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Evoluzione dell’inclusione queer
di Martino Ariano

 

1In tutto il mondo giugno è il Pride Month.

Nel mese del Pride, voglio dar testimonianza con le mie parole di questa realtà.

Questa comunità, da sempre insita nella società della specie umana (e non solo), dedica questo mese, in modo più incisivo, a porre in evidenza valori e conquiste come la parità dei diritti di genere e all’amore in ogni forma.

Separatore_007Origini del Pride Month: i moti di Stonewall

Il Pride Month cade nel mese di giugno per un fatto specifico accaduto nella notte tra il 27 e il 28 giugno del 1969.

Una notte apparentemente qualsiasi, durante la quale la polizia fece irruzione nello Stonewall Inn, un bar gay del Greenwich Village di New York.

Una retata come tante altre ne venivano fatte nei locali gay.

Ma quella volta i presenti, accusati ingiustamente di indecenza solo per il loro orientamento sessuale, si ribellarono.

Fu quello solo l’inizio dei cosiddetti moti di Stonewall.

Nei giorni a seguire la comunità gay scese in strada per mostrarsi a tutti: era finito il tempo di nascondersi, era arrivo il momento di combattere per i propri diritti.

Il primo giorno i poliziotti si trovarono di fronte un gruppo di circa 500 persone tra frequentatori dello Stonewall Inn e altre persone della comunità LGBTQIA+. 

Il secondo giorno salirono a mille circa, e in prima linea anche c’era anche una fila di drag queen pronte a “deridere” gli agenti con uno slogan pensato proprio per loro.

Recitava così: We are the Stonewall girls (Siamo le ragazze dello Stonewall) We wear our hair in curls (Abbiamo i capelli riccioluti) We wear no underwear (Non indossiamo intimo) We show our pubic hair (Vi mostriamo i nostri peli pubici) We wear our dungarees (E mettiamo delle salopette corte…) Above our nelly knees! (…sopra le nostre ginocchia da checche!)

Simbolicamente, i moti di moti di Stonewall sono riconosciuti come l’evento che segnò l’avvio delle rivolte dei non eterosessuali per combattere per i propri diritti.

E da lì, in seguito, ciò che portò alla nascita del movimento LGBTQ+ moderno e del Gay Pride.

Separatore_007 La comunità LGBTQIA+, ora più che mai, ha bisogno di riappropriarsi degli spazi della relazione e della socialità che le sono dovute, poiché èinn costantemente bersagliata e continua, nel XXI secolo dopo Cristo, a dover lottare per far valere uno dei valori essenziali per l’uomo: la libertà.

Nella precedente riflessione, abbiamo analizzato le sigle, i colori e le bandiere di questa comunità.

Ora, invece, avventuriamoci in un piccolo viaggio nel tempo, nella storia.

La mia intenzione è quella di farvi notare come nella storia e soprattutto nell’antichità, la libertà sessuale era vista e vissuta apertamente, senza pregiudizi e senza considerare alcune scelte sessuali “contro natura”.

E’ ora di finirla!

La biologia, conferma che l’omosessualità è ampiamente diffusa in natura ed è prevista dall’evoluzione stessa.

 In natura, infatti, ci sono più di 1500 specie diverse in cui si possono riscontrare scambi omosessuali, cambiamenti spontanei di sesso, l’asessualità, la promiscuità e l’ermafroditismo.

Ma torniamo alla storia.

Ci sono documenti, manoscritti, testimonianze archeologiche ed artistiche, racconti ed evidenze storiche che dimostrano la libertà sessuale nella storia.

In generale la mitologia e la simbologia antica e classica è carica di riferimenti ed elementi erotici.

1Dalla Mesopotamia, con il mito di Gigamesh, all’Antico Egitto in cui i faraoni erano soliti instaurare rapporti molto intimi con i capi militari ed alcuni dèi e dee erano apertamente considerarti omosessuali o transessuale.

