E il Naufragar mi è dolce in questo mare
E il Naufragar mi è dolce in questo mare
di Stefania Di Martino
“E il naufragar m’è dolce in questo mare” recitava Giacomo Leopardi nel suo idillio “L’infinito” alludendo alla sua condizione di fronte all’immensità degli spazi che egli poteva solo immaginare.
Credo sia superfluo precisare che il caro Leopardi è nato a Recanati, un piccolo borgo arretrato e superficiale (che gli sarà sempre sgradito e dal quale ha tentato ripetute volte di scappare) e allo stesso tempo credo sia noto a tutti sia che il poeta tendeva a non uscire mai di casa sia che il suo unico “svago” erano gli infiniti libri custoditi nella biblioteca paterna.
Oltre agli innumerevoli libri, nell’immensa villa Leopardi, vi era circoscritto un grande giardino dove il giovane Giacomo passava gran parte delle sue giornata ad osservare la natura, che più e più volte ha definito sua unica amica.
Ed è proprio nell’immensità di questo giardino che il poeta concepisce il suo idillio mediante cui ci racconta di un colle (il monte Tabor) e di una siepe che gli impedisce di guardare oltre e di ammirare spazi interminati, sovrumani Silenzi, e profondissima quiete che egli può solo immaginare “sedendo e mirando”. La siepe leopardiana non è altro che una limitazione che innesca l’immaginazione del poeta che gli consente di scavare dentro se stesso.
Infatti, è noto a tutti, il poeta scrive sempre per se stesso e di se stesso e lo sfondo del suo “io” poetico è spesso la natura, una vera e propria madre benevola, partecipe del dolore umano.
Possiamo dire che in qualche modo siamo un po’ tutti Leopardi; siamo tutti degli uomini, limitati e finiti, capaci solo di immaginare l’infinito, irraggiungibile ed invivibile.
In occasione dei 200 anni dalla stesura della lirica, la contessa Olimpia Leopardi – discendente diretta del poeta – ha organizzato a Recanati, insieme al ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, un flash mob a cui prenderanno parti gli studenti provenienti da ogni città italiana.
“Mi è sembrato giusto – dice la contessa all’ANSA – ambientare l’iniziativa nella piazzetta del Sabato del Villaggio” su cui affaccia Palazzo Leopardi, “collegandola simbolicamente a tutte le piazze italiane per trasformarle da luogo in cui la gente passa ignorandosi o addirittura urtandosi, in uno spazio di condivisione spirituale nel segno della bellezza per costruire insieme un futuro ‘oltre la siepe‘”.
Napoli, 30 giugno 2019