscuola+è organizzato da Alimos con la partecipazione della Federazione Europea delle City Farms.

La fattoria didattica è un’azienda:

ecocompatibile, perché adotta sistemi di produzione biologica, integrata e tipiche di qualità;

accogliente, perché dispone anche di un luogo di accoglienza coperto e riscaldato per la realizzazione delle attività didattiche in caso di maltempo e in tutti i periodi dell’anno;

attrezzata, perché ospita grazie agli arredi indispensabili per realizzare le attività, servizi igienici riservati agli ospiti, adeguata pulizia;

educativa, perché ha predisposto percorsi didattici attivi sull’educazione ambientale, alimentare, al gusto e alla ruralità,  realizzabili in funzione dell’età dell’utente;

sicura, perché rispetta le norme sanitarie e di sicurezza vigenti, ha limitazioni d’accesso o segnalazioni di pericolo dove opportune e un’assicurazione di responsabilità civile che includa i rischi di intossicazione alimentare.

 Risorse:

Albo delle fattorie didattiche della Campania

Napoli, 2 agosto 2018