Dagli Assiri e i Fenici, i quali praticava la prostituzione sacra maschile, ai Persiani, in cui erano ampiamente e pubblicamente diffusi i rapporti intimi tra un adulto e un puer.

Dalla civiltà minoica all’Antica Grecia, dove si viveva una vita palesemente bisessuale e dove si soleva praticava un rito sessuale ritenuto pedagogico ed istituzionale.

Esso era una sorta di discepolato, in cui un uomo adulto, nella maggior parte dei casi un saggio o un personaggio aristocratico, instaurava un rapporto di autorità con un allievo più giovane.

Connesso a tale rito c’è anche quello che avveniva nell’isola di Lesbo, nei cui circoli elitari le donne erano solite instaurare rapporti sessuali (da qui il termine “lesbica).

Più della vicina Grecia, il Regno di Macedonia, si può considerare il regno della promiscuità e della libertà fisica, infatti erano apertamente accettati i rapporti tra uomini adulti, la prostituzione maschile e ad istaurare questa intima fisicità erano soprattutto le classi più alte (nobili, aristocratici, guerrieri e principi).

indexIl termine queer ha origini anglosassoni, veniva utilizzato nel diciannovesimo secolo per indicare le persone omosessuali, connotandole di un’accezione stravagante, ambigua, negativa, un sostituto della parola freak, utilizzata per delineare le differenze rispetto alla norma, in ambito fisico e/o psicologico di un individuo o di un gruppo.

L’etimologia della parola deriverebbe dal teutonico quer, che significa “diagonale”, “di traverso”.

Dalla sua nascita il termine si è evoluto, anche grazie al suo impiego in ambito accademico.

La scrittrice e studiosa di Lingue e Letterature Straniere Teresa de Lauretis lo introdusse per la prima volta nella rivista Differences, con un articolo dal titolo emblematico: “Queer theory. Gay and lesbian sexualities” (1991, 3), comprendente gli atti del convegno omonimo tenutosi ne febbraio dell’anno precedente, presso l’Università della California, a Santa Cruz.

Sul versante dell’attivismo LG, in quello stesso periodo, la teoria queer prende forma nel contesto nordamericano, tramite le provocazioni dell’organizzazione Queer nation, che contestava la rappresentazione dell’omosessualità nei media.
indexInfatti numerosi furono gli uomini di potere ad aver legami omosessuali, uno tra tutti Alessandro Magno con Efestione.

Dai Celti e Galli agli Etruschi, questa libertà era all’ordine del giorno e non c’erano limiti in tal senso.

Testimonianze esemplari sono gli affreschi parietali della Tomba del Tuffatore a Paestum.

Per l’antico romano, seppur fortemente bisessuale, le pratiche sessuali assumevano connotazioni fortemente sociali, laddove si rispettavano le gerarchie sociali anche nella sfera sessuale.

Ad esempio uno schiavo, anche se in condizione di liberto (affrancato), per sua condizione sociale, doveva sempre sottostare ai desideri e agli ordini del padrone.

In generale l’antico cittadino romano adulto doveva essere sessualmente attivo, la passività era delegata ai giovani, ai discepoli, agli schiavi, ai prigionieri o ai soldati.

Molti i personaggi storici romani ad aver intrapreso, nonostante fossero sposati, relazioni omoerotiche: Cicerone, Seneca, Catullo, Cesare, Nerone.

Ma la relazione omosessuale forse più conosciuta dell’antichità è quella tra l’imperatore Adriano e il giovane greco Antinoo.

Tanto che, alla morte di quest’ultimo, Adriano istituì una festività e fece costruire un’intera città in sua memoria, Antinopoli, in Egitto.

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 Francesco Vezzoli, Self-portrait as Antinous Loving Emperor Hadrian, 2012, marmo, 105x80x80 cm

Emblematica in questo senso è l’opera contemporanea di Francesco Vezzoli dal titolo Self-portrair as Antinuous Loving Empeor Hadrian (Autoritratto di come Antinoo ama l’Imperatore Adriano) del 2012.

Uno scambio di sguardi, a sottolineare l’intesa e l’attrazione sessuale, presentato sottoforma scultorea.

L’artista infatti utilizza due volti della statuaria classica e li posiziona vicini e li mette in comunicazione, creando uno scambio di sguardi tra le statue.

Dai Germani, che vivevano la relazione tra lo stesso sesso in piena libertà, agli Indù, le cui leggi prevedevano un “terzo sesso”, che legittimava l’ omosessualità.

Trascurando la perenne intolleranza dell’India nei confronti della libertà sessuale, arriviamo alla Cina e al Giappone antico, dove era molto diffuso il travestimento (crossdressing).

Nel Medioevo e soprattutto con la diffusione e l’affermazione del Cristianesimo, inizia un periodo oscuro, anche se si sono testimonianze storiche che confermano la presenza di comunità cristiane monastiche omosessuali e ordini religiosi in cui l’omosessualità era praticata.

È proprio nel Medioevo che il binomio sesso e libertà viene rivestito di tabù e limitazioni.

Nel Rinascimento era diffusa la condanna per sodomia, ma era diffusa la prostituzione maschile ed il travestimento.

Tutto ciò in piena clandestinità, anche perché se scoperti si poteva incorrere alla prigione o addirittura alla morte.

Nell’epoca moderna, nell’Inghilterra del ‘700 si diffuse la moda delle Molly house. Taverne o stanze private dove si viveva liberamente la propria sessualità, una sorta di salotto, di alcova.

Con la Rivoluzione Francese ci fu un’abolizione totale della libertà sessuale.

La Germania pre-nazismo, della seconda metà dell’800, era una realtà molto liberale, la stessa Berlino ospitava locali e luoghi gay ed era centro nevralgico dei movimenti e delle libertà LGBT.

1Nell’Inghilterra dell’800, un ruolo determinante lo assunse il poeta e drammaturgo irlandese Oscar Wilde, che con la sua vita e le sue scelte sessuali ha smosso l’opinione pubblica internazionale, raggiungendo gli Stati Uniti d’America.

Dopo il suo arresto a New York cominciarono ad agitarsi le acque, che poi esplosero in vere e proprie rivolte e manifestazioni.

La parentesi dei totalitarismi la conosciamo purtroppo, carica di atrocità e di etichette, superando di tran lunga l’ignoranza e l’intolleranza medievale.

Il post-totalitarismi vede l’inizio delle rivolte, manifestazioni, pride per rivendicare e richiedere leggi e diritti a tutela della libertà sessuale e LGBT.

Tutto ebbe inizio con i moti di Stonewall nel 1959 a New York, caratterizzati da scontri violenti tra persone del mondo LGBT e la polizia newyorkese.

Ma un passo importante avvenne nel 1990 quando la OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) elimina dalla lista delle malattie l’omosessualità.

Un colpo di arresto nella lotta e libertà sessuale LGBT si ebbe con l’era dell’AIDS, facendo ricadere, per ignoranza, la proliferazione di questa malattia proprio alla comunità LGBT.

Ma fortunatamente gli studi, la società, seppur lentamente si sta smuovendo per riprendere in mano la libertà di genere e di sesso. 

In conclusione vi invito a informarvi ed approfondire la tematica, auspicabile è introdurre nelle scuole di percorsi di educazione alla civiltà sessuale.

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Educare e conoscere aiuterebbe l’approccio pratico, cadrebbero tabù e incomprensioni.

L’educazione e il confronto responsabilizza e sensibilizza.

Quando si è dinanzi a qualcosa di sconosciuto si ha paura e per reazione si tende a rifiutarla, ad evitarla ed in casi estremi a discriminarla, eliminarla.

Usa la testa: conosci, non giudicare, non usare argomenti di altri.

Madrid, 17 giugno 2022